64 anni in tre, e in grado di prendersi le luci più importanti del panorama sportivo femminile. Quanto fatto da Ashleigh Barty, Bianca Andreescu e Naomi Osaka in questo 2019 va in archivio come una delle più intriganti stagioni del circuito femminile degli ultimi anni.
Barty atleta dell’anno in Australia e per la WTA. Andreescu miglior sportiva del 2019 in Canada, prima volta assoluta per una tennista. E in Giappone, malgrado maggiore concorrenza, Osaka è la terza sportiva più ricercata in assoluto, stesso dato riproposto poi nel panorama globale. Soltanto la calciatrice Megan Rapinoe, recente vincitrice del pallone d’oro femminile e campionessa del mondo con gli Stati Uniti, e Serena Williams hanno avuto più ricerche sui social e più in generale sui portali web rispetto alla giapponese.
È stata un’annata di grande valore. Per vedere però più nel dettaglio se qualche componente in particolare ha fatto la differenza abbiamo raccolto e snocciolato dati riguardo al rendimento delle tre confrontandole su vari aspetti.
RANKING WTA
Year End 2018 = Osaka n.5, Barty n.15, Andreescu n.178
Year End 2019 = Barty n.1 (+14), Osaka n.3 (+2), Andreescu n.5 (+173)
Osaka può contare 25 settimane al numero 1 del mondo.
Barty chiuderà il 2019 con 23 settimane da leader (ad Halep le rimanenti 4)
Impressionante il balzo di Andreescu: senza risultati nel circuito WTA prima d’ora e che ha chiuso con 4 finali nel circuito maggiore (5 con anche quello WTA 125k) e 3 titoli pesantissimi.
Nei suoi dati ci saranno differenziazioni: avendo cominciato così indietro, la sua stagione ha visto 6 partite di qualificazioni più 5 a Newport Beach, tutte vinte.
Per cui: verranno proposti i suoi dati sul main draw WTA e tra parentesi il numero complessivo che considera tutte le partite al di fuori.
Titoli/Finali WTA nel 2019
Barty 4/6
titoli
WTA Finals Shenzhen
Roland Garros (Slam)
Miami (Premier Mandatory)
Birmingham (Premier)
finali
Pechino (Premier Mandatory, vs Osaka)
Sydney (Premier, vs Kvitova)
Osaka 3/3
titoli
Australian Open (Slam)
Pechino (Premier Mandatory)
Osaka (Premier)
Andreescu 3/4 (4/5)
titoli
US Open (Slam)
Indian Wells (Premier Mandatory)
Toronto (Premier 5)
+ Newport Beach (WTA 125k)
finali
Auckland (International, vs Goerges)
Barty ha raggiunto le semifinali in 8 eventi su 15 a cui ha preso parte. Andreescu è perfettamente al 50% (5/10) mentre Osaka più indietro con 5 su 17 (anche se una non giocata, a Stoccarda contro Anett Kontaveit).
Per la giapponese una stagione da 40 vittorie e 11 sconfitte, questo perché non contiamo i walkover come sconfitta “vera” dal momento che Andreescu ha visto attribuite 17 vittorie consecutive dal primo turno del Roland Garros agli ottavi di Pechino pur non scendendo in campo, a Parigi, contro Sofia Kenin nel secondo round. Escluse anche le vittorie e sconfitte in Fed Cup.
VITTORIE/SCONFITTE IN STAGIONE
Barty 52/12, 76,92% di vittorie (la sconfitta contro Kiki Bertens nel Round Robin di Shenzhen giustifica la dodicesima)
in 2 set: 33W/6L
in 3 set: 19W/6L
Osaka 40/11 e 3 walkover dati, 72,5% di vittorie
in 2 set: 23W/8L
in 3 set: 17W/3L
Andreescu 35/7 e 1 walkover dato, 80% di vittorie (46/7 e 84,78% con le 11 fuori dal conteggio iniziale)
in 2 set: 20W/2L (entrambe le sconfitte giunte per ritiro)
in 3 set: 15W/5L
Bianca è nettamente avanti nella percentuale di successi, mentre Ashleigh domina quello delle vittorie. Soltanto Bertens ha ottenuto più successi di lei, giocando però un numero considerevole di tornei in più: 15 per l’australiana, 28 per l’olandese.
