Il torneo femminile era cominciato già col botto, con tante partite di grande equilibrio e intensità, e più va avanti più regala, tra incertezza e un trend che punta verso l’alto.
Tre delle otto tenniste arrivate ai quarti di finale lo hanno fatto annullando uno o più match point (Ashleigh Barty, Aryna Sabalenka e Maria Sakkari), altre due sono Bianca Andreescu ora sì competitiva e Naomi Osaka a 23 vittorie di fila, poi Sara Sorribes Tormo che ha vinto 12 delle ultime 13 partite disputate e il quarto tra vecchi volti come Elina Svitolina e Anastasija Sevastova nella zona che sembrava poter essere preda di Simona Halep.
[8] B. Andreescu b. [12] G. Muguruza 3-6 6-3 6-2
Tra le tante partite al terzo set fin qui, ecco che Andreescu ne ha messe insieme due niente male contro Amanda Anisimova e Garbine Muguruza. Ieri 7-6 6-7 6-4 in due ore e 45, oggi 3-6 6-3 6-2 in oltre due ore di gioco. Il fisico sembra reggere, anche malgrado il solito atteggiamento un po’ ciondolante quando la durata si allunga e la fatica comincia a farsi sentire (ieri anche un MTO per noie alla schiena), e l’energia che sprigiona negli scambi ha ribaltato la partita contro una delle favorite alla vittoria finale.
Il momento d’oro di Muguruza ha preso ora una pausa dopo che alla lunga è stata travolta, investita da una qualità di gioco molto superiore alla sua. Il primo set era stato vinto con la bravura di aver approfittato dell’unico vero game traballante della numero 8 del seeding, sul 4-3 per la spagnola, ma non ha spostato gli equilibri e a inizio del secondo parziale è stata invece Andreescu a cambiare progressivamente il passo. Il primo break in suo favore è arrivato con la risposta di dritto vincente per il 3-1 in una fase dove si stava sempre più facendo il ritmo che voleva lei con punti a velocità molto elevata e poco tempo per riprendere fiato.
La canadese era in una bolla, la spagnola cominciava a perdere timing e incisività. I bracci di ferro da fondo non la vedevano più uscire vincitrice, Andreescu continuava a mirare al suo rovescio per chiuderla in quell’angolo e avanzare, lei era in affanno malgrado poi un game in risposta giocato piuttosto bene sul 4-2. Qualche buona variazione “stile Andreescu” l’ha portata al controbreak, ma poi i guai sono ripartiti: se non c’era la prima in campo erano dolori. 0-15, 15-30: la canadese aveva di nuovo preso il controllo del campo evitando di toccare il dritto dell’avversaria nella costruzione del punto e solo qualche prima stava tenendo a galla la numero 12 del seeding che però scivolava di nuovo sulla palla break e cedeva la battuta per la seconda volta nel parziale.
Quando diciamo che si andava al ritmo voluto da Andreescu questa sera, la risposta migliore è il game sul 5-3: non c’è stato modo di prendere fiato che era 40-0. Non c’era la sensazione che fosse cominciato il primo punto che subito il set era chiuso. In quel momento, andavano a due velocità completamente differenti e il calo di intensità in Muguruza si è manifestato poi in tutto l’inizio del set decisivo dove un grave errore a rete sul 40-40 ha vanificato il recupero da 0-40 e concesso una quarta palla break all’avversaria, che è subito partita avanti nel punteggio e si è involata fino al 4-0 esaltandosi anche a metà percorso con un passante vincente in slice che ha fatto scattare in piedi anche mamma e papà nel suo angolo, dimenticandosi da qualche parte il cane Coco, fin lì in braccio alla mamma.
È una Andreescu che può puntare davvero in alto già adesso? Fin qui sta facendo tutto molto bene, e adesso avrà una partita nuova davanti a sé. Non ci sono precedenti contro Sara Sorribes Tormo e se a potenza non c’è grande storia ecco che l’altra spagnola propone un gioco totalmente diverso rispetto a quanto visto da lei tra Tereza Martincova all’esordio, Anisimova e Muguruza. Sorribes Tormo pedala, difende, generosissima e pronta a rigiocare anche le situazioni più difficili. Non propone palle da spingere, ma dei colpi con due metri di margine sopra la rete. Stessa cosa che fa Andreescu per togliere dal ritmo le avversarie pre-impostate su appoggi piantati a terra e che colpiscono. Qui dovrà prepararla in maniera diversa.
