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Pavlyuchenkova ora sogna: finale al Roland Garros, la prima dopo 52 Slam. Finisce l’ottimo torneo di Zidansek

[31] A. Pavlyuchenkova b. T. Zidansek 7-5 6-3

Il dato è un piccolo record: mai nessuna giocatrice aveva ottenuto la prima finale Slam oltre il cinquantesimo torneo disputato. Il primato precedente era di Roberta Vinci, giunta all’ultimo atto dello US Open 2015 nel quarantaquattresimo Major in singolare della carriera. Oggi Anastasia Pavlyuchenkova, nata il 3 luglio 1991, giocherà per il titolo al Roland Garros in quello che è il suo Slam numero 52. Una giocatrice che di fatto viene considerata una delle veterane del circuito WTA malgrado ancora non abbia 30 anni, avendo cominciato a muovere i primi passi tra le grandi quando ancora aveva 16 anni e veniva vista come una grande promessa, l’ennesima della fucina russa che sfornava ragazze di grande valore da almeno una decina d’anni.

C’è voluto oltre un terzo della sua vita per sbloccarsi e superare lo scoglio dei quarti di finale, limite dove si era arresa sei volte fin qui (e sei in doppio). Dopo il thriller contro Elena Rybakina, oggi un’altra dura battaglia contro Tamara Zidansek, numero 86 del ranking WTA ma che su questi campi quest anno ha vissuto una maturazione importante. Sulla sua superficie preferita, la slovena ha giocato torneo fantastico perché è arrivata fin qui grazie a importanti vittorie contro teste di serie, tra cui la prima contro una top-10 in carriera nel primo turno, il 9-7 al terzo contro Bianca Andreescu che è ancora adesso la partita più lunga a livello femminile, seguito poi dall’8-6 al terzo nei quarti contro Paula Badosa, anche lei indicata come una giocatrice che poteva arrivare veramente lontano.

Zidansek, almeno la versione parigina, è una gran giocatrice che però oggi ha pagato un fondamentale come il rovescio non all’altezza dell’alto livello che spesso e volentieri esprimeva col dritto, e un atteggiamento generale molto positivo e propositivo, a differenza invece di una russa inizialmente tesa e di nuovo in balia del momento sul finire di primo set, quando sembrava la slovena potesse ribaltare la situazione a proprio favore ma le è mancata la spinta dal lato sinistro per mettere un rovescio lungolinea che ha mostrato non essere il suo colpo e in quel momento, pur in un game dove aveva trovato due scambi vinti da quella diagonale, si è trovata lontana dalla palla che poteva mandarla 6-5 e servizio.

Difficile però trovare una vera colpa nell’atteggiamento generale che Tamara ha proposto nel primo parziale. È andata avanti immediatamente, si è vista riacciuffata in un game sfortunato dove aveva recuperato bene dallo 0-40 sbagliando un complicato smash indietreggiando che ha aperto la porta al controbreak per il 2-2. Da qui si è creato tanto equilibrio e alcuni turni di servizio rapidi, fino al 4-3 Pavlyuchenkova e 40-0 per Zidansek, quando la russa ha cominciato a puntare sistematicamente il rovescio dell’avversaria, aprendosi subito le porte per un 40-40 che ha mandato un po’ in difficoltà la slovena che ha commesso il primo doppio fallo della partita ed è poi crollata di nuovo con la russa che spingeva verso la sua sinistra. Trovatasi con la grande chance di chiudere il set, Pavlyuchenkova si è però complicata la vita, frutto anche di un colpo molto fortunato per Zidansek sul 30-30 quando ha recuperato un drop dell’avversaria ma ha poi steccato in allungo estremo la voleè che ha creato un lob molto strano ed è terminato su mezza riga esterna. Sotto pressione, Anastasia è crollata e alla terza palla break concessa ha servito sul dritto e ha sparato via il rovescio. Zidansek agganciava la parità e continuava a mostrare una enorme efficacia col proprio dritto. È abbastanza inusuale avere una giocatrice con questa differenza così marcata tra i due colpi. Può venire in mente Ashleigh Barty che però sopperisce alla scarsa forza che ha nel lato sinistro staccando la mano e giocando uno slice estremamente teso e complicato. Zidansek invece cerca perlopiù un colpo coperto, e comunque sul 5-5 si è esaltata sul primo punto con uno slice profondo seguito da un rovescio difensivo altrettanto profondo e poi chiudendo col dritto lungolinea. Sul 15-30, dopo una stecca di dritto della russa, si è fatta attaccare sul rovescio e ha trovato un incredibile passante stretto per il 15-40.

Era una fase molto pericolosa per Pavlyuchenkova e Zidansek lì probabilmente credeva di essere vicinissima a prendersi il set. Per sua sfortuna, però, quella palla sul rovescio è stata letta male e colpita peggio. Dal 30-40 Anastasia ha ripreso il controllo del proprio servizio giocando molto bene i punti fino al 6-5, lì dove Zidansek malgrado un perfetto esordio con una smorzata di rovescio (e in quel momento i vincenti erano 17-7 per lei, si è poi persa colpendo malamente di dritto e subendo uno dei rari dritti incrociati dell’avversaria che di colpo era 15-30, e poi 15-40 con Pavlyuchenkova che non ha dato angolo al rovescio successivo ma ha trovato una palla potente e nei pressi della riga. Il doppio fallo di Zidansek, in qualche modo, salvava la russa e l’avvicinava tantissimo all’obiettivo.

Nel secondo set sono stati fatali i primi game, dove Tamara ha mancato la palla break in apertura dopo aver riaperto un game da 40-15 e poi in complicato turno di battuta ha ceduto con un ultimo rovescio colpito male. Pavlyuchenkova non sembrava però riuscire a prendere il comando e nemmeno lo scatto da 2-1 a 4-1 è bastato a darle la tranquillità necessaria. Un altro brutto parziale l’ha vista colpire male ed essere aggredita dall’avversaria, cedendo ancora una volta la battuta con un doppio fallo. La dinamica, se non altro, le era favorevole: Tamara non aveva più necessaria intensità e precisione, e le ha fatto malissimo subire una risposta di rovescio sulla riga a un’ottima prima giocata sul 3-4 30-15. Sul 30-30 Pavlyuchenkova è di nuovo andata sul suo rovescio per una nuova palla break, capitalizzata da un dritto anomalo di Zidansek appena largo. Con la grande opportunità di servire per il match la russa non ha fallito, chiudendo in qualche modo al primo match point, giocando lì completamente in difesa e raccogliendo l’ultimo gratuito di rovescio dell’avversaria.

Non è stata una prova brillante, a tratti è sembrata subire il momento e l’avversaria, ma è in finale. Non deve essere stato per nulla facile affrontare ora la prima semifinale Slam della carriera con la grande chance di andare fino in fondo, perché sulla carta era lei qui la grande favorita, fattore che spesso in carriera le ha dato delusioni importanti. Adesso ha la grandissima chance di realizzare un sogno che vorrebbe dire tanto.

Diego Barbiani

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