L’unico limite è che non devono esserci limiti. Mai. Forse è questa la vittoria più grande di Matteo Berrettini, agli Us Open. Aver capito che non si deve precludere nessun obiettivo, anche quelli più impossibili. “Non ho nulla da rimproverarmi, ora non mi pongo limiti”, ha l’azzurro alla fine del match perso in semifinale con Nadal.
“Ho dimostrato di essere pronto per questi palcoscenici – continua l’azzurro -. Sono entrato a testa alta anche se il braccio tremava. Ho sempre provato a farmi avanti e a dimostrare che in campo c’era un giocatore. Questa non era una cosa scontata alla vigilia perché poteva accadere quello che avevo vissuto a Wimbledon. Non è successo, vuol dire che ho imparato dalle esperienze passate. Mi fa piacere che Rafa, Federer e Djokovic parlino bene di me. Sto lavorando tanto, non dico per raggiungere i loro livelli perché forse sono inarrivabili, però mi fa piacere condividerci il campo. Il mio obiettivo era quello di aggredire subito Nadal anche perché nello scambio lui è forse il migliore al mondo. Ho cercato di usare le mie armi al meglio e ci sono riuscito per buona parte della partita. Poi ha preso il sopravvento, anche perché fisicamente tutti questi match giocati qui li ho accusati. Ha avuto tante palle break e le ho annullate con coraggio, sono andato 4-0 al tie-break giocando molto bene. Ma questo è il tennis, non ho nulla da rimproverarmi. Fino a poco tempo fa non pensavo di raggiungere una semifinale in uno Slam: lui era pronto per giocare 6 ore ad alti livelli, io magari 3 o 4. Questo è un aspetto che dovrò migliorare Però sono molto contento, ho avuto le mie chance perché me le sono meritate, ho giocato bene. Quindi ho tanta fiducia nonostante la sconfitta»”.
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