La spagnola, che entrerà in top-50 dopo questo torneo, si è presa fin qui partite di buon valore. Ha battuto in tre set Jennifer Brady all’esordio (con la statunitense che ha anche pagato un problema alla schiena), Elena Rybakina ieri e adesso Ons Jabeur. Tutte vittorie al terzo set, con il 6-4 0-6 6-1 di stasera a chiudere il trittico. Adesso proverà qualcosa di speciale, perché oltre eventualmente alla prima semifinale in un 1000 (lei che ha appena vinto il primo titolo WTA in carriera) proverà a battere per la prima volta in cinque confronti una top-10.
[23] M. Sakkari b. [29] J. Pegula 6-4 2-6 7-6(6)
Battaglia vera tra Andreescu e Muguruza, battaglia tremenda tra Maria Sakkari e Jessica Pegula. La numero 23 e 29 del seeding han dato vita a un match da urlo, soprattutto nella fase finale del set decisivo. La greca ha vinto 6-4 2-6 7-6(6) annullando ben sei match point di cui 5 sul 4-5 in un game di 17 minuti, 9 parità e 24 punti.
Clamorosa la resistenza di Sakkari, capace di rialzare la testa dopo aver visto evaporare il 3-1 di vantaggio e di prendere il coraggio a due mani su ogni match point fronteggiato. Pegula non ha chiuso il match col servizio sul 5-3, complice qualche scricchiolio nella sua imperscrutabile maschera che verrà poi fuori anche più avanti, ma sul 5-4 c’era, dando enorme filo da torcere all’avversaria per arrivare all’agognato risultato.
Solo nell’ultimo torneo, a Dubai, aveva perso nei quarti di finale mancando tre match point tra 5-3 e 5-4 contro Elise Mertens. Lì però fu più “colpa” sua, con dei dritti sbagliati in lunghezza in fasi di palleggio. Oggi invece Sakkari ha sempre trovato il vincente.
Primo match point: servizio in kick da sinistra sul rovescio di Pegula e rovescio lungolinea in avanzamento.
Secondo match point: sempre servizio in kick e nuovo rovescio, Pegula ci è arrivata ma Sakkari ha prima colpito un paio di volte facendola indietreggiare e poi ha chiuso col dritto anomalo.
Terzo match point: dopo un doppio fallo, Sakkari di nuovo ha chiuso Pegula sul lato sinistro e ha tirato il dritto vincente su quello opposto.
Quarto match point: altro kick, altro rovescio vincente in lungolinea sul campo vuoto.
Quinto match point: Pegula ha provato ad anticipare il kick, ma il suo rovescio è finito di poco largo.
Alla fine, col dritto, Sakkari ha trovato il 5-5. Dopo essere riemersa da un complicato game (senza match point) sul 5-6 era avanti 5-3 al tie-break prima di incappare in un brutto passaggio che ha dato a Pegula il match point col servizio, sul 6-5. Qui la statunitense non ha avuto lo stesso approccio che stava mostrando la greca, decidendo di non forzare al servizio dopo aver mancato la prima e di giocare la seconda per far partire il punto, col risultato che Maria ha colpito la risposta di dritto vincente. Un nuovo vincente le dava il primo match point, sfruttato subito con un nuovo kick sul rovescio, un rovescio lungolinea e uno schiaffo al volo vincente di dritto.
Durissima sconfitta per Pegula, dopo la grande chance di Dubai. Sakkari, lasciatasi andare al suolo, è ai quarti di finale di un 1000 per la prima volta in carriera. Contro di lei ora il carico pesante: Naomi Osaka. Con una certezza però: quando la giapponese ha vinto (3-1 i confronti diretti), ha sempre dovuto faticare al terzo set.
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Risultati
[1] A. Barty b. [14] V. Azarenka 6-1 1-6 6-2
[7] A. Sabalenka b. [19] M. Vondrousova 6-1 6-2
A. Sevastova b. [WC] A. Konjuh 6-1 7-5
[5] E. Svitolina b. [9] P. Kvitova 2-6 7-5 7-5
[8] B. Andreescu b. [12] G. Muguruza 3-6 6-3 6-2
S. Sorribes Tormo b. [27] O. Jabeur 6-4 0-6 6-1
[23] M. Sakkari b. [29] J. Pegula 6-4 2-6 7-6(6)
[2] N. Osaka b. [16] E. Mertens 6-3 6-3
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