Sono tanti, sono rumorosi, sono festanti. Saltano, urlano, intonano cori. I greci a Melbourne Park, storia neanche nuova. Marcos Baghdatis nel 2006 raggiunse una finale da queste parti creando un po’ il mito di una carriera che non ebbe più picchi di questo livello ma che è rimasta nel cuore di tanti. Forse fu proprio lui a portare tutti questi tifosi a scoprire il tennis.
Può piacere o meno, questo poi dipende dai gusti di chi magari apprezza un tennis più ancorato alle tradizioni, al pubblico quieto, ma al di là dei giudizi bisognerebbe vivere in prima persona che cosa vuol dire essere in un catino come lo Show Court 3, che non arriverà ai 1000 posti a sedere, e avvertire il calore del pubblico di casa, australiano, tutto sommato non troppo lontano da quello “mediterraneo” come l’ha chiamato Maria Sakkari per indicare tutta la zona tra l’Italia e la sua Grecia.
Uno show di colori, bandiere, canti, fan che poco prima di un punto importante battono le mani a ritmo. Non stiamo parlando di ricreare un ambiente calcistico, e questo clima si può respirare praticamente solo da queste parti, ma colpisce per la sua energia, per come si vive questa elettricità che cresce fino a essere assorbita dalle stesse giocatrici o dagli stessi giocatori. Nel match di Sakkari, lei e Astra Sharma hanno giocato una sfida che normalmente raccoglierebbe molta meno attenzione, soprattutto la semisconosciuta australiana, fuori dalle prime 250 del mondo e passata tramite le qualificazioni. Sarà abituata a campetti da torneo ITF, dove le palline bisogna raccoglierle da soli, dove forse alle volte il campo non è neppure perfettamente tenuto, dove di chi tu sia frega poco e nulla. Oggi, Sharma, si è trovata a giocare una partita in un clima forte ma per nulla ostile. E ha fatto una bella figura, mettendo in mostra un gioco di serve & volley, di attacchi e variazioni.
Dopo aver perso il primo set 6-1, l’australiana ha alzato il livello nel secondo parziale, partendo dal servizio, e piano piano ha scosso il pubblico australiano che ha cominciato a “rispondere” a tantissimi greci. “Che cosa cantavano? Di tutto: “Maria ti amiamo! Maria sei forte!”” Sakkari, in conferenza stampa, con un sorriso che la metà basterebbe per capire che era ben oltre il livello della felicità. “Non ho giocato benissimo, ma loro danno una carica fuori dal normale. Volevo vincere, perché per me essere al terzo turno di uno Slam è importante, ma anche perché penso che più riesca ad andare avanti e più io possa diventare pericolosa”. La sua esultanza è divenuta virale su internet, con la gif che sta riscuotendo tante condivisioni su Twitter
“Viene così, da quello che ho dentro. Siamo un popolo molto particolare, sappiamo dare tutto fino all’ultimo momento, sappiamo essere durissimi da battere”. Sakkari giocherà il prossimo match contro un’altra australiana, molto più popolare: Ashleigh Barty. Le due sono molto amiche, Sakkari ha scherzato: “Spero che ci sarà un po’ di tifo così la prossima volta. Lei è fortissima, molto talentuosa, con tutto il pubblico per lei”. Ci saranno, c’è da scommettere che ovunque verrà posizionato assisteremo a un’atmosfera veramente forte tra i greci e gli australiani a colorare una partita che è già molto ricca di significati: Barty cerca i primi ottavi di finale in Australia, Sakkari i primi ottavi di finale di una greca a livello Slam in assoluto.
Tsitsipas ha condotto a termine una piccola maratona contro Viktor Troicki, vinta 7-5 al quarto set, pochi minuti dopo essere sembrato leggermente sofferente per un problema al polpaccio sinistro. Stefanos, anche lui destinatario di cori, anche lui con cartelloni rivolti e in uno la scritta a caratteri cubitali “Stefanos the Great”. Anche lui, ovviamente, non poteva che essere super emozionato di tutto questo clima.
Giovani, lei presto compirà 24 anni, lui 21. Stanno vivendo un gennaio speciale, perché nella prima settimana dell’anno erano a Perth per la (probabile) ultima edizione della Hopman Cup a rappresentare per la prima volta il loro paese, di non grandissima tradizione tennistica ma che hanno orgogliosamente portato fino a una quasi finale, battendo due potenze come la Svizzera di Roger Federer e Belinda Bencic e gli Stati Uniti di Frances Tiafoe e Serena Williams. Maria si è detta molto fortunata ad aver avuto accanto Stefanos, forse riconoscendo le qualità di tennista estroso e già vicino all’ingresso in top-10. Eppure loro sono molto amici, il che aiuta anche in un obiettivo neanche troppo secondario che entrambi coltivano: aiutare a far crescere il tennis nel loro paese. “Siamo riusciti in breve a portarlo al terzo sport più importante a livello nazionale” diceva Sakkari, ammettendo che sarà comunque molto difficile superare due pilastri come il calcio (“non siamo molto forti a livello europeo, ma siamo veramente appassionati. Io stessa sono stata portata da mio padre a tifare per l’Olympiacos”) e il basket.
Si conoscono, i due, da diverso tempo. Tsitsipas aveva ricevuto dalla federazione greca 30.000 dollari per un fondo che gli garantisse di organizzare la stagione, lui ha voluto condividere la cifra con la stessa Sakkari e Valentini Grammatikopoulou, altra atleta greca appena al di fuori della top-100. “Ci sosteniamo l’un l’altro, viviamo questi momenti assieme anche perché il nostro paese non ha grandi risorse da dedicare al tennis e allora ci sosteniamo l’un l’altro” ha detto Maria, che è stata anche protagonista di una bella scena con il connazionale, impegnato a sua volta nella propria conferenza stampa: ha fatto capolino davanti alla porta della sala interviste numero 2 e ha cominciato a bussare nella piccola zona di vetro per farsi notare da Tsitsipas, che si è fermato e ha risposto al saluto, poi una seconda volta, con lei che faceva il gesto del pugno chiuso in segno di esultanza.
Ah, e una piccola curiosità finale: Sakkari non si era resa conto di aver messo a segno, nel suo match contro Astra, 3 ace in un unico game. “L’ho fatto? Davvero? No deve essere la prima volta, troppo concentrata e non me ne sono neanche resa conto”.
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