Naomi ha meno vittorie del 2018: 40 vittorie contro 43, ma una differenza importante nelle sconfitte con appena 11 quest anno a confronto di 21 nella passata stagione. Altissimo il dato sulle vittorie/sconfitte al set decisivo della giapponese, col rendimento migliore del circuito in termini percentuali per le giocatrici con almeno 10 partite al terzo:
1. Osaka 85% vittorie
2. Martic 84,21% (16/3)
3. Konta 83,33% (15/3)
4. Barty 76% (19/6)
5. Andreescu 75% (15/5)
Tutte loro sono inserite nella top-5 di questa particolare classifica, ma il dato si snoda poi diversamente se confrontiamo i possibili motivi.
Andreescu, al contrario di Barty e Osaka, ha numeri molto più bassi al servizio mentre svetta in fase di risposta.
Infine, guardando al numero di vittorie consecutive:
Andreescu 17 (Roland Garros R1 – Pechino R16, escluso il walkover dato a Kenin nel R2 di Parigi)
Barty 15 (Roland Garros R1 – Wimbledon R32)
Osaka 11 (Osaka R2 – striscia aperta)
IL SERVIZIO E LA RISPOSTA
Barty, 64 partite giocate
ace: 409, media di 6,39
doppi falli: 201, media di 3,14
% punti W con la prima: 72,8% (4° miglior rendimento tra giocatrici con 30+ partite)
% punti W con la seconda: 63,7% (2° miglior rendimento)
% break point salvati: 61% (11° miglior rendimento)
% game vinti al servizio: 79,7% (2° miglior rendimento)
Osaka, 51 partite giocate
ace: 363, media di 7,12
doppi falli: 99, media di 1,94
% punti W con la prima: 71,9% (7° miglior rendimento)
% punti W con la seconda: 62% (5° miglior rendimento)
% break point salvati: 61,1% (10° miglior rendimento)
% game vinti al servizio: 77,5% (6° miglior rendimento)
Andreescu, 42 partite giocate
ace: 116, media di 2,76
doppi falli: 168, media di 4
% punti W con la prima: 66,2% (25° miglior rendimento)
% punti W con la seconda: 59,5% (18° miglior rendimento)
% break point salvati: 61,2% (7° miglior rendimento)
% game vinti al servizio: 73,1% (17° miglior rendimento)
Tutte sono al loro miglior rendimento in carriera come numero di ace.
Osaka ha innalzato di quasi il 100% la propria media stagionale (ferma a 4,3% nel 2018) triplicando, quasi, il numero di partite in cui ha servito più di 10 ace. Dopo Roma era vicina agli 8 ace di media, poi però il dato si è un po’ assestato terminando al terzo posto come media stagionale dietro alle Pliskova: Kristyna, con 334 ace in 39 partite (8,56 a partita) meglio anche di Karolina (488 in 64, “ferma” a 7,28).
Andreescu qui è un libro aperto: dal rendimento dei punti vinti al servizio rispetto alle palle break salvate si capisce subito il punto forte di questa ragazza. Messo ancora più in luce dai dati in risposta.
Barty
% punti W contro la prima: 38,8% (13° miglior rendimento tra giocatrici con 30+ partite)
% punti W contro la seconda: 52,9% (63° miglior rendimento)
% break point vinti: 47% (19° miglior rendimento)
% game vinti in risposta: 36,8% (23° miglior rendimento)
Osaka
% punti W contro la prima: 37% (37° miglior rendimento)
% punti W contro la seconda: 54,7% (44° miglior rendimento)
% break point vinti: 46,6% (24° miglior rendimento)
% game vinti in risposta: 34,7% (46° miglior rendimento)
Andreescu
% punti W contro la prima: 39,9% (6° miglior rendimento)
% punti W contro la seconda: 58,1% (5° miglior rendimento)
% break point vinti: 44,3% (51° miglior rendimento)
% game vinti in risposta: 42,7% (3° miglior rendimento)
Un dato della canadese un po’ stona: 51° miglior rendimento nelle palle break concretizzate, segno di tantissime occasioni create rispetto a quelle capitalizzate. Però ottima in tutti gli altri dati, soprattutto se confrontiamo i punti vinti contro la seconda (5° rendimento) rispetto all’australiana (63°) e la giapponese (44°).
