Come è questa ora subito dopo la fine della partita?
Ci sono tantissime emozioni tra la soddisfazione e la tristezza, flashback vari da quando ero bambina a ora. Il fatto che sia volato tutto così in un attimo ma allo stesso modo sembra che sia qui da una vita, è tutto speciale. In tanti sono già arrivati a congratularsi e sentire l’affetto di tutti lo rende un bellissimo momento. In campo ho provato a rimontare, in un paio di occasioni mi sono detta che questa potrebbe essere la mia ultima palla e mi dicevo che non volevo fosse così e lottavo ancora come se la mia vita dipendesse da questo. Penso che il risultato oggi non mi interessi come la maniera in cui ho lottato fino alla fine. Volevo essere qui e ho lottato fino alla fine, che credo indichi al meglio la mia carriera.
15 anni di carriera, tanti alti e tanti bassi, che cosa pensi di aver veramente imparato da questa esperienza?
Ho imparato tantissimo. Non sarei la persona che sono ora senza tutto ciò. La cosa più importante è che non importa da dove vieni, non importa il colore della tua pelle, non importa se sei bassa o grossa, non importa nulla. Se hai un sogno e ci provi lavorando duramente, nulla è impossibile. Avevo un sogno da bambina: essere numero 1 del mondo e vincere Slam. Nessuno ci credeva, venendo da un paese così piccolo, ma ce l’ho fatta lavorando duro ogni giorno.
Quando hai scelto di ritirarti qui all’Australian Open ti aspettavi una giornata così?
Forse non sapevo bene che cosa aspettarmi. Penso che quanto accaduto oggi sia perfetto. Lo stadio era pieno, le persone si sono alzate in piedi, hanno messo “Sweet Caroline” e loro accompagnavano la canzone battendo le mani, io avevo la bandiera danese al collo, accanto a me c’era mio padre e mio marito, la mia famiglia. Non penso sarei stata in grado di sperare in un momento migliore.
Tu hai 29 anni, che sembra un’età abbastanza giovane per ritirarti e molte persone vorrebbero chiedere “come mai?”
Penso che ogni giocatore e giocatrice sappia quanto sia duro raggiungere il top. E poi starci. Io sono arrivata al punto per cui mi sono detta che era ora di fare questo passo e sono pronta a tutto quello che ci sarà. Il tennis mi ha dato tanto e ho imparato tanto, sono molto grata, ma la vita al di fuori dello sport sarà ugualmente emozionante. Non penso sarà un addio per sempre, ci potremmo rivedere ai tornei ogni tanto, non in campo ma magari in qualche attività fuori.
Quale speri sia la tua eredità?
Spero che la gente penserà a me come una grande lavoratrice, qualcuna che ha dato tutto giorno dopo giorno. Spero di aver dato un’ispirazione anche a giocatori e giocatrici delle nazioni piccole, che possono provare a fare il massimo.
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