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WTA Lexington, Serena Williams: tanta ruggine, ma il rientro è vincente. Ora sfida a Venus

Il loro primo incontro risale al 1998. Australian Open, secondo turno, Venus Williams (18 anni a giugno) superava la sorella Serena (16 e mezzo, ne avrebbe compiuti 17 a settembre) 7-6 6-1. Da allora ci sono stati altri 28 incontri, un ventinovesimo saltato a Roma per forfait di Serena.

Ora, a Lexington in Kentucky, avverrà probabilmente il più improbabile teatro della sfida numero 30 tra le due grandi leggende del tennis americano. Il torneo si chiama “Top Seed Open” ed è organizzato in un circolo che doveva ospitare un ITF, poi cancellato perché non si potevano garantire standard di sicurezza di cui invece la WTA si è fatta carico.

È probabilmente lo scenario più simile a un comune circolo tennis: tanti campi uno accanto all’altro, zero tribune (anche perché a porte chiuse), qualche sedia, raccattapalle e giudici di linea ridotti al minimo. Si sente a malapena la voce dell’arbitro, le giocatrici ora vanno a prendersi l’asciugamano a bordo campo, addirittura per il match tra Serena Williams e Bernarda Pera c’era un solo giudice di linea per le linee laterali che doveva giudicare anche il rimbalzo dall’altra parte del campo. L’ambiente è completamente l’opposto di un evento del circuito maggiore, anche a causa dell’emergenza sanitaria e del bisogno di limitare al minimo assembramenti e momenti di contatto. Per chiudere, c’è una telecamera sola a bordo campo che si muove simil-drone e propone inquadrature ben lontane da quelle convenzionali.

In tutto ciò, avremo una sfida d’altri tempi tra le sorelle Williams. E questo già fa sorridere. Con Venus che si avvicina paradossalmente meglio rispetto a Serena. Lei ha vinto la sua sfida contro Victoria Azarenka 6-3 6-2. Un nuovo movimento al servizio, un dritto con la racchetta che rimane più tempo verso basso, e buoni movimenti lungo il campo. Così, dopo una prima parte di set d’apertura abbastanza lottato, Venus ha cominciato a macinare e prendere il comando, aprendo le danze sul 3-2 per lei con un rovescio lungolinea vincente in allungo che in uno stadio pieno avrebbe strappato enormi applausi. “Vika” è calata tanto alla distanza, complice una forma tutta da scoprire e la sensazione che sia sempre difficile per lei trovare la soluzione a questi ultimi anni così travagliati.

Venus affronterà dunque Serena, che può dirsi brava e molto fortunata per aver respinto gli attacchi continui di Pera. La statunitense di origini croate ha avuto la partita in mano per quasi due set. Un break in apertura di match le è bastato per far suo il primo set dove comandava senza troppe difficoltà. Serena era nervosa, ferma, infastidita, fallosa, in netta difficoltà a ogni spostamento. Poi però è uscito fuori il suo carattere e il suo spirito mai domo. Campionessa si è, nel suo caso, e non per nulla. Uno 0-40 rimontato nel primo game, un’altra palla break cancellata sull’1-1, altre 4 respinte sul 4-4 con Pera protagonista di un secondo 0-40 non sfruttato. Tantissime chance gettate al vento che alla fine hanno pesato come un macigno: Serena pareggiava il conto dei set con un 6-4 e nel terzo, in qualche modo, prendeva le distanze chiudendo 4-6 6-4 6-1. Punteggio forse troppo severo per Pera, nel set decisivo, ma Serena ha salvato 11 delle 12 palle break concesse tra secondo e terzo set. E alla fine hanno pesato.

Risultati

[1] S. Williams b. B. Pera 4-6 6-4 6-1
V. Williams b. V. Azarenka 6-3 6-2
[WC] S. Rogers vs M. Doi
[Q] L. A. Fernandez vs [7] S. Stephens
[PR] C. Bellis b. [LL] F. Di Lorenzo 6-2 6-1
J. Teichmann b. [Q] A. Kalinskaya 6-2 7-5
[5] Y. Putintseva b. A. Tomljanovic 6-0 6-4
A. Blinkova b. [Q] K. Ahn 2-6 6-4 3-1 ritiro
[Q] O. Govortsova vs [Q] B. Mattek Sands
C. Gauff b. [Q] C. Dolehide 7-5 7-5

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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