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Un decennio pieno di bagel: Novak Djokovic

È l’anno di Djokovic. Nole, dopo aver vinto la Coppa Davis in chiusura 2010, trova una striscia di risultati da record, banalmente non perde più, e le tre volte che gli succede una diventa la partita del decennio e le altre due non riesce a finirle. A Basilea Djokovic va in virtù di chissà quale contratto firmato in apertura di carriera e comunque nelle due edizioni precedenti prima ha battuto in finale il padrone di casa e l’anno successivo ha restituito il favore. Djokovic è al rientro dopo il ritiro contro del Potro nella semifinale di Davis, sostanzialmente non gioca dalla vittoria di New York e al primo turno supera a fatica Malisse. Ma già nel secondo turno sembra tornare RoboNole e a Lacko concede appena tre game. Poi con quel mattoide di Baghdatis per un set non vede palla ma Marcos più in là non può certo andare e si arriva quindi alla semifinale contro tal Kei Nishikori, giapponese che pare destinato ad una buona carriera. Djokovic l’aveva incontrato l’anno prima al Roland Garros e il giapponese aveva fatto solo nove game. Djokovic va rapidamente sul 5-1 ma prima di chiudere perde il servizio. Classicamente, è un campanello d’allarme. Nel secondo set Nole perde il servizio al quinto game per recuperarlo all’ottavo. Al tiebreak Nole va avanti 2-0 poi dal 3 pari subisce un parziale di 5-1 e cede il set. Il terzo set comincia con Nishikori che tiene il servizio e anche il break successivo sembra un evento tutto sommato normale. Il giapponese conferma il break e va 3-0 e il serbo sparisce dal campo. Da una parte a Nishikori entra qualsiasi cosa tiri, dritti compresi, dall’altra Djokovic sembra sentire il peso di tutta una stagione. Finisce mestamente con Nishikori che neppure esulta dopo il punto del 10-1 che conclude la serie decisiva. Djokovic dovrà attendere il 2012 per risollevarsi, Nishikori non manterrà del tutto le promesse.

Basilea 2011 (semifinale)
K. Nishikori b. N. Djokovic 2-6 7-6(4) 6-0

Dieci mesi dopo Djokovic non è più numero 1, perché a Wimbledon Federer si è ripreso scettro e torneo e dopo le fatiche di Wimbledon 2, alle olimpiadi, lo svizzero si è preso diei giorni di pausa, saltando il Canada. Djokovic ne approfitta per vincere un torneo non proprio Masters 1000 ma Cincinnati sembra il luogo giusto per dirimere la contesa. Djokovic arriva in finale dopo aver ceduto 18 game in tutto e arriva da nove vittorie di fila, nelle quali ha perso appena un set, contro Tommy Haas. Nei 19 set giocati, solo un’altra volta l’avversario ha fatto più di quattro game in un set, Seppi. Federer sembra stare abbastanza bene, dopo la sconfitta nella finale olimpica contro Murray ha vinto anche lui le sue quattro partite in due set, ma con Fish e Wawrinka ha avuto bisogno del tiebreak. Tutti pensano ad una partita equilibrata ma il primo set diventa un one-man-show. Djokovic comincia con una ace poi c’è solo Federer. Lo svizzero perde solo tre punti al servizio e solo una volta il serbo ha una palla-game, sul 40-30 del quinto game ma non riesce a controllare una risposta profonda di dritto dopo una buona prima. Scoraggiato, Djokovic commette un doppio fallo e subisce il 6-0. Il secondo set sarà molto più equilibrato e Federer avrà ancora una votla bisogno del tiebreak, che chiude al secondo match point.

Cincinnati 2012 (finale)
R. Federer b. N. Djokovic 6-0 7-6(7)

Spostiamoci a Roma, sono passati quasi quattro anni e Djokovic ha un solo pensiero in testa: vincere il Roland Garros. Ma prima c’è da giocare il torneo di Roma, purtroppo. Djokovic esordisce contro il francese Robert, numero 103 del mondo e si capisce che le condizioni sono quelle che sono. Djokovic annulla una palla break nel terzo game ma dovrà aspettare il dodicesimo game per riuscire a strappare il servizio al francese. Nel secondo set fa anche peggio, visto che stavolta il Robert converte la palla break del terzo game, ma in qualche modo prima recupera e poi, di nuovo al dodicesimo game, Djokovic porta a casa il match. Nel turno successivo c’è Thomaz Bellucci, che l’anno prima gli aveva tolto un set. È una serata freddissima e il pubblico romano è già andato a farsi la carbonara di prammatica, figurarsi se non si come andrà a finire. Anche Djokovic forse avrà pensato al stessa cosa e dopo un quarto d’ora di partita si trova sotto 4-0 e 16 punti a 3. Anche stavolta Djokovic proverà a vincere almeno un game, il quinto, ma Bellucci si prende anche quello e chiude a 15 sul proprio servizio. A differenza delle altre due volte, Djokovic recupererà, batterà prima Nadal e poi Nishikori prima di arrendersi a Murray in finale. E di vincere il Rolan Garros.

Roma 2016 (ottavi di finale)
N. Djokovic b. T. Bellucci 0-6 6-3 6-2

 

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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