Ci sono tanti motivi per essere felice, per Petra Kvitova, perché per lei raggiungere i quarti di finale al Roland Garros non è cosa da poco. Anzi. Quest anno però c’è riuscita senza perdere alcun set fin qui e da adesso avrà un piccolo jolly che potrebbe girare in suo favore: da martedì infatti si giocherà sempre sul Philippe Chatrier, dunque ci sarà sempre spazio per le condizioni forse più adeguate per il suo gioco visto come raramente in questo torneo il tetto non è stato utilizzato.
La ceca, numero 7 del seeding, ha battuto oggi Shuai Zhang per 6-2 6-4 dominando una partita realmente mai in discussione e dove solo nelle fasi conclusive ha vissuto di qualche momento di incertezza con la bi-campionessa di Wimbledon che si vedeva ridurre il vantaggio da 5-2 a 5-4 con anche un match point mancato sul 5-3. Nel decimo game, però, ha servito e gestito molto bene la situazione salendo subito 40-0.
È un Roland Garros che potrebbe riservarle qualche bella sorpresa, perché delle partite giocate (guarda caso) le prestazioni migliori sono arrivate con il campo riparato e il tetto in funzione mentre nei campi all’aperto, contro Jasmine Paolini e Leylah Fernandez dove era anche finita indietro 1-5 e set point per la canadese. 23 vincenti e 29 errori sono un buon dato, che però molto probabilmente adesso dovrà rendere ancor più efficace perché la sua prossima avversaria sarà tutt’altro che banale. Anzi.
Chi non conosce Laura Siegemund probabilmente rimarrà sorpreso da queste parole perché è una trentaduenne che si è spinta così avanti in un torneo Slam per la prima volta in carriera in un torneo pieno di sorprese, ma la tedesca è ben altro. La sua qualità di gioco sula terra battuta si eleva a livelli importanti con un gioco aggressivo fatto di colpi in controbalzo e discese a rete, con varie smorzate giocate perfette al millimetro. La terra rossa le dà il tempo di adattarsi a queste condizioni rallentando il gioco e la velocità della palla avversaria, dunque un campo pesante come quello di questi giorni al Roland Garros la sta in qualche modo agevolando. Una sorta di “rivincita” rispetto alla cattiva sorte che l’aveva colpita nel 2017.
Si presentava alla vigilia del Roland Garros come una delle più pericolose, in un torneo che al via aveva assente Maria Sharapova, Serena Williams, Victoria Azarenka e Petra Kvitova rientrava dal grave agguato subito in casa con altre big non al meglio. Alla fine vinse Aljona Ostapenko in quella finale spettacolare contro Simona Halep, mentre Siegemund si ruppe il ginocchio a Norimberga poco prima del sorteggio e rimase fuori almeno sei mesi.
Ha vinto il titolo più importante della carriera a casa sua a Stoccarda, su terra battuta, proprio in quel 2017 battendo in serie Svetlana Kuznetsova, Simona Halep, Karolina Pliskova e Kristina Mladenovic in finale. L’anno prima, sempre a Stoccarda, fece finale superando Anastasia Pavlyuchenkova, Simona Halep e Agnieszka Radwanska. Sul rosso si esalta, malgrado un carattere molto particolare che non la mette in buona luce con le colleghe: anche in questo Roland Garros fu protagonista al primo turno dell’episodio del doppio-rimbalzo che costò a Kristina Mladenovic il set. Vero che non spettava a lei fermare il gioco, ma la sensazione era che il doppio rimbalzo fosse abbastanza netto da sentire per lei che l’aver fatto finta di nulla si è aggiunto ai vari momenti che hanno accompagnato la carriera, tra medical time out discutibili e piccoli atteggiamenti nei match che tendono a giocare con la pazienza dell’avversaria. Elena Vesnina, di recente, raccontava a Eurosport Russia che in una loro partita a Charleston lei per due volte gettò a terra la visiera durante i punti per fermare il gioco.
Oggi la tedesca ha rimontato da 3-5 per imporsi 7-5 6-2 contro Paula Badosa facendo un po’ tutto questo. Da quando ha perso la battuta ha aumentato la potenza e la spinta del proprio dritto per prendere campo e gettarsi a rete, cominciare una serie di smorzate millimetriche e avere un ritmo troppo alto per una spagnola che è andata in confusione forse troppo facilmente, cominciando un blackout che ha permesso alla tedesca, che nel frattempo si lamentava per una questione di secondi persi tra un punto e l’altro, a comandare la situazione prima a livello psicologico (lei che è anche laureata in psicologia) e poi nel gioco, dilagando nel secondo parziale.
Sarà tutt’altro che facile per Kvitova, chiamata tra due giorni a tirar fuori una prestazione quasi perfetta sia nel gioco che nella personalità. Sfide delicate, Petra, ne ha affrontate diverse in campo. Per continuare la sua avventura a Parigi servirà tanta forza e tanto equilibrio.
Molto bene, invece, Sofia Kenin. E anche questa volta lei ha dovuto recuperare un set di ritardo, contro Fiona Ferro, ma la francese stava facendo un ottimo torneo e aveva le carte in regola per andare anche più avanti. Dal 6-2 in suo favore, Kenin è riuscita però a elevare il proprio livello come mai fatto fin qui nel torneo. Pareggiando i conti con un netto 6-2, la statunitense e campionessa dell’Australian Open ha cominciato i primi game del terzo realizzando 9 vincenti, chiudendo dominando 2-6 6-2 6-1. Ai quarti di finale, adesso, o Ons Jabeur nel rematch di Melbourne (proprio ai quarti) o Danielle Collins. La partita tra le due è stata sospesa causa pioggia.
Risultati
[30] Jabeur vs Collins rinviata
[4] Kenin b. Ferro 2-6 6-2 6-1
[7] Kvitova b. Zhang 6-2 6-4
Siegemund b. Badosa 7-5 6-2
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