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WTA Madrid: Bertens storica, Halep sconfitta. La vittoria più importante per l’Olanda dal 1927

[7] K. Bertens b. [3] S. Halep 6-4 6-4

Settimana da favola, momento da incorniciare e conservare tra i ricordi più belli di una carriera che sta prendendo quote inimmaginabili. Kiki Bertens si aggiudica il torneo WTA Premier Mandatory di Madrid concludendo una settimana praticamente perfetta, dove ha battuto ottime avversarie senza mai cedere un set lungo il cammino.

Non c’era riuscita nessun altra, nei 10 anni che questo evento si tiene alla Caja Magica. Lei, ha battuto in successione dagli ottavi Anastasija Sevastova, numero 13 del mondo, Petra Kvitova, numero 2, Sloane Stephens, numero 8, e ora Simona Halep, che lottava per riprendersi il numero 1 del mondo.

L’aveva già sconfitta nella finale di Cincinnati, quando allora si parlava di impresa e di momento storico per lei, Kiki, e per il tennis olandese in singolare. Adesso, la gioia è probabilmente amplificata all’ennesima potenza, perché era quasi un secolo che l’Olanda aspettava un titolo così pesante, proprio appena sotto ai quattro Major. Kea Bouman vinse il Roland Garros nel 1927. Sembra di parlare di un mondo diverso, in bianco e nero, quando ancora si trattava di veri pionieri di questo sport. Betty Stöve, la giocatrice che fino a domani, fino al prossimo aggiornamento ufficiale del ranking femminile, deteneva il record con il numero 5 del mondo raggiunto dopo la finale di Wimbledon del 1977, vincendo il torneo di Tokyo nel 1978 si aggiudicava 150.000 dollari. Oggi Bertens ne intasca più di 1 milione. E lo fa con merito.

La partenza non è stata ottimale, ma in quel poco di positivo che c’era da raccogliere nei primi game in cui per due volte perdeva la battuta tra secondo e terzo turno al servizio, è che da fondo reggeva piuttosto bene il palleggio, con pochi errori se non accelerava con troppa fretta, e c’era una chiave tattica che le avrebbe potuto fruttare tanto: la palla carica di dritto in incrociato. Halep non difendeva bene da quel lato, o almeno non leggeva quel rimbalzo con attenzione. La rumena ha fatto fatica per oltre un set nel capire come approcciare le palle molto alte, perché tentava spesso di aggredirle malgrado un rimbalzo molto alto e irregolare.

Prima sotto 1-3, poi 2-4, Bertens non ha mollato mentalmente costruendosi subito il secondo controbreak e poi mettendo insieme un ottimo game di battuta, cominciando a crescere in maniera importante con il rendimento della prima palla di servizio. Game a zero per il 4-4, nuovo break dove ancora pizzicava la rumena impreparata sul lato del dritto e turno di battuta abbastanza agevole per il 6-4 che è valso il primo parziale.

Halep aveva messo in campo l’84% di prime palle, ma aveva concretizzato pochissimo e nella fase finale di quel set è sembrata accelerare troppo, come a volersi liberare della situazione. L’inizio di secondo set la vedeva ancor più con la testa sott’acqua quando Bertens si è inventata un lob meraviglioso che le ha dato subito un nuovo 0-40 e poi il break, confermato, per il 2-0. Dopo questi 6 game consecutivi, la rumena ha avuto la forza di reagire, ha cominciato a muoversi meglio e a leggere con più ordine le palle sul lato del dritto, ma una volta preso il controbreak ha dovuto fare i conti con una straordinaria avversaria che in risposta ha colpito sempre la linea con colpi difensivi. Non stava aggredendo, stava coprendo il campo e rigiocando tutto al di là della rete, ma lo faceva con tale profondità che era impossibile per Halep avanzare e avere palle facili da chiudere.

Fondamentale, nell’economia della partita il game che è seguito. La rumena le ha provate tutte, cercando anche di arrampicarsi in risposta per prendere delle ottime prima di una Bertens che quel momento non sbagliava più e faceva tanto male con il proprio servizio. Sul 4-3, però, un altro passaggio chiave. Sul 15-30 l’olandese non ha colpito affatto bene uno smash, preso col telaio della racchetta, che però si è impennato e ha colpito involontariamente Halep che stava correndo per prendere l’eventuale colpo riuscito bene. Dal possibile 15-40 si è passati in due punti al 40-30. Halep è rimasta lì, ha avuto anche un nastro favorevole, ma alla terza palla del 5-3 Bertens ha chiuso con un nuovo servizio a uscire vincente. Due game più tardi, la conclusione palpitante della partita. Bertens si è presa un primo match point, lì dove Halep ha fatto un numero a rete; poi un secondo dove ha accelerato troppo col dritto; e infine un terzo, ancora grazie al servizio, e dove ha eseguito un’ottima palla corta non rigiocata dalla sua avversaria.

Lo scorso anno si pensava alla sorpresa, adesso invece è storia.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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