Ha vinto Stefanos Tsitsipas, ha vinto la Grecia ma anche Thiem e l’Austria, ha vinto il futuro ed è questo il miglior viatico per la prossima stagione che si presenta straordinariamente stimolante per tutti e certamente anche per i colori azzurri come mai in passato.
Tsitsipas, alla sua prima partecipazione alle ATP Finals ha giocato un torneo straordinario, mantenendo un intensità elevatissima in tutti i match disputati e un coraggio impareggiabile che nei momenti decisivi ha fatto la differenza.
Nella fase a gironi ha strapazzato Zverev e Medvedev dimostrando di essere in questo momento il più forte della Next Gen e ha perso contro un grande Nadal al termine dell’incontro più lungo del torneo (2 ore e 52 miniti) ma anche più avvincente, conclusosi col punteggio di 6-7 6-4 7-5 a favore dello spagnolo (cui tuttavia non è bastato per accedere alle semifinali). In semifinale ha costretto alla resa Federer imponendosi in due set ma dopo aver annullato 11 delle 12 palle break concesse all’avversario ripetendo incredibilmente quanto già accaduto a gennaio agli Australian Open dove le palle break annullate furono 12 su 12.
La finale tra il greco e Thiem, che nella fase a gironi aveva raccolto gli scalpi preziosi di Djokovic e di Federer, avrebbe meritato il pareggio ma nel tennis questo non è possibile. Nonostante la minor esperienza, Tsitsipas si è dimostrato il più freddo nel momento decisivo del match, quando nel tie break del terzo set dopo essere stato ripreso dal 1-4 al 4 pari con l’avversario al servizio, non ha tremato ed ha conquistato i tre punti finali.
Si è trattato di un degno epilogo, di grande qualità, che è piaciuto molto anche al pubblico non è apparso più di tanto nostalgico per la inaspettata assenza in finale di almeno uno dei Fab Three, dei quali solo Federer è approdato in semifinale grazie ad una magistrale prestazione contro Djokovic nella fase a gironi.
L’impressione che rimane al termine di un torneo ricco di colpi di sorprese ma anche di partite di grande qualità, è che è la distanza dal mitico trio dei Fab Three per i migliori esponenti della Next Gen è prossima ad annullarsi e che Tsitsipas è destinato a diventarne l’alfiere in questa rincorsa che, già il prossimo anno, potrebbe generare storici sussulti in classifica dopo che, dal 2007 al 2019, per ben otto volte la classifica di fine anno ha visto Federer, Nadal e Djokovic monopolizzare i tre gradini del podio. È tanto più sorprendente che l’en plein si sia verificato consecutivamente anche negli ultimi due anni con tutti i protagonisti ampiamente ultratrentenni.
Alla vigilia del torneo c’era ancora in ballo la leadership mondiale di fine anno. L’enigma è stato risolto precocemente in quanto, per effetto della eliminazione già nella fase a gironi sia di Djokovic che di Nadal, quest’ultimo ha mantenuto la testa della classifica e a 33 anni chiude la stagione per la quinta volta come numero uno del mondo più anziano della storia, eguagliando Federer e Djokovic. Il record (6) per ora resta di Sampras.
E infine c’è Matteo Berrettini che entra nella storie per essere il primo tennista italiano ad aver vinto una partita alle ATP Finals (contro Thiem) dopo le due partecipazioni di Panatta e Barazzutti risalenti al 1975 e al 1978 e conclusesi con soli due set vinti in sei match. Il tennista romano consolida l’ottava posizione in classifica ma la cosa più importante che emerge dalle sue prestazioni contro Djokovic, Federer e Thiem è che sta prendendo dimestichezza con l’alta quota, respira più facilmente, si muove meglio, non ha più paura, ha acquisito la consapevolezza di poter stare al tavolo reale.
Non vediamo l’ora di rivederlo sulla lunga distanza agli Australian Open, dove troveremo per la prima volta anche uno Jannik Sinner che non finisce di stupire. Dopo la straordinaria vittoria alle Next Gen Finals di Milano, è andato a vincere a mani basse e senza perdere un set tra le mura amiche di Ortisei, facendo un pienone che non si è mai visto in un torneo Challenger. Grazie agli 80 punti conquistati fa un salto in classifica di altre 18 posizioni. Da lunedì è al numero 78 e da gennaio sarà una delle stelle più attese del circuito.
Altri numeri
2 – Le edizioni dal 2003 in cui il Master finale aveva visto l’assenza in finale di almeno uno dei Fab Three: nel 2009 quando si impose il russo Davydenko battendo in finale Del Potro, e nel 2017 quando, assente Djokovic per infortunio, Dimitrov sconfisse in finale Goffin che aveva giustiziato Federer in semifinale dopo aver sconfitto nella fase a gironi anche Nadal che poi fu costretto al ritiro per problemi fisici.
3 – Le finali senza la presenza di almeno uno tra Djokovic, Federer e Nadal a partire dal 2003:
3 – I debuttanti nel torneo: Medvedev (n.4), Tsitsipas (n.6) e Berrettini (n.8).
4 – Le edizioni consecutive con il vincitore al primo successo: Murray nel 2016, Dimitrov nel 2017, Zverev nel 2018 e Tsitsipas nel 2019.
5 – I tornei vinti da Thiem in stagione, record condiviso con Djokovic.
6 – Tsitsipas è il sesto più giovane vincitore del torneo:
7 – I tennisti che hanno vinto al debutto nel Master finale. Tsitsipas, a 21 anni e 3 mesi, è stato il più giovane a riuscirci dopo McEnroe nel 1978:
11 – Gli anni di distanza tra la prima e l’ultima volta in cui Nadal è stato numero 1 a fine anno (2008-2019).
17 – Le partecipazioni di Federer (2002-2015, 2017-2019). Dopo di lui c’è Agassi fermatosi a 13. In ben 16 circostanze lo svizzero è approdato almeno alle semifinali, vincendo 6 volte in 10 finali disputate.
49 – Gli head to head tra Djokovic e Federer: il bilancio resta favorevole al tennista serbo che si è imposto 26 volte.
59 – I match vinti complessivamente da Federer su 76 giocati alle Finals.
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