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Roland Garros: Errani e Paolini volano. Tre italiane al secondo turno dopo 4 anni

Era da Wimbledon 2016 che il tennis italiano al femminile non portava tre rappresentati al secondo turno. Non è un traguardo da celebrare urlando ai quattro angoli, ma deve lasciare un bel sorriso dopo tanto penare e tanto buio nei risultati di un gruppo che da un anno circa ha cominciato a migliorare e migliorarsi.

Se ieri il risultato di una nostra portacolori vincente era “scontato” visto il derby tra Camila Giorgi e Martina Trevisan, oggi Sara Errani e Jasmine Paolini hanno portato a casa due belle partite. Non erano assolutamente chiuse dal pronostico, e probabilmente al momento si facevano preferire sia a Monica Puig che Aliona Bolsova, però per come si sono sviluppate c’è da fare tanti applausi a entrambe.

importantissimo il risultato di Sara, che giocava il primo tabellone principale di uno Slam per la prima volta dal Roland Garros 2018 e ha centrato il primo successo dal Roland Garros 2017. Come in quell’occasione, la ex numero 5 del mondo è arrivata nel main draw passando dalle qualificazioni. Come quella volta, la romagnola ha avuto un percorso netto nel tabellone cadetto e ha approfittato di un buon primo turno, sulla carta, per imporsi e portarsi al secondo turno.

Rispetto a quanto vedevamo un anno fa, Errani sembra stare molto meglio di testa, e dunque di gioco. Eravamo stati abbastanza negativi dopo la sua sconfitta a Roma, il crollo in classifica, le enormi difficoltà che mostrava a competere anche con giocatrici nelle prime 150 del mondo dovuto a un blackout nel servizio, colpo già abbastanza delicato, che la costringeva a servire da sotto. Non ha mai concretamente parlato di come mai non riuscisse a servire con la palla sopra la spalla, ne rispettiamo la decisione, e adesso fa piacere rivederla serena e competitiva sulla superficie che l’ha plasmata e ne ha scritto le pagine più belle della carriera.

Una Errani che, almeno sul rosso, non merita la sua classifica attuale (n.150) sa che con tante giocatrici presenti in questo tabellone può giocarsela se entra in campo con la grinta e la “cattiveria” agonistica che le abbiamo riconosciuto per tanti anni. Con la capacità di manovrare il gioco e creare problemi nelle avversarie come la Puig odierna, al primo torneo dopo un anno e completamente in balia del gioco avversario. 34 errori in un’ora di gioco sono un’enormità, ed era li che Errani cercava di lavorare. Sapeva che in tanti aspetti tattici era superiore, in questo momento, e ha guidato la partita come voleva lei. Sembrava, a tratti, la Errani di alto livello che prendeva queste giocatrici così aggressive (ma che concedono tanto se messe fuori posizione) e le faceva deragliare con grande agio. Tra l’altro, a livello di tabellone, può guardare al secondo turno con una buona dose di ottimismo perché nella peggiore delle ipotesi avrà Kiki Bertens (impegnata contro Katarina Zavatska, numero 112 del mondo). L’olandese, numero 5 del seeding, arriva a Parigi senza vittorie dalla ripresa del tennis e trascinando con sé da ormai un anno un fastidioso problema al tendine d’Achille che non le sta dando pace. Il livello è quello che è, molto più basso rispetto alle sue potenzialità sul rosso, e Sara può provare a sognare.

Paolini, invece, al quarto tentativo ha finalmente trovato la prima vittoria in carriera in un tabellone principale dei tornei Slam. La toscana ha vinto una bella sfida contro Aliona Bolsova, spagnola ma di origine moldava, che lo scorso anno su questi campi raggiunse addirittura il quarto turno, partendo dalle qualificazioni. 6-4 6-3 il punteggio conclusivo, con solo qualche brivido nella fase finale in cui ha mancato due match point consecutivi sul 5-1 prima di chiudere un paio di game più tardi.

Una prestazione importante, che le regala un secondo turno molto importante. Tra due giorni sarà infatti di fronte a Petra Kvitova, numero 7 del seeding e oggi protagonista di un ottimo esordio contro Oceane Dodin. 6-3 7-5 il punteggio in favore della ceca, che ha visto il suo livello schizzare anche grazie al tetto che copriva il Philippe Chatrier e ha ricreato uno dei suoi habitat preferiti. In quelle condizioni è quasi inviolabile, ma anche senza per Paolini si tratterà di una sfida molto affascinante ma altrettanto complicata.

Diego Barbiani

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