Quando succedono certi avvenimenti siamo soliti descrivere la storia come una “favola”, “impresa”, o quanti più termini simili possibili. La realtà dei fatti, invece, sembra portarci di fronte a qualcosa che poteva effettivamente realizzarsi senza bisogno di spendersi in termini così esaltanti. Ed è tutto un merito, a conti fatti, per Coco Gauff che ha reso tutto possibile già a 15 anni grazie agli exploit già più pesanti e prestigiosi di Wimbledon e dello US Open.
Non era follia pensare che potesse già essere pronta per cogliere un exploit a fine stagione, una fascia temporale sempre molto particolare con parecchie giocatrici stanche e altre con la testa già alle vacanze. Oltre a un tabellone per lei non impossibile. Per altre forse sì, ma quella che abbiamo di fronte è un piccolo fenomeno.
Così la partita contro Andrea Petkovic, che coi suoi 17 anni di esperienza in più faceva la figura della veterana, è stata vinta di testa, superando al meglio ogni insidia che si presentava. Ha cominciato male, scivolando indietro di un break, ma si è prontamente ripresa impedendo alla tedesca l’allungo sul 3-0. Passo fondamentale, oggi, per dare ancor più luce ai propri sogni. La partita si è messa sui piani di grande equilibrio, ma dal 3-2 in avanti i turni di battuta della statunitense filavano via molto facili. Petkovic, un po’ come accaduto ieri a Kiki Bertens, non riusciva mai ad arrivare in “zona pericolo” mentre lei, al contrario, già sul 3-3 si procurava palla break e poi, sul 4-4, operava lo scatto decisivo verso la conquista del parziale.
Nel secondo set ancora una volta Gauff ha mostrato tanta maturità nel momento più complicato. La fase centrale è stata tiratissima, ma lei prima è rimessa sull’1-2 salvando 3 palle break e poi si è presa il vantaggio con un turno di battuta da 18 punti giocati. Petkovic, sempre più in affanno, non trovava modo di avere punti facili. Sembrava di rivedere ancora una volta la Bertens di ieri, incastrata in un confronto che non le avrebbe mai dato soddisfazioni. E forse la qualità migliore, al momento, di Coco è proprio questa facilità che ha nell’arrivare su tante palle e rigiocarle senza sbagliare, aiutata da uno stato mentale che si scontra fortemente con la sua apparente inesperienza. Altre due palle break salvate sul 3-2 e l’allungo per il 4-2 risultato decisivo, concretizzato sul 5-4 dovendo ancora una volta cancellare in tutto tre chance alla tedesca.
E dunque è finale, la prima di quella che si prospetta essere una carriera molto importante. Linz è il punto di partenza e per coronare una settimana pazza, giocando con il simbolo di lucky loser addosso, Gauff avrà di fronte Alona Ostapenko. La lettone è alla prima finale di un 2019 molto complicato, dove solo due settimane fa finiva in ospedale per qualcosa di strano mangiato in Uzbekistan e trascorreva due giorni con le flebo attaccate perché non riusciva a mandar giù nulla. A Pechino, dove aveva comunque deciso di giocare, si è presa una bella vittoria contro Karolina Pliskova prima di crollare, anche a causa delle pochissime energie, contro Katerina Siniakova. Ora, una settimana rocambolesca in Austria in cui, con Marion Bartoli al suo fianco, ha messo in riga giocatrici molto valide a livello indoor come Elena Rybakina ed Ekaterina Alexandrova per raggiungere l’ultimo atto.
Oggi un match da montagne russe, con il punteggio finale di 1-6 7-6(5) 7-5 che dice già tanto senza neppure andarlo a scorporare. Alexandrova ha grandissimi rimpianti non solo per aver condotto quasi tutta la partita ma per aver buttato al vento tre match point e un secondo set dove era 6-1 3-1 e poi ha servito due volte per il match. Purtroppo, come spesso le è capitato, nei momenti decisivi il braccio trema e anche oggi ha tremato tantissimo. La prima chance è arrivata sul 6-5 40-30, col servizio a disposizione, le altre due sul 5-4 15-40 nel terzo set, con Ostapenko alla battuta, e in ognuno di questi punti è sembrata soffrire molto di più della sua avversaria malgrado nell’ultimo periodo la battuta di Alona sia spesso in difficoltà.
Alla fine Ostapenko si è presa un ottimo successo anche per la classifica, che la rivedrà vicina alle prime 60 del mondo dopo aver addirittura rischiato di uscire dalle prime 100 due mesi fa. Un terzo set gestito con tranquillità, almeno da quello che si vedeva da fuori, e lei che ha subito voluto smentire tra le risate tutto quanto nell’intervista post partita: “No, ti assicuro che dentro di me stavo ribollendo”. E domani, dunque, ci sarà la settima finale WTA in carriera con un bilancio non favorevole (solo 2 titoli), motivo in più per cui questa sfida contro Gauff si presenta molto incerta e non è detto che non ci possa essere un lieto fine alla corsa, e non favola, della ragazzina a stelle e strisce.
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