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WTA Roma: Konta ribalta le gerarchie. È lei la prima finalista, Bertens si ferma a 8 vittorie di fila

J. Konta b. [6] K. Bertens 5-7 7-5 6-2

La sorpresa di giornata: Johanna Konta che si scopre essere giocatrice da terra battuta. A 28 anni appena compiuti, la britannica coglie la finale più importante in carriera su questa superficie dopo aver giocato, appena due settimane fa, la prima e lo fa con una partita molto coraggiosa contro una delle più importanti giocatrici sul rosso: Kiki Bertens.

Konta, sconfitta a Rabat in finale contro Maria Sakkari, potrebbe anche ritrovarsi di fronte la greca se questa saprà battere Karolina Pliskova. Intanto, però, si gode il momento e i progressi su una superficie dove aveva sempre fatto fatica a capirne soprattutto l’efficacia. O meglio, come imporre efficacia ai propri colpi e far scorrere la palla nel miglior modo possibile. Adesso tutto è sembrato funzionare, anche dopo gli undici set giocati nelle ultime 53 ore.

Vittoria in 3 set contro Sloane Stephens nella prima uscita di giovedì, in 2 set contro Venus Williams nella seconda, poi ancora 3 set contro Marketa Vondrousova e infine oggi, rientrando anche con un po’ di fortuna nelle fasi finali del secondo set ma finendo poi per dominare il parziale decisivo. 5-7 7-5 6-2 il punteggio finale con una Bertens abbastanza cinica nel primo set cominciato non benissimo pure con un break di vantaggio, immediatamente restituito, ma che si è fatta più aggressiva e concreta dallo 0-30 in risposta sul 5-4 e servizio Konta.

Bertens, apparsa poco brillante come livello di gioco già contro Amanda Anisimova e Carla Suarez Navarro, non aveva la stessa continuità di Madrid nel produrre bel gioco, ma rispetto a tante altre volte replicava a ogni occasione in cui Konta cercava di mettere la testa avanti. Così nel finire di primo set, così all’inizio del secondo. Dal 2-1, salvando anche 2 chance di break sul 3-3, l’olandese aveva tenuto molto bene i propri game al servizio. Sul 5-4, 30-30, i punti che hanno portato al nuovo ribaltamento di fronte. Uno smash quasi steccato di Konta, a campo vuoto, ha pizzicato appena la parte esterna di riga e nel punto successivo un colpo un po’ fortuito nei pressi della rete le ha dato il 5-5. Bertens, molto nervosa, ha cacciato un urlaccio come a prendersela con la sorte e il game al servizio che ne è seguito è stato per lei il peggiore da un set e mezzo a quella parte.

Momenti, nulla più, ma che hanno portato la partita progressivamente nelle mani della numero 42 del mondo. Preso quel break ha poi tenuto il proprio servizio chiudendo il parziale 7-5 e poi, nel set decisivo, aveva molte più energie al contrario di un’avversaria che stava cominciando a deragliare. Break nel terzo game, altro break sul 4-2 e la partita finiva lì. È abbastanza incredibile come Konta sia riuscita a cambiare la storia del suo rapporto con la terra battuta, eppure ha dimostrato che è possibile cercando molto meglio la palla e leggendo meglio i vari rimbalzi “sporchi” ma soprattutto prendendo molta fiducia nei colpi a rete o lavorando parecchio sulle smorzate, fattore che anche oggi ha messo in atto sistematicamente fin dall’inizio.

Domani proverà a mettere le mani sul primo titolo sulla terra nel circuito maggiore mentre Bertens, malgrado la sconfitta, ha ben poco da essere dispiaciuta. Il risultato odierno, infatti, non cambia assolutamente nulla in vista di quello che sarà un appuntamento per lei importante: il Roland Garros. C’è un giorno in più di riposo, soprattutto la chance di avvicinarsi senza essere la grande favorita, fattore che a lei non è mai piaciuto particolarmente. Un titolo e due semifinali su 4 tornei sulla terra battuta, con tanto di best ranking e titolo simbolico di miglior tennista nella storia del proprio paese, sono indizi abbastanza chiari. Un calo, oggi, diventa da una parte una logica conseguenza, dall’altra una piccola benedizione.

Diego Barbiani

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