[4] S. Halep b. [18] E. Mertens 6-4 6-4
[28] A. Kontaveit b. I. Swiatek 6-7(4) 7-5 7-5
Passata molto sotto traccia fin qui, Simona Halep è tornata ai quarti di finale dell’Australian Open dimostrando grande forza in una partita tutt’altro che banale contro Elise Mertens. La belga è stata sconfitta con un doppio 6-4, ma ha interpretato veramente molto bene il match, snaturandosi e cercando di essere più aggressiva del solito. Il piano era difficile, perché affrontava una capace di andarla a pizzicare nei punti più scomodi e di tirarle fuori tanti errori gratuiti. Eppure questo era l’unico modo per provare a costruire qualcosa visto che accettare lo scambio prolungato, come spesso fa, poteva ritorcersi contro in brevissimo tempo.
Ha colpito molto bene la palla per due set interi, ma non è comunque bastato. Alla fine lei ha veramente poco da recriminare, però, perché l’idea tattica era giusta nel tentativo di scardinare la solidità della sua avversaria. Fioccavano vincenti, molti più dei suoi standard (16 solo nel primo set) e riusciva a creare qualche difficoltà alla rumena rientrando da 1-3 e salvando un ottimo turno di battuta per il 4-3 in suo favore. Il problema, però, è che Halep qui sembra avere una sicurezza e tanto margine che è difficile da scardinare. Dopo le prove poco brillanti di Adelaide, la ex numero 1 del mondo è riuscita a trovare crescita e continuità anche grazie al difficilissimo esordio contro Jennifer Brady, superata 7-6 6-1 dopo aver però dovuto soffrire tanto nel set d’apertura.
Dal secondo turno è cominciato un altro torneo, e pur senza aver affrontato avversarie di primo livello fino agli ottavi oggi ha estratto un’ottima prova contro una top-20 di buonissimo valore come Mertens, semifinalista qui nel 2018. In entrambi i set ha trovato il guizzo decisivo sul 4-4, sempre dopo due turni di risposta molto combattuti. Nel primo parziale erano arrivate più o meno allo stesso livello, nel secondo invece Halep aveva buttato al vento un 3-0 e doppio break di vantaggio grazie però ai tanti meriti della belga che non ha mai smesso di farsi sotto e attaccare. Nel momento chiave la maggior solidità della rumena ha prevalso, e a questo punto del tabellone potrebbe anche essere considerata una delle (se non proprio “la”) principali favorite al titolo finale. Diversi pareri dei giocatori infatti raccontano di un campo più lento rispetto agli ultimi due anni, con una superficie ruvida e palle che si gonfiano quasi subito creando più attrito e rallentando la loro corsa.
A questo punto, Halep affronterà Anett Kontaveit. L’estone è alla prima partecipazione assoluta in carriera ai quarti di finale di uno Slam e per superare lo scoglio del quarto turno ha dovuto vincere una gran partita contro Iga Swiatek. Quasi tre ore di grande lotta ed equilibrio per un 6-7(4) 7-5 7-5 conclusivo dove si è visto un po’ di tutto.
La numero 28 del seeding e la diciottenne polacca sono andate avanti passo passo fin dai primi game e così fino alla fine del secondo set. C’erano break, ma nessuna concretamente allungava nel punteggio da creare scenari nuovi. Kontaveit ha servito per il primo set sul 6-5 in una fase dove Swiatek non riusciva a mettere la prima palla in campo e sbagliava tanti rovesci, ma lì la polacca ha trovato forza e coraggio per infilare tre ottimi punti e salire subito 0-40 raggiungendo poi il tie-break. I problemi di Iga col servizio continuavano, ma dopo uno scambio di mini-break ha trovato il passante di rovescio che ha spezzato la situazione a suo favore, trovando il punto del primo set al secondo set point.
Le difficoltà al servizio però continuavano e Swiatek, che era costretta a diversi game con la seconda, cercava di fare del suo meglio per arrivare alla fine. Ha avuto un break di vantaggio nel secondo set, sul 4-3, ma Kontaveit ha risposto “presente” in maniera immediata. C’è stato il tempo per un momento di genio della polacca che ha giocato un ottimo tweener approcciando la rete e chiudendo con la voleè di dritto per il punto del match
ma sul 6-5 Kontaveit è stato cruciale il punto vinto dall’estone sul 15-0 (servizio per la sua avversaria). Iga era in totale comando del punto e aveva chiuso all’angolo sinistro la estone, che non poteva far altro che difendersi alla disperata, ma tutti i suoi recuperi difensivi finiti molto profondi alla fine hanno funzionato e Swiatek ha messo appena largo l’ultimo rovescio. Preso immediatamente il comando dello scambio successivo, Anett era così a due punti dal set. Con tanta pressione addosso, la polacca non è riuscita a portarsi al tie-break regalando così al pubblico il terzo set.
Fisicamente non si stava muovendo benissimo, ha anche avuto un intervento del fisioterapista a fine del primo set, ma forse l’unica cosa per cui Swiatek può recriminare è l’atteggiamento troppo negativo a inizio del set decisivo. C’era ancora tutto da giocare, e mentre lei mostrava grandi segnali di demoralizzazione la sua avversaria trovava i suoi punti migliori. Non è un caso, è “semplicemente” un fattore di esperienza in più che Kontaveit può avere, malgrado anche lei fosse alla ricerca del primo quarto di finale Slam e sotto pressione può cominciare a tremare. E proprio per questo, quando il match sembrava finito c’è stato un nuovo capovolgimento di fronte. Kontaveit è andata a servire sul 5-1 ma quattro palle tirate quasi a occhi chiusi da Swiatek hanno portato il 5-2 e l’aver poi mantenuto la battuta per il 5-3 aveva improvvisamente alzato la tensione per l’estone, che per la seconda volta al servizio per il match è andata (ora sì) in affanno e ha perso nuovamente la battuta. Raggiunta sul 5-5, ha trovato però un ottimo game che ha fermato l’emorragia e riportato Swiatek spalle al muro.
Iga, di nuovo al servizio per rimanere nel match, era tornata senza più la prima e questo l’ha portata ad accelerare nuovamente i tempi di gioco. Sul 30-30 ha cercato un’improbabile accelerazione di dritto su una palla difensiva molto profonda, non molto pulita, e mentre stava indietreggiando col corpo. Sul match point, un ultimo errore col rovescio lungolinea a mettere fine a una sconfitta abbastanza pesante per il peso che aveva la partita e per la chance dei primi quarti di finale Slam, ma che conferma le buone impressioni date fin qui. C’è un processo di crescita in corso, c’è esperienza da fare, e le opportunità torneranno per lei. Nel frattempo, invece, Kontaveit può tirare un enorme sospiro di sollievo anche perché proprio su questi campi, nel 2018, buttò un 4-1 e servizio di vantaggio al terzo set contro Carla Suarez Navarro. Non era mai stata così vicina a essere tra le migliori 8 di uno Slam. Ora quel muro si è infranto.
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