[2] Ka. Pliskova b. K. Mladenovic 6-1 7-5
Quando sabato scorso Karolina Pliskova aveva presentato la partita d’esordio contro Kristina Mladenovic era stata oggetto di critiche per un’analisi piuttosto chiara e vista in termini quasi scortesi verso l’avversaria. Nella conferenza stampa pre-torneo la ceca disse: “Non so in quale condizione sia, al momento. Penso però che il match sia completamente nelle mie mani. Anche se lei dovesse giocare in maniera eccellente, ho comunque possibilità di batterla. Poi comunque è chiaro: so che può essere pericolosa”. Per questo, in tanti via social hanno letto il lato più malizioso della vicenda criticando l’atteggiamento sfrontato.
Pliskova è così: non è sleale ma diretta, schietta. Non è la prima volta che esprime un’idea in maniera più chiara di tante altre persone, anche uscendo dalla bolla del “politically correct” che avvolge gran parte del mondo odierno. Karolina ha numeri e qualità riprovati nel corso degli anni, Mladenovic è un’ottima giocatrice ma che non ha saputo mantenere i picchi dei suoi mesi migliori della carriera, nella prima parte del 2017. E oggi probabilmente si è avuta la dimostrazione più importante a queste parole.
Nella prima sfida della Rod Laver Arena, Karolina ha liquidato la sua avversaria controllando una partita cominciata con un nettissimo dominio a tinte ceche. Il 5-0 di vantaggio preso aveva tutta la differenza che c’è tra due giocatrici di alto livello: il rovescio, soprattutto, faceva perdere tantissimo campo a Mladenovic, per via di un colpo giocato quasi più in appoggio e dove difficilmente genera potenza. Lo può piazzare molto bene, ma nella diagonale era sempre costretta a cedere campo se non proprio a lasciare che Pliskova prendesse il punto. Col dritto probabilmente gestiva meglio la situazione, ma non creava quasi mai lo spazio per costruire il punto come può piacere a una come lei.
Sul 5-0 la francese ha mosso il punteggio e, perso il parziale d’apertura, nel secondo ha cercato qualcosa in più con una Pliskova calata soprattutto dal punto di vista dell’attenzione. Il servizio ha spesso tolto la numero 2 del mondo da possibili problemi, ma dopo aver preso il break di vantaggio si è fatta riacciuffare per il 4-4. L’unico momento vero in cui la partita poteva dare qualche dubbio, però, è arrivato poco dopo quando Pliskova doveva ritrovare la concentrazione per salvare il punteggio ed evitare un terzo set che sarebbe stato piuttosto scomodo. Da lì in avanti, però, ha tenuto a zero il servizio per il 5-5 e preso nuovamente un break di vantaggio che le ha dato la vittoria.
Al prossimo turno un’altra avversaria che sulla carta può creare problemi: Laura Siegemund, che la batté un paio d’anni fa a Stoccarda, o Coco Vandeweghe, comunque in bisogno di partite per ritrovare una condizione da top-30.
[19] D. Vekic b. [WC] M. Sharapova 6-3 6-4
Durissimo colpo per Maria Sharapova, sconfitta al primo turno dell’Australian Open in una partita dall’esito mai veramente in discussione, ma che pare aver lasciato scorie importanti nella sua testa.
Era da un anno esatto che non superava una top-20, proprio sulla Rod Laver Arena di Melbourne quando si impose 6-4 3-6 6-3 contro Caroline Wozniacki, e oggi ha dovuto fermarsi per la sesta volta di fila, stavolta contro Donna Vekic. Un 6-3 6-4 dove sono sorte le difficoltà di questo periodo per lei così malandato: ha bisogno di partite, ha un ranking che ormai non le permette più di giocare alcun torneo WTA (al termine dell’Australian Open, perdendo 120 punti, sarà ai margini della top-200) e l’unico modo per rientrare sarebbe tramite wild-card, ma nei tornei migliori i sorteggi tosti sono ormai all’ordine del giorno per lei.