Potrebbe essere chiaro, qui, l’aspetto in cui Osaka deve ancora migliorare: l’efficacia in risposta. Le percentuali di punti vinti sono piuttosto basse rispetto alle altre mentre quella dei break ottenuti è inferiore addirittura al 35% contro, per esempio, il quasi 43 della canadese.
Barty, pur steccando un po’ sulla seconda, si difende invece molto bene rispetto ad Andreescu con le risposte alla prima dell’avversaria e ha capitalizzato molto bene le chance create.
ANALISI SUI SET VINTI/GIOCATI
Barty 111/156, 71,15%
Osaka 82/121, 67,76%
Andreescu 74/102, 72,54%
Osaka è la giocatrice con la percentuale più bassa. Molto è dovuto al fatto che sia la giocatrice con più sconfitte in 2 set, oltre al ritiro di Tatjana Maria nel match inaugurale a Toronto appena finito il primo parziale (quello, come il ritiro di Andreescu alle Finals contro Pliskova, vale 1).
Nel dettaglio qui abbiamo analizzato partita per partita per vedere i parziali pesanti (6-0 e 6-1) contro quelli più tirati (7-5 e 7-6).
6-0:
Barty 3 inflitti/0 subiti (3 partite vinte/0 perse)
Osaka 6/1 (7W/0L)
Andreescu 3/0 (3W/0L)
6-1:
Barty 17/3 (18W/2L)
Osaka 7/1 (6W/2L)
Andreescu 11/2 (11W/2L)
7-5:
Barty 10/5 (10W/4L)
Osaka 2/6 (6W/2L)
Andreescu 7/4 (7W/3L)
7-6:
Barty 6/5 (8W/3L)
Osaka 10/4 (12W/2L)
Andreescu 7/5 (10W/1L)
Qualche dato è curioso.
Osaka l’unica a subire sia 6-0 (contro Anna Karolina Schmiedlova a Parigi) che 6-1, ma malgrado abbia subito ben 6 7-5 a fronte di 2 infili è riuscita addirittura a ribaltare il dato con 6 partite vinte e 2 perse, entrambe contro Belinda Bencic (3-6 6-2 7-5 a Madrid, 7-5 6-4 allo US Open).
Andreescu ha giocato 12 tie-break in stagione nel circuito maggiore, numero più alto delle tre, ma malgrado l’equilibrio nel computo dei vinti/persi (7/5) alla fine ha portato a casa ben 10 volte la partita a fronte di una sola sconfitta, contro Simona Halep a Shenzhen.
Barty ha vinto ben 17 volte un set per 6-1 e le giocatrici a infliggerle un punteggio così netto sono state: Kvitova (Australian Open), Diyas (US Open) e Danielle Collins (Madrid) vincendo nelle ultime due circostanze. Come per Osaka, anche qui le sconfitte con dei 6-1 sono arrivati contro la stessa giocatrice: Kvitova. La prima a Sydney, dopo aver vinto il primo set si vide rimontata 1-6 7-5 7-6. La seconda a Melbourne quando la ceca si impose con un netto 6-1 6-4.
Considerando le partite vinte con 3 game o meno concessi:
Barty: 1W (6-0 6-3 vs Samantha Stosur, Madrid)
Osaka: 1W (6-0 6-2 vs Andrea Petkovic, Pechino)
Andreescu: 1W (6-0 6-1 vs Garbine Muguruza, Indian Wells)
Considerando le partite chiuse al fotofinish nel terzo set (7-5 o 7-6)
Barty: 3W/1L
Osaka: 1W/1L
Andreescu: 1W/1L
Barty ha battuto due volte Bertens al tie-break decisivo: a inizio anno a Sydney, poi di nuovo nella semifinale di Pechino. L’unico suo neo è la sconfitta contro Petra Kvitova nella finale di Sydney.
