Una partita giocata a un livello assurdo. Appena 3 set: 4-2 4-1 4-2. Alex De Minaur, numero 18 del ranking Atp travolto da Jannik Sinner.
Partire bene all’inizio era fondamentale e così è stato. Evidente è stata sin dai primi minuti la preparazione tattica del match. Era chiaro che De Minaur avrebbe provato a far sbagliare l’altoatesino nei primi game di gioco per poi guadagnarne in fiducia e cominciare ad aggredire l’avversario. Vincenti, vincenti e ancora vincenti. L’australiano è rimasto spesso impietrito, e il suo gioco è stato per forza di cose totalmente passivo, nella sola attesa che Jannik mettesse i piedi in campo per aggredire la preda. Si parte dal 2-0 con un gravissimo doppiofallo di Jannik sul 30-30. Due palle break: due prime al centro vincenti e secco 3-0. Ancora una volta non ha battuto ciglio sui cinque killer point del match: quattro di questi li ha conquistati nonostante si fosse messo da solo in situazioni pericolose. Una memoria istantanea e selettiva, in grado di cestinare immediatamente anche errori che potrebbero costargli l’intera partita. Sinner non ha voluto cercare la via del palleggio, ma quando lo ha fatto è stato solo nell’attesa della palla giusta per spingere, e ci è sempre riuscito in maniera strepitosa. La precisione a servizio è cresciuta in modo disarmante rispetto ai match dei giorni passati. Nel secondo set ha annullato al servizio 4 break point, due sullo 0-0 e altri due sul 2-0, per confermare la leadership in un parziale poi vinto per 4-1. E la cosa impressionante è che il nostro talento, partito benissimo, se possibile finisce ancora meglio. Nel terzo set De Minaur ha conquistato un solo punto nei tre game di servizio di Sinner. Anche in risposta il 18 enne è stato fenomenale, in grado di strappare il servizio a zero all’australiano sul 3-2 nel primo set e sull’1-0 nel secondo set. Sembrava un veterano, ma con una carta d’identità che dice tutt’altro. Quanto a precisione, tattica, tenuta mentale, la prestazione di Jannik Sinner oggi poteva essere identificata tranquillamente con quella di un top 10.
la facilità con cui è riuscito a far indietreggiare il numero uno del seed è stata strepitosa. Una volta entrato in campo, non c’è stata quasi mai via di fuga per l’australiano.
Sarà una meteora? Possiamo essere ottimisti: il ragazzo ha dimostrato di avere il giusto spirito, di avere la consapevolezza dell’importanza dei suoi risultati (senza esagerare né per difetto che per eccesso) e adesso, adesso il talento di Jannik Sinner è sotto gli occhi di tutti. Entrato nel torneo da wild card, numero 95 del ranking, nel circuito ATP da meno di un anno. Ma stasera ha davvero incantato tutti. La speranza ovviamente è quella di rivederlo ad altre ATP Finals, quelle di Torino nel 2021, perché se adesso Jannik è lontanissimo da quel traguardo, al più presto, chissà, potrebbe avvicinarsi sempre di più, facendo diventare ciò che sembra impossibile possibile, proprio come stasera.
Vorrei chiudere ricordando quella che nella speranza di tutti è una piacevole coincidenza, (secondo altri sarò folle), cioè che un certo Roger Federer vinse proprio qui a Milano, in questo palazzetto, il primo dei suoi 109 titoli.
Ma va bene così. Perché oggi Jannik Sinner è Jannik Sinner e nient’altro. Il ragazzo di pietra, con il ghiaccio nelle vene, oggi ha scritto un’altra pagina indelebile nella storia del tennis italiano. Ma la sensazione è che sia solo la prima di una lunga serie.
Ha vinto lui, il predestinato.