[4] D. Medvedev b. [3] D. Thiem 4-6 7-6(2) 6-4
Non è possibile sapere se davvero Thiem e Medvedev abbiano o no giocato un anticipo di chissà quante finali slam ma sicuramente i due che oggi si sono affrontati per poco meno di tre ore nell’Arena O2 di Londra in questo momento sono i tennisti più forti del mondo. A certificarlo non tanto le vittorie di entrambi su Djokovic e Nadal, in fondo bastava poco perché in fondo non ci arrivassero il serbo e lo spagnolo, quanto per la clamorosa intensità che riescono a produrre per un tempo molto lungo. Questi ritmi, questa precisione, questa attenzione in questo momento non sono alla portata di nessuno e se mai i due dovessero ancora regalare Slam a qualcuno dei Fab lo farebbero per via di due aspetti su cui non c’è trascorrere del tempo che tenga: la solidità mentale, quella che ti dice che anche se sei sotto sei più forte, e che sei avanti non ti fa tremare e ti fa giocare il match point meglio del quarto punto di un qualsiasi quinto game; e la lettura tattica, che ti fa comprendere quando e come è meglio modificare qualcosa del piano originario, rischiare qualcosa, prendere tempo, trascinare il tuo avversario in zone per lui meno congeniali.
La finale di stasera da questo punto di vista non è stata sorprendente. Thiem e Medvedev hanno giocato sin dal primo punto del primo game sfidandosi a viso aperto, senza particolari accorgimenti tattici appunto. Il servizio, solido, come mezzo per prendere in mano lo scambio e la spinta progressiva fino a trovare il varco giusto. Oppure la risposta profonda, o un dritto o un rovescio un po’ più corto del giocatore al servizio, che consente di capovolgere la famosa “inerzia dello scambio” per usare il brutto linguaggio tennistico. Thiem ci ha aggiunto una maggiore propensione allo slice, che restituivano palle un po’ più complesse al russo. In queste condizioni il set non poteva che essere deciso da un passaggio a vuoto, ed è toccato a Medvedev buttare all’aria il quinto game da 40-0, dando a Thiem un vantaggio che l’austriaco ha conservato fino alla fine del set.
C’è di buono che Medvedev ha compreso rapidamente che il più forte stasera era l’altro e quindi qualche sforzo per modificare le cose lo ha fatto. Si è fatto più vivo a rete, ha provato qualche palla corta e ovviamente ha chiesto molto di più alla prima, per cercare di non allungare troppo i game alla battuta. Il risultato però non è stato soddisfacente, perché Medvedev ha una mano troppo poco raffinata e anche il senso della posizione a rete si può allenare ma i risultati sono sempre incerti. Così il divario tra i due, nonostante il punteggio continuasse a seguire i servizi si è via via allargato, anche perché Thiem praticamente non giocava più il rovescio in top e lo slice procurava a questo punto imbarazzi enormi in Medvedev. Nel settimo game Thiem mandava sostanzialmente all’aria il break decisivo, giocando male i colpi finali, a punto ormai conquistato. Questo consentiva a Medvedev di respirare e addirittura di ottenere un’altra palla break dopo le uniche due che risalivano all’inizio del match. Thiem l’annulla col servizio ma non riusciva a produrre lo scatto decisivo, anche perché Medvedev migliorava un po’ il suo rendimento a rete, anche questo non senza responsabilità da parte dell’austriaco. Tanta imperfezione meritava una punizione, anche perché Thiem completava il disastro nel tiebreak. Andava avanti 2-0 e poi perdeva sette punti di fila, e insieme a quelli il secondo set, che Medvedev chiudeva con un ace, ma soprattutto il controllo della partita.
Il match prendeva infatti la direzione del russo perché Thiem andava in confusione e contemporaneamente Medvedev sembrava essere ovunque. Thiem rischiava già in apertura di set, si salvava in qualche modo nel terzo game ma al quinto capitolava, preda anche di una certa frustrazione nel vedere la pallina tornare inesorabilmente dall’altra parte dopo colpi che sarebbero stati vincenti persino contro Nadal. Ottenuto il break Medvedev si concentrava sul proprio servizio e Thiem era costretto ad arrendersi non prima di aver sciupato qualche altro passante su un Medvedev che andava a rete persino sulla seconda.
Vittoria tutto sommato meritata di Medvedev, che succede a Nikolay Davidenko completando un po’ l’arco di finali londinesi, aperte e chiuse da un russo. Ma anche questa partita ha mostrato un po’ quanto detto in apertura, con Thiem che non è stato capace di uccidere il match quando lo aveva saldamente in mano. La vera differenza tra i fab e questi che adesso sono i più forti di tutti alla fine è tutta qui.
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