Osaka invece ha battuto Donna Vekic a Stoccarda al tie-break decisivo perdendo poi contro Bencic a Madrid 7-5, mentre Andreescu ha sì perso contro Sofia Kenin ad Acapulco per 7-5 ma ha poi superato Daria Kasatkina 7-5 a Toronto.
Più nel dettaglio però Osaka ha vinto l’unica vera battaglia con tre set tiratissimi: la finale dell’Australian Open. Andreescu invece ha vinto 7-6 6-7 6-3 la sua prima partita in assoluto in un tabellone Slam (Australian Open) e un complicatissimo 7-6 7-5 in semifinale a New York. Due risultati che non rientrano nella casistica di sopra ma che devono essere menzionati.
I recuperi da un punto dalla sconfitta — l’avversaria al servizio per il match
Barty
1 match point salvato a Bertens nella semifinale di Pechino e rientro da 3-5 (6-3 3-6 7-6)
recupero da 3-5 nel terzo set contro Kontaveit a Cincinnati (4-6 7-5 7-5)
Osaka
recupero da 1-5 nel terzo set contro Vekic a Stoccarda (6-3 3-6 7-6)
2 recuperi da un break di ritardo con Schmiedlova che serviva per il match a Parigi (0-6 7-6 6-1)
Andreescu
recupero da 1-5 contro Begu a Miami (1 match point salvato)
recupero da 3-5 contro Kasatkina a Toronto
Poi ci sono stati recuperi importanti, soprattutto da Osaka. Indietro 5-7 e 2-4 e 40-0 con Su Wei Hsieh al servizio all’Australian Open, nel terzo turno. Indietro 3-1 nel secondo e nel terzo set contro Andreescu a Pechino. E la stessa Bianca, rientrata da 1-3 nel terzo set della finale di Indian Wells giocando quasi solo vincenti a braccio libero.
Le sconfitte da match point — dopo aver servito per il match
Osaka
5-3 contro Su Wei Hsieh a Miami divenuto 4-6 7-5 6-3
5-3 contro Bencic a Madrid divenuto 3-6 6-2 7-5
Andreescu
match point (in risposta) contro Halep a Shenzhen nel match poi perso 3-6 7-6 6-3
Partite vinte da un set sopra
Barty: 39 (su 44)
Osaka: 32 (su 34, ma con una vittoria per ritiro)
Andreescu: 27 (su 30, ma con una vittoria per ritiro)
Partite vinte da un set di ritardo
Barty: 13 (su 20)
Osaka: 7 (su 15, ma una sconfitta giunta per ritiro a inizio del terzo set)
Andreescu: 7 (su 9, ma le due sconfitte come già detto sono giunte per ritiro)
Infine, per capire ulteriormente le caratteristiche delle giocatrici, ecco un dato sulle durate degli incontri
Entro l’ora di gioco
Barty: 7W/0L, 12W/2L se ampliamo il dato ai 70 minuti
Osaka: 4W/1L, 8W/5L sui 70 minuti (1 vittoria per ritiro)
Andreescu: 3W/2L, 4W/2L sui 70 minuti (2 sconfitte per ritiro, 1 vittoria per ritiro)
Oltre le 2 ore di gioco
Barty: 12W/3L, una sconfitta dopo le 3 ore (in 3:14 contro Svitolina a Indian Wells)
Osaka: 10W/2L
Andreescu: 15W/3L, una vittoria dopo le 3 ore (in 3:02 contro Marie Bouzkova al Roland Garros)
Barty ha giocato 64 partite in singolare nel 2019, escludendo le 6 di Fed Cup, e il dato è ancora molto bilanciato: 14 terminate entro i 70 minuti, 15 oltre le due ore. Totale di 29 partite, poco meno del 50% che occupa la fetta maggiore dai 71 minuti ai 119.
