[6] E. Svitolina b. M. Vondrousova 4-6 6-4 6-4
A due punti dalla sconfitta contro Sofia Kenin all’esordio, a due game contro Ashleigh Barty, un set sotto e un break di ritardo al terzo, eppure Elina Svitolina c’è. Ancora una volta, la quarta se consideriamo anche la grande battaglia contro Daria Gavrilova, l’ucraina fa suo un match durissimo. 4-6 6-4 6-4 a Marketa Vondrousova di oggi, forse la miglior prestazione della numero 6 del seeding seppure un po’ altalenante, ma che a questi livelli è sempre più una giocatrice capace di non mollare nemmeno quando tutto gira storto.
C’è da chiedersi quante energie ancora abbia, visto che è stata chiamata oggi a un nuovo sforzo fisico molto importante per ribattere le traiettorie molto insidiose perché varie e perché mancine di una ceca uscita forse un po’ di fretta dallo stadio, probabilmente delusa per un brutto game giocato sul 3-2 e servizio nel set decisivo, ma sommersa dagli applausi di un grande pubblico che stasera, per la prima volta, ha scoperto il suo nome nel panorama tennistico.
Compirà 20 anni tra tre mesi, per cui potrebbe tranquillamente ripresentarsi la chance di avanzare fino alle migliori 4 di un WTA Premier Mandatory perché di talento ne ha da vendere, eppure ci aveva probabilmente fatto un pensierino dopo un primo set portato a casa senza troppa sofferenza. Forse il parziale più brutto della numero 6 del seeding, non tanto per i break subiti che hanno determinato il punteggio in favore della sua avversaria quanto per il game giocato sul 5-4 e servizio Vondrousova, dove non ha praticamente messo la palla in gioco. Strano, considerando le sue grandi doti di lottatrice. E dopo le tre ore e un quarto di ieri, con la fisioterapista chiamata in campo già una volta, c’era qualche domanda su quanto le fosse rimasto nel serbatoio. La risposta è: tanto. Anzi, forse bisognerebbe chiedersi quanto le sia rimasto. “Tanto”, la risposta giusta è “tanto”. Anche di fronte alle numerose variazioni di un’avversaria che ha dimostrato di poter giocare qualsiasi cosa, dal pallonetto alla finta con lo slice di rovescio. C’è tanto di buono nel tennis di Vondrousova, soprattutto per la qualità delle palle corte o per le variazioni continue dal lato del dritto che l’altro giorno mandarono fuori fase una certa Simona Halep.
Svitolina ha chiesto un grande sforzo anche oggi, eppure col tempo è sembrata anche poter aumentare i giri del proprio motore. E se la fase di copertura rimaneva spesso di alto livello, nel secondo set e i parte del terzo si è esaltata anche in quella offensiva. Una spinta sulla palla che non la si era ancora vista in questo torneo, o almeno non di questa portata. Da inizio del secondo set ha lasciato andare tutto quello che aveva, attaccando e prendendo sempre più campo, cercando non di rado la via della rete. Forse non i colpi di volo più canonici, eppure le uscivano dalla racchetta voleè molto ben giocate tra cui anche alcune colpite da sotto la rete che hanno strappato diversi applausi. La sfida è diventata un lungo braccio di ferro con due giocatrici che spesso si sono equivalse anche nella scelta dei colpi: non c’era una traiettoria preferita per entrambe, non c’era una diagonale che dava più punti all’una piuttosto che all’altra, ma tutte e due volevano giocare punti approfittando di tutto il campo, favorite in questa logica dalla chela mancina della giovane Vondrousova.
Il secondo set si è chiuso al decimo gioco, con Vondrousova che aveva rimesso in piedi molto bene il set dopo un allungo dell’ucraina sul 3-1. A Marketa è venuto a mancare il servizio, nei momenti cruciali, perché anche nel parziale decisivo quando è riuscita a prendere il vantaggio ha giocato un brutto game, sprecando poi uno 0-30 e tornando indietro nel punteggio. Alla fine, sul 5-4, Svitolina è salita in cattedra, approfittando anche di un nastro favorevole sul 15-15 che le ha accomodato la palla per il passante comodo che ha indirizzato il game dalla sua parte. È la sua prima semifinale nel deserto californiano, contro di lei adesso un’altra teenager terribile: Bianca Andreescu.
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