Incastrata in un labirinto sempre più stretto e angusto, la russa ha dichiarato in conferenza stampa che non sa se tornerà il prossimo all’Australian Open, ringraziando Craig Tiley per la wild-card concessale questa volta. Lei sa che da campionessa del torneo potrebbe sempre trovare una porta aperta, ma probabilmente ogni volta realizza sempre più come il livello per affrontare queste avversarie sia sempre più legato a una speranza molto sottile. Oggi ha avuto il momento migliore quando ha cercato una rimonta disperata nel primo set da 5-1 per la sua avversaria, arrivando fino alla palla del 4-5, ma la croata ha retto nel momento cruciale garantendosi un prezioso vantaggio.
Sharapova aveva poche vie per prendersi dei punti in maniera “facile”: buon dritto, pesante, verso l’incrociato per far perdere campo a Vekic e colpire poi sul lungolinea. Purtroppo lo schema non era spesso praticabile. Donna, appena trovava profondità, la mandava in affanno. Nel secondo set la russa ha reagito, ma dal 4-1 non è comunque riuscita a prendersi il parziale perché Vekic è rientrata con 5 game consecutivi. Sette sconfitte consecutive contro top-20 e una classifica che ora piange per tanti ragioni: scivolerà al numero 366, almeno, in una condizione per cui potrà accedere ai tornei del circuito maggiore solo tramite wild-card. Difficile, molto difficile immaginarla scendere negli ITF.
[4] S. Halep b. J. Brady 7-6(5) 6-0
Un bello spavento per Simona Halep, ed era tutto prevedibile. Non è arrivata all’Australian Open giocando bene, ad Adelaide aveva dato la sensazione di avere ancora diversa ruggine addosso. Oggi la sensazione è stata riconfermata in un primo turno pieno zeppo di interrogativi e trappole.
Di fronte, la numero 4 del seeding, aveva Jennifer Brady, ottima protagonista a Brisbane e data molto “in palla” anche qui a Melbourne. La statunitense si è subito mostrata in proiezione offensiva, dando poi tanto fastidio alla rumena alzando spesso i numeri di giri di top spin nel proprio dritto. Halep era lontana dal campo, lei colpiva: 2-0. Brady ha gestito quel vantaggio piuttosto bene, facendosi anche vedere in altre circostanze in risposta alla ricerca di un secondo break.
Halep era chiamata talvolta a dei numeri, soprattutto col rovescio, ma da giocatrice più esperta e con più “forza” nei momenti giusti si è rifatta sotto sul 3-4 al primo calo di Brady al servizio. Alla terza palla del controbreak ha preso la parità e, pur senza avere vita facile, si è spinta sul 5-4. Nell’undicesimo game il primo momento clou: sulla palla game è caduta e se prima era sembrata soffrire alla gamba poi il problema vero si è rivelato essere il polso. Si è fatta controllare più volte, ha messo una fasciatura, e nel dodicesimo game è riuscita a cancellare il vantaggio dell’avversaria che nel frattempo era tornata avanti e serviva per il set.
Ha avuto 3 set point, Brady, ma in ognuno di questi Halep è stata bravissima a prendersi il punto tra scambi a braccio di ferro da fondo campo dove non sbagliava più e passanti in allungo dopo buone costruzioni del punto. Alla fine, il controbreak l’ha rigenerata e nel tie-break è stata una Halep sempre un po’ macchinosa ma con le idee e gli schemi ben chiari su come evitare di ripetere gli errori di gran parte del set. Fondamentale, per lei, prendersi il set 7-5 perché Brady ha cominciato con grande frustrazione il secondo crollando subito indietro di un break. La partita era definitivamente girata a favore della rumena, che ha poi chiuso in scioltezza.
Altri incontri
Tra le teste di serie avanzano Belinda Bencic (6-3 7-5 ad Anna Karolina Schmiedlova) ed Elina Svitolina (6-4 7-5 a Katie Boulter). La svizzera avrà Alona Ostapenko, che ha cominciato il suo torneo con un 6-1 6-4 ai danni di Liudmila Samsonova frutto anche di 11 ace e solo 3 doppi falli. L’ucraina invece avrà Lauren Davis, impostasi 6-4 6-2 contro un’altra qualificata, la diciassettenne canadese Leylah Fernandez.
Angelique Kerber ha esordito con un agevole 6-2 6-2 ai danni di Elisabetta Cocciaretto, al prossimo turno per lei ci sarà Priscilla Hon o Kateryna Kozlova. Da quella parte è caduta invece la testa di serie numero 15 Marketa Vondrousova, fermata però da una grande Svetlana Kuznetsova 6-2 4-6 6-4.
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