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Australian Open, Djokovic sveglia Karatsev dal sogno: nona finale a Melbourne

N. Djokovic b. A. Karatsev 6-3 6-4 6-2

L’incantesimo di Aslan Karatsev, lo sconosciuto sbucato dal nulla e piombato in semifinale all’Australian Open 2021, si spezza andando a sbattere contro il muro serbo di Novak Djokovic: il numero 1 del mondo batte il russo con il punteggio di 6-3 6-4 6-2 e per la nona volta in carriera è in finale a Melbourne. Ora attende il vincente della sfida di domani tra Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas. In un’ora e 55 minuti Nole infrange i sogni di Karatsev, il primo uomo capace di spingersi fino alle semifinali all’esordio assoluto nel tabellone principale di un torneo dello Slam.

Numero 114 ATP a 27 anni, con una carriera passata tutta tra i campi meno nobili dei tornei di seconda e terza fascia, il russo si arrende all’ostacolo impossibile da superare. Sotto le sue “mattonate” piatte e potentissime erano crollati il nostro Gianluca Mager, Egor Gerasimov, il numero 8 del seeding Diego Schwartzman, Felix Auger-Aliassime (avanti di due set) e infine il claudicante Grigor Dimitrov. Non Novak Djokovic, ovviamente. Il serbo, le cui preoccupazioni per il problema fisico accusato contro Fritz sono ormai definitivamente archiviate, ci ha messo poco a prendere le misure e a far capire al suo avversario che era il momento di tornare sulla terra.

Venticinque minuti di equilibrio, poi un break a zero che ha lasciato il segno su Karatsev, travolto fino al 5-1 del secondo set. Solo in quel momento il russo si è sciolto tornando con testa e gambe col match tanto da sfiorare la rimonta. Djokovic ha respinto l’assalto, poi sul 2-2 del terzo (dopo essere stato avanti 2-0) ha piazzato l’allungo finale che lo porta sempre più vicino al nono titolo australiano. Karatsev invece se ne torna a casa con 850 mila dollari australiani, una nuova classifica da top 50 e gli applausi del pubblico (tornato sugli spalti dopo il mini lockdown) e dello stesso Djokovic: «Dobbiamo fargli i complimenti, ha giocato un torneo davvero splendido», ha esordito il serbo ai microfoni.

«Non mi sono mai sentito bene come quest’oggi, riuscivo a colpire senza dolore – conferma – E’ stato il mio miglior match in questa edizione ed è arrivato nel momento giusto». Segnali importanti a meno di 48 ore dalla sua 28esima finale Slam (eguagliato Nadal, davanti c’è sempre Federer a 31), la 117esima in carriera, in attesa dell’imminente record di settimane al comando del ranking. La prova del “9” sarà contro Medvedev o Tsitsipas,di cui ha parlato nel post match: «Tsitsipas è stato bravissimo a resistere contro Nadal nel terzo set facendo poi girare la partita a suo favore. Medvedev negli ultimi 3-4 mesi è quello che ha giocato meglio, ha vinto le ATP Finals, l’ATP Cup, sarà un match interessante».

I precedenti contro i possibili avversari sono dalla sua: è avanti 4-2 sul greco e 4-3 sul russo, contro cui però ha perso tre delle ultime quattro sfide. E proprio l’incrocio con Medvedev forse sarebbe quello più interessante, una replica molto più affascinante e incerta rispetto al match del 2019, quando sulla Rod Laver Arena un ancora acerbo Daniil fece soffrire Nole per un paio di set prima di alzare bandiera bianca. Erano le prove generali prima dell’esplosione definitiva, pochi mesi dopo sarebbe arrivato in fondo agli US Open e oggi sembra pronto per giocarsela alla pari anche con il Djokovic australe. Tsitsipas permettendo.

Piero Vassallo

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