Solo un pizzico di follia può aiutarci a restare sani in questo mondo. Come Don Chisciotte che si abbandona a una pazzia permeata di saggezza per salvarsi da un disincantato realismo.
La vita in effetti produce spesso ai nostri occhi una amara disillusione a cui cerchiamo di opporci, ingannandola dolcemente, camuffandola inconsciamente, per non farci sopraffare dai mulini a vento.
Simile per molti aspetti a quella di un romantico cavaliere è anche la storia del tennista spagnolo Bautista Agut, un valoroso cadetto con una grande passione per i cavalli oltre che per le racchette, ma escluso dal trono di Spagna occupato saldamente dal primogenito Nadal. Non gli rimane che aderire al nobile ordine della cavalleria del tennis e Roberto lo fa con un gioco solido e pulito, sobrio e costante, arricchito da tanto impegno e determinazione.
Una forza a cui attinge per riemergere dalla voragine in cui precipita nel momento della massima maturazione tennistica. Tutto avviene all’improvviso, come un lancio di moneta sfortunato in cui non esce testa ma croce, purtroppo la sua. Nel 2016 un grave incidente a cavallo costringe suo padre paralizzato. Il calvario prosegue quando due anni dopo muore improvvisamente la madre di Roberto.
Durante la malattia del padre, mamma Esther era diventata il punto di riferimento della famiglia dedicandosi in via esclusiva alla cura e all’assistenza del padre tetraplegico.
Adesso tocca a “Bati” conciliare le cure al genitore e la carriera, per non vanificare i traguardi raggiunti con tanta fatica. Inizia così la discesa in un campo non più di gioco ma di battaglia, diviso tra il tennis e l’assistenza al padre, in un continuo duello emotivo, proprio come un cavaliere errante che si trova a combattere in un territorio ostico e ostile.
Un moderno e gentile Don Chisciotte che sguaina una racchetta e vola da un continente all’altro per tornare velocemente dopo ogni match dal genitore. Non ha intenzione di mollare Roberto e gettare alle ortiche tutto il lavoro fatto per raggiungere i suoi obiettivi tennistici ma vuole anche assistere il padre, proprio in nome di quegli sforzi sostenuti negli anni dai genitori che gli hanno consentito di fare quello che più desidera: giocare a tennis. Insomma, non ha intenzione di rinunciare al sogno e farsi inghiottire dall’amara realtà.
Lavora duramente e riesce nel periodo peggiore a collezionare i risultati migliori: entra infatti nella top ten ATP nel 2019. Ancora una volta però il destino lo mette alla prova: proprio durante la Finale della Coppa Davis arriva la notizia del peggioramento delle condizioni del padre. Roberto lascia subito la compagine iberica ma, sorprendendo tutti, rientra in squadra alcuni giorni dopo la scomparsa del genitore. Determinato a competere vincerà contro il canadese Auger Aliassime contribuendo ad assegnare la Coppa Davis alla Spagna.
Anche se poi non sono arrivate tutte le vittorie sognate, Bati è un impeccabile principe senza trono, senza colpi strabilianti in campo o atteggiamenti eclatanti fuori. Composto e riservato, rappresenta egregiamente la maggior parte degli atleti che popolano il circuito, tutto impegno e volontà, gregari silenziosi e talvolta sottovalutati.Presi a ricalcare le orme di miti vincenti, fantastichiamo un po’ tutti di essere come dei supereroi, anche se in verità il mondo è pieno di Robin e non di Batman.
Per fortuna il valore di un uomo lo si vede nel suo straordinario comportamento ordinario, nell’ostinazione a andare avanti comunque, nella tenacia a rialzarsi ogni volta per combattere contro quei dannati mulini a vento, immaginari o reali che siano. Solo un puro e romantico cavaliere errante può sfidare l’ordinaria quotidianità senza timore di arrendersi.
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