[1] A. Barty b. [14] V. Azarenka 6-1 1-6 6-2
[2] N. Osaka b. [16] E. Mertens 6-3 6-3
Malgrado l’enorme svantaggio che Ashleigh Barty ha nei confronti di Naomi Osaka da adesso fino al Roland Garros, l’australiana si sta godendo questi momenti come ha quasi sempre fatto da quando è salita in vetta alla classifica mondiale. Dopo gli stenti dell’esordio contro Kristina Kucova sta un po’ liberando il proprio gioco dalla ruggine del pochissimo tennis giocato nell’ultimo anno e oggi ha dato un’ottima dimostrazione della sua forza contro Victoria Azarenka in un match dal punteggio abbastanza falso.
Il 6-1 1-6 6-2 conclusivo riflette pochissimo quanto si è visto in campo. Il primo set era forse quello più vicino alla realtà indicata dal tabellone luminoso perché Barty ha cominciato molto meglio, e sia le gambe che le braccia muovevano liberamente il gioco, creavano chance di chiudere il punto ed esaltavano la numero 1 del mondo con un punto come quello all’inizio del sesto game dove a un suo slice difensivo incrociato Azarenka aveva risposto con una palla piazzata molto bene in lungolinea, sempre col lo slice e con effetto a uscire, e Barty comunque ci è arrivata bene da colpire in allungo di dritto e piazzarla all’incrocio.
Dopo il break del 3-1, confermato, Ash non ha avuto vere noie nel portare a casa il set. Il dritto era potente e ben piazzato verso gli angoli, faceva correre l’avversaria ed era lucida da non forzare mai i colpi: un esempio che segnerà un po’ il corso della partita è che ogni volta in cui la bielorussa prendeva campo per giocare la voleè l’australiana non ha quasi mai cercato il passante ma sfruttava la sua grande sensibilità per calibrare un passante bassissimo, che finiva sui piedi della ex numero 1 del mondo.
Dal secondo set è cominciata la lotta. Azarenka ha reagito bene, e sull’1-0 qualche errore di troppo per Barty davano il primo vantaggio alla sua avversaria che poi confermava il break con un lungo game vinto da 0-40. Ad Ash stava mancando profondità e un po’ di mordente, mentre la bielorussa era ora “accesa” e aveva inserito le marce alte, tanto da cominciare anche a pescare l’avversaria fuori posizione, fattore già abbastanza inusuale e che oggi ancor di più dava l’idea di come l’inerzia stesse girando, e il doppio fallo di Barty sullo 0-3 15-30 era un altro segnale. Bravissima, però, l’australiana a tenere il servizio sullo 0-5 perché in una partita così mentale e decisa in entrambi i parziali da chi era riuscita a partire meglio le dava la chance di riorganizzare le idee e andare a servire lei per prima nel terzo.
Il set decisivo ha visto i momenti più belli. Barty riusciva a partire meglio e sull’1-0 è cominciato uno dei tanti game ai vantaggi del parziale. La numero 1 WTA ha ricominciato a muovere i piedi con scioglievolezza e ad arrivare meglio sulla palla, riproponendo scambi più articolati e duri fisicamente per la sua avversaria che non aveva più la palla comoda da attaccare. Sulla palla break, Ash ha resistito molto bene da fondo e ha poi attaccato col rovescio in top spin e ha mandato in affanno Azarenka che non ha potuto che alzare il lob ed essere brekkata dallo smash. Non è riuscita però ad allungare, perché la bielorussa ha cominciato a caricare di tanto top spin il dritto verso il rovescio, impedendole di gestire lo slice a piacere e perdendo campo, completando il brutto turno di battuta con un dritto giocato molto male sulla palla break.
Nuovo turno di battuta e nuovo game complicato, con tante parità, con Azarenka che rientrava da 15-40 ma non aveva il guizzo immediato per evitare qualche rischio di troppo nei punti successivi, ma in quel momento c’era tantissimo equilibrio e stavano spingendo bene entrambe, innalzando assieme il livello e la lotta. Sul 2-2 Barty ha rischiato di scivolare anche indietro di un break ma due ottimi servizi l’hanno aiutata a emergere e rimanere avanti, col risultato che in risposta è riuscita a ritrovare i livelli del primo set e colpire soprattutto col dritto mandando in allungo l’avversaria che dal 30-30 ha perso invece il controllo di quel fondamentale. In un ennesimo cambio dell’inerzia Ash ha approfittato immediatamente del calo di rendimento della bielorussa confermando il break facendo sistematicamente il punto cercando di far colpire male l’avversaria, che è poi andata subito sotto pressione al servizio e dopo i primi due match point salvati (brutto dritto di Barty sul secondo) non ha potuto far nulla sul terzo.
