[10] D. Medvedev b. [1] N. Djokovic 6-3 4-6 6-2
Avevamo detto in sede di presentazione del torneo che Novak Djokovic non è certo l’affamato cannibale che appena un paio d’anni fa sembrava destinata a rendere il tennis un continuo e noiosetto monologo. Nonostate sia il detentore degli ultimi tre slam e chiaramente favorito per il quarto, Nadal permettendo ovvio, Djokovic si è reso conto che dal punto di vista mentale, più che fisico, non è più in grado di tenere a lungo la concentrazione, forse addirittura all’interno della stessa partita, figurarsi per un più di un torneo. Così con la solita intelligenza che va riconosciuta al serbo, Nole si è messo a puntare i tornei che più possono interessarlo, riservando agli altri un’attenzione non certo spasmodica. In questa chiave ci sembra vadano lette le sconfitte di Indian Wells e Miami, contro due ottimi giocatori ma che insomma non rappresentano certo un problema per un Djokovic mirato. La sconfitta di oggi arriva sicuramente contro un giocatore in crescita, fra l’altro uno di quelli di cui si parla poco ma che è solidissimo, ma Daniil Medvedev solo un mese fa veniva preso a pallate da Roger Federer e sulla terra rossa l’anno scorso aveva vinto prima di questo torneo appena due partite a livello ATP, una proprio a Monte Carlo, però contro Fucsovics. Giusto quindi dare i meriti del caso al russo, che comunque ha battuto ieri Tsitsipas e che domani sarà certamente favorito contro Lajovic, ma è chiaro che senza un aiuto consistente di Djokovic staremmo qui a commentare un’altra partita. Djokovic è andato subito sotto sbagliando con una sconcertante costanza, e l’unico modo che ha trovato per tenere la palla in campo è stato quello di giocare abbstanza corto. Troppa grazia per Medvedev che in chiusura di set è montato sopra l’avversario e lo ha brekkato ancora.
Nel secondo set però il russo si è lasciato coinvolgere dal pessimo spettacolo offerto da Nole, non ha concretizzato una palla break e subito dopo ha ceduto il servizio senza che il serbo forse se l’aspettasse. A quel punto Djokovic ha aumentato l’attenzione al servizio e ha trascinato la partita al terzo set. Ma era chiaro che Djokovic contasse soltanto sull’esperienza, perché ha giocato ancora nel primo game del terzo, nel tentativo di sorprendere Medvedev e poi è praticamente crollato contro un giocatore che in fondo ha pur sempre quasi nove anni di meno, e non è detto che questo conti sempre poco. Alla fine gli errori non forzati di nole saranno 47, che se li dividete per 27 game significa che solo sette volte non si è partiti da 30-0 per Medvedev.
In altri tempi questo sarebbe stato un risultato tutto sommato normale, il giovane prossimo top10 che sconfigge il numero 1. Ma sapete com’è ridotto il tennis, e quindi non illudiamoci troppo, per Nadal ci vorrà altro.
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