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Barty e Suarez Navarro, emozioni. L’ultima di Carla a Wimbledon tra standing ovation e lacrime

[1] A. Barty b. C. Suarez Navarro 6-1 6-7(1) 6-1

C’è l’esordio vittorioso della numero 1 del seeding, c’è da analizzare un secondo set che può avere nella (tanta) ruggine la chiave di lettura principale, ma oggi era soprattutto la giornata in cui Carla Suarez Navarro salutava Wimbledon. Non è mai riuscita forse a raggiungere chissà quali traguardi, ma dalle parti di Church Road era comunque ospite fissa da oltre 10 anni, il suo rovescio a una mano è qualcosa che la poneva su un gradino ben diverso da tutte le altre, e a una ragazza che meno di un anno fa cominciava un difficile percorso personale con la chemioterapia e la lotta contro il cancro non si può non voler bene.

L’erba non sarà il pane perfetto per i suoi denti, ma la casualità del sorteggio le ha dato modo di vivere quella giornata che per esempio a Parigi non aveva potuto ottenere, spostata sul Simonne Mathieu come quarta partita e finiva nel vuoto più totale di uno stadio senza più nessuno perché alle 21 scattava, in quel periodo, il coprifuoco. Quattro settimane più tardi, la fortuna l’ha benedetta con un appuntamento oltremodo speciale: il Centre Court di Wimbledon, contro la numero 1 del mondo, con (almeno) il 50% della presenza sugli spalti garantita.

Ashleigh Barty è ancora molto arrugginita dopo il problema fisico di Parigi e il match non è stato affatto così sotto controllo come il punteggio sembra far pensare, ma soprattutto nel secondo set si è creata un’unione tra Carla e il pubblico che ha dato un paio di marce in più alla spagnola, che ha cominciato a tirare fuori il suo spirito combattivo, a non sbagliare più una palla e manovrare il gioco da angolo a angolo, sfruttando un sempre più importante calo di rendimento dell’australiana col dritto.

Il match è cominciato col tetto scoperto ma dopo nemmeno quattro game è cominciato a piovere. Sul 2-1 Barty e 40-40 il match è stato sospeso e alla ripresa Suarez Navarro non era sufficientemente pronta, perdendo due punti subito dopo il servizio e scivolando sotto 1-4. Qui si è fatta la vera differenza, per Barty, nei primi due set. Una circostanza anche troppo “casuale” per pensare che magari ci fosse una vera impronta da parte sua. Se non altro, e questo può far ben pensare rispetto al Roland Garros, oggi ha servito molto bene, non mostrando le difficoltà nel caricamento con le gambe ben evidenti a Parigi. Però, dopo un primo set molto liscio, sono cominciati i problemi. Il dritto non entrava più in campo, c’erano problemi sia nel timing che nel posizionamento dei suoi appoggi, spesso investita anche da una maggiore profondità dell’avversaria.

Suarez Navarro ha cominciato a prendersi il pubblico, ha cominciato a manovrare e incartare l’avversaria. Ha tenuto bene testa fino al 4-4 nel secondo parziale, quando è stata colpita da un dritto finalmente efficace, ma sul 5-4 Barty ha vinto un rocambolesco punto iniziale pizzicando nuovamente Ash sul lato debole (brutto lo schiaffo al volo di dritto steccato) e poi rispondendo vincente col rovescio a una mano. Due prime palle aiutavano la numero 1 WTA a risalire la china, ma di nuovo sul 30-30 veniva colpita da una risposta di rovescio. Suarez Navarro a quel punto si disperava per il comodo passante di rovescio mancato, ma era brava a resettare tutto e proporre un nuovo lob fastidioso a Barty, che metteva lunga la voleè e si inguaiava con uno slice di rovescio corto. C’era lotta e il pubblico adorava tutto ciò. Le due erano in campo, Roger Federer stava attendendo la fine, e comunque tutti volevano che Suarez Navarro rimasse lì ancora un po’. C’era una voglia di sospingerla il più in avanti possibile che a un certo punto ha reso tutto lo stadio dalla sua, quando nel tie-break ha tratto il massimo dalla situazione e ha finito dominando con un netto 7-1.

Nel terzo, purtroppo, c’è stata poca storia. Barty ha cominciato con un altro piglio, ha corretto gli errori col dritto andando subito a segno con almeno tre vincenti nei primi game e breakkando immediatamente fino a salire 3-0 0-15. Carla sembrava, come a Parigi, pagare il momento tra secondo e terzo set, come se la fatica spesa fosse stata sufficiente a scaricarle il serbatoio. Ash si è involata e sul 5-0, poco prima dell’ultimo turno di battuta della spagnola, il pubblico era già in piedi per tributarle una lunga standing ovation, replicata poi punto dopo punto ad accompagnare i suoi vincenti per sbloccarsi da quello 0 nel punteggio. Barty ha poi chiuso facilmente, salendo subito 40-0 e appoggiando la palla della vittoria dopo una buona prima, mentre Suarez Navarro a braccia aperte già si stava dirigendo verso di lei per abbracciarla.

La mamma di Carla, in tribuna, ha filmato di tutto: l’ingresso in campo della figlia, gli applausi, il controbreak, l’euforia generale di uno stadio che era tutto per lei, un terzo set comunque di grandi emozioni. Lei in lacrime, Carla che usciva dal campo con la mano sul cuore, Ash che si è lasciata andare anche lei a un momento di grande commozione vedendola uscire per l’ultima volta da Wimbledon e c’ha messo un po’ a ritrovare la voce, quando nel frattempo stava venendo intervistata a bordo campo. Lei è al secondo turno, pur con diverse cose ancora da registrare ben (ed è più che comprensibile dopo che speso quasi 20 giorni senza allenarsi dopo l’infortunio a Parigi). I ragionamenti sul suo ruolo da eventuale favorita arriveranno magari più avanti, oggi è la giornata di Carla che finalmente riceve un lungo tributo dagli appassionati.

Diego Barbiani

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