[1] A. Van Uytvanck b. [8] M. Vondrousova 1-6 7-5 6-2
Proprio come avvenuto nel 2018, è Alison Van Uytvanck la campionessa del torneo WTA International di Budapest. La belga è venuta a capo di una settimana non facile, dove ha avuto momenti complicati fin dal primo turno e in semifinale, contro Ekaterina Alexandrova, è emersa vittoriosa solo 9-7 al tie-break decisivo annullando 5 match point. Nell’ultimo atto, invece, ha battuto in rimonta Marketa Vondrousova 1-6 7-5 6-2.
Una partita dove ha inciso una volta di più il cambio di marcia di Van Uytvanck nei momenti più delicati. La diciannovenne ceca aveva messo le mani sul primo set con bel gioco e buon margine nei colpi, controllando così gli errori gratuiti e permettendo ai propri colpi di andare verso gli angoli, sfruttando le aperture che il tennis mancino (e una buona dose di talento) le danno. Eppure, nel momento chiave, la sua avversaria ha cominciato a mettere ordine nella propria metà di campo e cambiare gli equilibri, sbagliando sempre meno e aumentando l’efficacia del proprio dritto, un colpo abbastanza anomalo perché spesso lo colpisce indietreggiando e con una sorta di frustata, ma la pallina viene colpita in fase ascendente e prende velocità, senza creare una traiettoria particolarmente arrotata.
Dall’1-6 4-5, Van Uytvanck si è rivelata molto più incisiva e solida, abile nel costruire i punti senza sbagliare e a mandare nel pallone la sua avversaria che ha messo in mostra i veri limiti di un carattere che rischia di penalizzarla oltre modo. Vondrousova fino a un paio di anni fa era considerata un grandissimo talento e il titolo di Biel, nel 2017, sembrava solo l’inizio di una ascesa importante. Gli infortuni, che ne hanno rallentato in più circostanze la crescita vera, non sembrano le uniche cause di due stagioni passate ancora fuori dalla top-50. Marketa infatti, e lo si notava anche nel corso di questa settimana ungherese, ha ancora tanta strada da fare nella propria testa per crescere ed evitare che certe partite vengano perse prima con la negatività che col gioco.
Il suo cambiamento è stato evidente, forse sorpresa nel momento in cui dopo essere rientrata nel secondo set si vedeva brekkata una terza volta (sul 5-5, da 30-0 in suo favore) e poi eccessivamente arrendevole. Van Utvanck l’aveva in pungo, e lei comunicava al suo coach, indietro 0-3 e doppio break al terzo, che non aveva più idea di che cosa fare per vincere un punto. Solo sul 2-5 si è lasciata un po’ andare, tornando a colpire bene e cercando di chiudere il match senza troppi rimpianti, ma due palle break mancate l’hanno lasciata con tanto amaro in bocca e al terzo match point Van Uytvanck ha potuto alzare le braccia al cielo ed esultare assieme all’amica e connazionale Kirsten Flipkens, che dopo essere stata eliminata è rimasta al suo fianco come coach. Anche lo scorso anno, quando Van Uytvanck si impose contro Dominika Cibulkova, Flipkens recitava questo ruolo nel suo box.
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