[30] M. Sharapova b. [3] C. Wozniacki 6-4 4-6 6-3
Pur provandoci in tutti i modi, non riusciremmo a spiegare quanto grande potesse essere il desiderio di vittoria di Maria Sharapova in questo venerdì pomeriggio australiano alla Rod Laver Arena.
Dopo aver metaforicamente masticato la polvere per mesi e mesi, tra problemi fisici e difficoltà di rendimento, la russa ha tirato fuori dal cilindro la terza grande prestazione del suo Australian Open ed eliminando dal primo Slam del 2019 la campionessa di 12 mesi fa, Caroline Wozniacki.
Avversaria mai banale, per tante questioni legate alle sfere personali di entrambe e per le frecciate mai tenute nascoste da parte soprattutto della danese a cui non andò mai giù il fatto che la russa poté tornare a giocare dopo la squalifica per doping. Non le passò neppure mesi e mesi dopo quell’avvenimento, tanto che allo US Open dimostrò ancora quanto la cosa non le andò giù attaccando gli organizzatori, colpevoli secondo loro di aver favorito oltre il limite un’atleta che rientrava da una squalifica per aver cercato di alternare le prestazioni sportive. I fogli di quel processo non avevano mai stabilito che il meldonium fosse un medicinale che migliorasse tali prestazioni, di fatti poi arrivò la frase piccata di Sharapova quando le chiesero un’opinione: “Non sono io a fare l’ordine di gioco, io non so nulla. Tutto quello che so è che sono al quarto turno, non ho idea invece di dove lei sia”.
Con questi pretesti, e con un clima che sapeva tanto di big match, la partita è divenuta subito incandescente. Si affrontavano due giocatrici che non avevano ancora ceduto il servizio nelle prime 2 uscite, ma se la prima ad allungare è stata la danese, la reazione della russa è stata veemente. Dimostrando come i numeri in risposta delle prime partite non fossero frutto soltanto della superiorità del proprio gioco rispetto alle avversarie, ma proprio di come in una settimana sia cambiato tanto della Sharapova infortunata e malconcia non solo di Shenzhen ma anche dell’ultimo periodo. 5 game di fila, da sotto 1-4, e il primo set era russo.
Impressionanti, per una volta, i numeri di Sharapova. Il dritto faceva malissimo, tanto che a un certo punto nel secondo set si contavano addirittura 17 vincenti a 1. Wozniacki non fa grande affidamento su quel fondamentale, ma doveva servirsene per provare a contrastare questa potenza. Ci metteva grande dedizione, esaltandosi come spesso le capita in fase difensiva, ma alla lunga era sempre l’alta a uscirne meglio. Anche a inizio del secondo set, quando Wozniacki saliva 3-0, c’era l’immediata reazione dell’ex numero 1 del mondo. Sharapova, altro merito, ha sempre continuato nella sua azione, sospinta da una mole di vincenti che non vedevamo da tempo.
A un certo punto la danese sembrava vicina al ko, quando all’ennesimo colpo vincente subito con una palla terminata sulla riga guardava il proprio angolo con la faccia di chi non ne poteva più. Si è calmata, ha colpito un paio di rovesci in lungolinea e Sharapova doveva servire per rimanere nel set. Alla russa non è entrata la prima, e ha cominciato improvvisamente a sentire la pressione. Un doppio fallo, un dritto sbagliato cercando l’angolo, un nuovo dritto mancato sul set point.
Nel terzo parziale l’equilibrio regnava sovrano, anche se la danese di tanto in tanto trovava forse per la prima volta quel ritmo e quell’aggressività che le era mancato per quasi tutti i primi due set. Sharapova, costretta a rincorrere nel punteggio, ha tenuto duro fino al 3-3 dove si è inventata un game in risposta straordinario, colpendo sistematicamente ancora col proprio dritto e concretizzando un iniziale vantaggio di 0-30 con un vincente proprio con quel fondamentale, accompagnato da un’esultanza sfrenata. Tenuto piuttosto agevolmente il game per il 5-3, è poi andata nuovamente all’attacco in risposta, prendendosi subito la partita, al secondo match point.
Al prossimo turno Ashleigh Barty, per un ottavo di finale che ora diventa anche una grandissima occasione per raccogliere punti importanti in vista del futuro, per provare a svoltare una carriera che sembrava forse già avviata ai titoli di coda.
Altri incontri
Avanzano Petra Kvitova e Sloane Stephens. La ceca ha regolato 6-1 6-4 Belinda Bencic portando a 14 i game persi in 3 partite: 5 contro Magdalena Rybarikova, 4 contro Irina Camelia Begu e altri 5 oggi, dominando il primo set e poi gestendo il proprio servizio nel secondo fino ad arrivare al break, sul 3-3, che è valso la partita. Al prossimo turno, per lei, la sorpresa Amanda Anisimova.
Sloane Stephens supera 7-6(5) 7-5 Petra Martic dopo circa due ore di grande lotta e ora affronterà Anastasia Pavlyuchenkova, vincitrice 6-0 6-3 contro Aliaksandra Sasnovich.
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