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Australian Open, Osaka: “A Brisbane pensavo a vincere il torneo, non la partita”

Ti senti in qualche modo diversa a 3 mesi dal titolo allo US Open?
No, voglio dire… mi sento la stessa. Sarebbe stato brutto se in soli 3 mesi fossi completamente cambiata. No, davvero, mi sento che l’unica cosa che sia davvero cambiata è che ora vado più spesso nella sala conferenze principale (ride, nda).

Il torneo femminile si presenta ancora una volta molto equilibrato. Ma dal tuo punto di vista pensi che nello spogliatoio femminile ci sia la convinzione che Serena Williams sia il personaggio da battere?
Penso di sì, ma c’è un gruppo di giocatrici che è veramente complicato da giocare, specialmente nei tornei Slam. Forse devi chiedere questo a qualcun altra, perché io non parlo con le persone (sorride, nda) e non so cosa pensino. Se vuoi un po’ di gossip scusami, ma non sono la persona giusta.

Hai visto la conferenza stampa di Murray?
Non potevo crederci. Mi sembra uno di quelli che vedevo giocare da tanto tempo. È strano quando le persone decidono di ritirarsi. Per me è molto triste perché non gli avevo mai parlato prima di Brisbane, poi abbiamo cominciato a conversare. Lui era davvero carino. Una bellissima persona. Non dico di aver perso un amico, ma sento come di aver perso uno che poteva anche esserlo.

Non so come sei nel privato, ma nelle conferenze stampa sembri più aperta.
Nelle conferenze stampa mi sento più a mio agio, perché voi mi fate domande. Ma se dovessi fare una piccola chiacchierata, ecco, non so, “Ciao, come stai?”, dopo di quella non saprei proprio come continuare (sorride, nda).
Cosa fai dopo quello?
Cerco di andarmene (ride, nda). No comunque mi sento più a mio agio a parlare alle persone. Sono stata messa in queste condizioni. Non è qualcosa che posso più evitare. Però va bene, prossima volta che entro in questa sala vi chiederò come state (sorride, nda).

Tu sei piuttosto spiritosa, tutti sembrano divertirsi a sentire quello che hai da dire. Perché ti senti nelle condizioni di non sapere cosa dire?
Non voglio sembrare cattiva con voi, ok? Ma tipo, quando sono seduta qui è come se voi non foste reali.
E cosa saremmo?
Non lo so, a dir la verità. Se io sto parlando con qualcuno one-to-one mi stressa tantissimo perché se dico una battuta a voi, ci sarebbe un 50-50 che almeno 3 di voi possano ridere. Non so se sia una risata cattiva, ma almeno è una risata, ok? Se fosse una one-to-one e l’altra persona non riderebbe, io vorrei andarmene. Questa è un po’ la ragione per cui non sono così aperta con le persone.

Nella off season hai cercato di fare mente locale su questo successo nel 2018 e cercare di superarlo?
Ci ho pensato, sì. Ma allo stesso modo uno dei miei obiettivi era cercare di essere più matura come persona. Forse in un certo modo lo sono, ma dall’altra ho tipo la mentalità di una che ha 3 anni. Forse riconoscerlo e migliorarlo è il mio grande obiettivo della scorsa off season. A essere onesta, alla sera cercavo di scrivere qualche battuta su un quaderno da fare poi quando vi avrei visto.
Tipo?
Ah, questa era la battuta. Scusami (ride, nda).

C’è tanta euforia riguardo ad Ashleigh Barty, che idea ti sei fatta della sua condizione?
Sta giocando in maniera strepitosa. Ho avuto la possibilità di giocarci contro qui un anno fa. Voi sembrate adorarla davvero è questo è molto bello, anche perché voi ospitate uno dei 4 Major della stagione. Non so se ho giocato contro di lei un paio di volte, forse 3. Lei ha vinto 2 volte, io una sola. Per cui sì, è molto brava. A essere sincera sono un po’ nervosa in questa risposta perché qualcun altro mi ha fatto questa domanda e io ovviamente ho detto che lei è un’ottima giocatrice e le persone ora sembrano deridermi per questo. Cioè, le persone che conosco. Mh, non so dove sto andando a finire..
Perché ti deridono?
Ho detto che lei è un’ottima giocatrice e tutti pensano che io stessi scherzando, o fossi sarcastica. Non è vero. Lei è davvero straordinaria. Molto talentuosa. E penso loro mi stessero deridendo perché non ho mai detto parole come queste verso una collega.

Domanda in giapponese sull’atteggiamento a Brisbane.
Come posso dirla? Non pensavo a vincere la partita, ma pensavo a vincere l’intero torneo. Ho sbagliato. Dovevo ragionare un match alla volta, come facevo sempre, anche allo US Open. Mi concentravo partita per partita, lì invece ho pensato a vincere subito il torneo perché mi sentivo bene, e forse questo ha causato la giornata così negativa in semifinale. Non avevo mai cominciato l’anno vincendo partite e dopo essermi allenata molto bene volevo fare subito bene a Brisbane. Sono arrivata in semifinale e non pensavo alla semifinale.

Diego Barbiani

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