Australian Open

Australian Open: Barty spezza il tabù Riske, Jabeur entra nella storia

[1] A. Barty b. [18] A. Riske 6-3 1-6 6-4

Il boato, la gioia, le urla: “Ti amiamo Ash!”. La Rod Laver Arena è esplosa, mettendo anche da parte la signorilità, dopo il doppio fallo di Alison Riske che ha consegnato ad Ashleigh Barty un nuovo quarto di finale Slam in casa, all’Australian Open, paese che si sta letteralmente appassionando a questa ragazza di 23 anni e che sta regalando più di un sorriso e soddisfazione ai propri connazionali. È una corsa bellissima perché non facile, e oggi c’era una prova chiave: il match contro Riske infatti la vedeva di fronte a una mai battuta in carriera.

È finita 6-3 1-6 6-4, una partita abbastanza rapida e che ha vissuto di un sottilissimo equilibrio anche nel terzo set quando la numero 1 del mondo aveva allungato sul 4-1. La statunitense aveva armi e forza per rientrare tornando a colpire verso il rovescio dell’australiana, e il vento che soffiava non forte, ma abbastanza irregolare, è sembrato mandare un po’ in confusione Barty in una serata dove aveva bisogno della massima attenzione nella costruzione del punto perché contro aveva un’ottima giocatrice in fase di copertura e pressione.

Entrambi i set vinti sono arrivati soprattutto grazie all’ordine e agli schemi eseguiti nel miglior modo possibile. Spesso cercava di colpire verso la parte destra di Riske, invogliandola al lungolinea di dritto e andare, lei, verso lo spazio vuoto. Oppure costruire lo scambio per avere lo slice di rovescio a disposizione: un colpo filo rete, spesso neppure troppo profondo, ma apposta da non fare attaccare Riske che rigiocava come poteva e su quella palla l’australiana entrava per chiudere. Il 6-1 è maturato per un progressivo aumento della spinta dell’americana, a cui faceva da contraltare una Barty abbastanza in difficoltà nella fase di spinta e posizionamento in campo. Due break molto facili, quasi a ricordare (e ricordarle) che questa sfida non è mai banale, e il punteggio diventava di un set pari quasi senza accorgercene.

Nel terzo set Barty è riuscita a partire davanti, fondamentale per fermare l’emorragia, e dopo aver tenuto il game del 2-1 è tornata per qualche game la Barty del primo set, prendendo un break vitale ma ancora non decisivo. Riske, sull’1-4, ci ha messo nulla a rimettersi in partita. Sono arrivati i gratuiti dell’australiana, ma c’era molta più lucidità da parte di Alison nel capire dove dover colpire (rovescio, per prima cosa) e il punteggio tornava in parità. Sul 4-4 Ash è stata ottima nel partire subito con due vincenti e darsi più tranquillità, chiudendo poi il game a zero con il quarto ace della sua partita. Riske ha probabilmente avuto una chance importante quando sul 30-15 ha colpito uno dei suoi rovesci che doveva essere vincente, ma è stato fermato dal nastro. L’ultimo game è cominciato con un ottimo passante di dritto della numero 1 del mondo, che ha cercato di mettere subito quanta più pressione possibile e sul 30-30 ha trovato il match point spingendo bene col dritto. Qui, lo sfortunatissimo doppio fallo di Riske, che ha concluso così la sua avventura.

Barty ai quarti riavrà Petra Kvitova, nella sfida che ha deciso anche il quarto di finale del 2019, lì a favore della ceca. È stata anche l’ultima volta che Kvitova si è imposta contro Barty prima che l’australiana vincesse a Miami, Pechino e WTA Finals.

O. Jabeur b. Q. Wang 7-6(4) 6-1

Finisce il cammino di Qiang Wang, mentre Ons Jabeur vola sempre più in alto. La tunisina fa la storia all’Australian Open diventando la prima donna araba tra le migliori 8 di uno Slam, la prima a entrare in top-50 e la prima araba (uomini e donne) a questo punto del tabellone di un Major dopo Hachim Arazi all’Australian Open del 2004.

È festa grande per lei, che ha superato la cinese giustiziera di Serena Williams per 7-6(4) 6-1 dopo essere rientrata da 1-4 nel set d’apertura. Tennis d’attacco, variazioni, colpi a effetto. Tutto il repertorio di una giocatrice che nel 2011 vinceva il Roland Garros junior e poi ha trascorso tanto tempo alla ricerca di qualcosa, di una maturità, di una presa di coscienza delle proprie armi.

Ora, Ons, è tra le migliori 8 dell’Australian Open. Soldi, punti, vita. Una classifica che le permetterà di organizzare la stagione pensando ai tornei più importanti con quasi la certezza di non dover fare le qualificazioni. E intanto, martedì, la sfida a Sofia Kenin per provare a non smettere questa avventura che sta assumendo contorni sempre più irreali.

Diego Barbiani

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