In una giornata che verrà ricordata per il grande spettacolo offerto da Jannik Sinner contro uno Zverev forse non troppo a posto di condizione – ma lasciamo perdere per cortesia le urla isteriche contro gli untori – non c’è troppo da rammaricarsi per l’uscita di scena dell’altro italiano in gara, Lorenzo Sonego, che alle prse con Diego Schwartzman ha patito la pressione dell’ottavo di finale Slam e, di più, la diagonale sinistra, dove l’argentino ha picchiato senza pietà. Sonego ha tenuto il suo primo turno di servizio sullo 0-4 del secondo set e perso 10 dei primi 11 games, prima di entrare finalmente in partita. Ha ritardato la fine del secondo set e nel terzo è riuscito a stare incollato all’argentino, andando persino avanti 4-3 e servizio. Qui Schwartzman è tornato a picchiare sul rovescio e per quanto stavolta Sonego si difendesse un po’ meglio non è riuscito ad andare al di là di un’onorevole sconfitta.
Bisogna invece ringraziare Hugo Gaston, 20 anni e 10 giorni, numero 239 del mondo che per più di 3 ore e mezza ha regalato il più classico del tennis d’altri tempi, facendo apparire Thiem un energumeno smarrito, incapace di prendere una decisione definitiva e pereguirla. Gaston ha regalato tutto quanto un tennista può dare: palle corte, ovviamente, ma continui cambi di ritmo, attacchi controtempo, corse in avanti sulla seconda di servizio, serve and volley, rovesci piattissimi e arrotatissimi dritti a candela e se qualcosa manca è perché l’ha dimenticata il vostro cronista, non il ragazzo di Tolosa. Di fronte a questo continuo festival di colpi, Thiem ha a volte cercato di fare semplicemente il suo gioco e a volte provato a sfidare il rivale sullo stesso terreno, quello del tocco, uscendone con le ossa rotte. E deve ringraziare il fatto che il divario è pur sempre enorme tra un vincitore slam ed uno arrivato dalle qualificazioni, se alla fine è venuto a capo, nel quinto set, di una partita che a quel punto si poteva perdere eccome. Alla fine Thiem è stato bravo a tenersi aggrappato al servizio, anche se verso la fine del set ha ricominciato un po’ a preoccuparsi, ma per sua fortuna al nono game il folletto mancino ha sentito un po’ di pressione, sbagliando finalmente un paio di palle corte, la seconda particolarmente grave perché arrivata sull’unica palla break concessa dal francese nel set, quella decisiva. Le emozioni si sono prolungate per un altro game, perché Gaston è riuscito anche lui ad arrivare a palla break, annullata perché sulla seconda di Thiem, dopo la risposta in avanzamento, il francese si era trovato troppo dentro al campo ed è stato costretto a colpire al volo a non più di 3 metri dalla linea di fondo. Thiem ha penato ancora un po’ perché un meraviglioso passante di rovescio lungolinea ha annullato il primo match point e poi ha chiuso grazie ad un terribile dritto a uscire di violenza inaudita e ad una seconda che è finita addosso a Gaston, sempre proiettato in avanti. I due si sono salutati toccandosi, perché la partita – e Gaston – meritavano che il delirio sul virus si facesse da parte almeno per qualche secondo.
Ottavi di finale
[10] D. Schwartzman b. L. Sonego 6-1 6-3 6-4
[3] D. Thiem b. [Q]H. Gaston 6-4 6-4 5-7 6-3 6-3
J. Sinner b. [5] A. Zverev 6-3 6-3 4-6 6-3
[2] R. Nadal b. S. Korda 6-1 6-1 6-2
[4] D. Medvedev b. [7] A. de Minaur 6-2 6-4 Quel diavolo di Medvedev oggi…
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