Osaka ha 51 partite disputate: 13 entro i 70 minuti e 12 sopra le 2 ore. La metà, che mostra un dato sorprendente perché la giapponese non è mai stata una da lunga distanza mentre ora ci sono 12 partite e solo 2 perse oltre il blocco delle 2 ore, un particolare che ha molto migliorato (anche a livello fisico).
Andreescu invece esagera: 42 partite giocate e solo 6 entro i 60 minuti, mentre addirittura 18 oltre le 2 ore. Lottatrice mai doma.
VITTORIE/SCONFITTE vs RANKING DELLE AVVERSARIE
contro giocatrici dal n.101 in su
Barty 1W/1L (sconfitta contro Svetlana Kuznetsova)
Osaka 4W/0L
Andreescu 7W/0L
contro giocatrici dal n.51 al n.100
Barty 16W/2L (sconfitte contro Alison Riske e Kristina Mladenovic)
Osaka 11W/1L (sconfitta contro Mladenovic)
Andreescu 6W/0L
contro giocatrici dal n.21 al n.50
Barty 18W/1L (sconfitta contro Kenin)
Osaka 16W/7L
Andreescu 10W/1L (sconfitta contro Kenin)
contro giocatrici dal n.11 al n.20
Barty 6W/2L
Osaka 3W/2L
Andreescu 4W/3L
contro giocatrici in top-10
Barty 11W/6L
Osaka 6W/1L (sconfitta contro Serena Williams)
Andreescu 8W/3L
Barty distribuisce molto bene il proprio dato perché qualche stop c’è stato ma il totale è ottimo. 35 vittorie e appena 4 sconfitte contro giocatrici fuori dalle top-20, evidenziate perché nomi non banali. Kenin è la “Newcomer of the year” della WTA. Kuznetsova, nella settimana migliore della sua stagione, è stata sublime. Mladenovic malgrado l’appannamento degli ultimi tempi può avere giornate dove riesce ad approfittare della chance. E Riske? La migliore giocatrice vista su erba quest anno, certificando una fiducia e un livello che regolarmente sui prati si innalza, anno dopo anno.
Andreescu ha fatto ancora meglio, con un bilancio complessivo di 23 vittorie e 1 sconfitta contro giocatrici fuori dalla top-20, e l’unico stop subito proprio contro Kenin. Fino a Pechino, e parliamo quindi di inizio ottobre, era addirittura 8-0 contro le top-10, nelle prime 8 partite giocate in carriera contro le top-10.
Osaka si riscatta un po’ nel computo vittorie/sconfitte contro top-10 chiudendo con un importante 6-1 e l’unica sconfitta maturata contro Serena nella tormenta di quella serata di Toronto.
Va fatta comunque una precisazione, perché doverosa: nessuna delle 3 ha record veramente importanti contro top-5:
Barty 3W/2L
Andreescu 4W/3L
Osaka 1W/0L
E la giocatrice qui a eccellere è stata Belinda Bencic, rientrata in top-10 e fermatasi al numero 7 del ranking con un record di 6 vittorie e 2 sconfitte contro le prime 5 del mondo nel 2019.
La giapponese, rispetto alle altre, ha un’ulteriore particolarità: l’unica partita giocata nel 2019 contro un’avversaria dal ranking più di lei è stata nella finale di Pechino, quando batté Barty allora numero 1. Tra l’altro, lei è una delle 2 giocatrici che in stagione hanno sconfitto la numero 1 del mondo in carica e poi vinto il titolo. L’altra è Aryna Sabalenka a Wuhan. Per Andreescu, invece, ci sono 19 vittorie e 1 sconfitta contro giocatrici dal ranking più basso di lei. Proprio a Shenzhen contro Halep.
Infine, gli scontri diretti tra le 3 in stagione, dato rimasto più defilato perché soltanto Naomi ha avuto modo di affrontare le altre due, vincendo entrambi i confronti rientrando da un set di ritardo.
Osaka vs Barty 1-0 (Pechino, finale: 3-6 6-3 6-2)
Osaka vs Andreescu 1-0 (Pechino, quarti di finale: 5-7 6-3 6-4)
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