La campionessa in carica è ai quarti di finale, dove avrà l’altro asso della Bielorussia: Aryna Sabalenka. Sfida impari tra la numero 7 del seeding e la numero 19 Marketa Vondrousova, sommersa dalla potenza e dall’agonismo dell’avversaria, che ha giocato la miglior partita del suo torneo chiudendo 6-1 6-2. È avanti 3-1 negli scontri diretti contro la numero 1 del mondo e la chance di una semifinale in un torneo di questo livello (sarebbe la prima della carriera) può essere uno stimolo ulteriore.
Osaka invece ha faticato di meno pur mostrando anche oggi alti e bassi come concentrazione generale. Il problema, per Elise Mertens come Ajla Tomljanovic all’esordio, è che quando serve la giapponese è quasi perfetta. Oggi il 6-3 6-3 è maturato in maniera quasi semplice, se si considerano le fasi più importanti, mentre poi snocciolando i vari parziali nel primo Naomi era 5-1, poi 5-2 e 0-40, poi 5-3 e 40-15 e ha avuto bisogno di 7 set point per chiudere. In realtà, non è mai veramente andata in affanno. Quando c’era la prima era tutto sempre molto semplice, almeno così lo faceva sembrare, e il lato peggiore per le avversarie è che sembra sempre più convinta di quelle potenzialità, almeno su cemento. Può servire piatto ai 120 miglia orarie come piazzare uno slice molto angolato a 90, avrà sempre il punto sotto controllo. Un po’ meno quando deve mettere una seconda, dove forse può ancora pensare un po’ troppo, ma il problema è che fin qui non è mai veramente arrivata ad avere campanelli d’allarme.
Il livello salirà, andando avanti, ma intanto siamo a 23 vittorie consecutive e il primo quarto di finale a Miami, in attesa di una tra Jessica Pegula e Maria Sakkari. Il confronto a distanza con Barty è vivo.
Altri risultati
Elina Svitolina si è presa una vittoria abbastanza importante, per lei, il suo morale e la sua stagione, contro Petra Kvitova. Una gran battaglia conclusa 2-6 7-5 7-5 per l’ucraina, che fin qui aveva soprattutto masticato amaro ma che oggi è stata brava ad attendere il momento in cui la ceca avrebbe perso campo e cominciato a essere meno aggressiva in risposta, aumentando anche gli errori gratuiti. Purtroppo le condizioni climatiche erano le peggiori per la bi-campionessa di Wimbledon, che fin qui aveva vinto comodamente le sue prime due partite ma giocate entrambe di sera, con una temperatura molto più accettabile. Messa in campo alle 11 del mattino e con l’aria pesante già dalle nove, il risultato è che dopo quasi un’ora e mezza di corsa era boccheggiante e ha cominciato a perdere il controllo, con sei game consecutivi persi dal 6-2 5-4 al 2-6 7-5 3-0 e 40-15.
Fisicamente era in riserva, ma una Svitolina troppo passiva le ha dato incredibilmente modo di rientrare, con un nuovo break recuperato proprio quando la numero 5 del mondo serviva per il match sul 5-4. La differenza però era tanta che nemmeno un recupero sul filo di lana le ha permesso di ribaltare le sorti di una gara ormai per lei molto condizionata. Perdendo la battuta anche nel decimo game e non vincendo più un punto.
Risultati
[1] A. Barty b. [14] V. Azarenka 6-1 1-6 6-2
[7] A. Sabalenka b. [19] M. Vondrousova 6-1 6-2
A. Sevastova vs [WC] A. Konjuh
[5] E. Svitolina b. [9] P. Kvitova 2-6 7-5 7-5
[8] B. Andreescu vs [12] G. Muguruza
S. Sorribes Tormo vs [27] O. Jabeur
[29] J. Pegula vs [23] M. Sakkari
[16] E. Mertens vs [2] N. Osaka
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