Milano sorride a Stefanos Tsitsipas (classe ’98) che dopo essere salito agli onori della cronaca due anni fa vincendo il trofeo Bonfiglio, quest’anno ha fatto il bis nella città meneghina, dominando la seconda edizione delle Next Gen Finals con l’en plein di vittorie (5) e una dimostrazione di solidità mentale invidiabile tradotta in 9 tie break vinti (su 11) che spiega il perché di una scalata impetuosa che lo ha portato nel 2018 dalla 91sima alla 15sima posizione del ranking mondiale.
Il confronto con Chung:
Il coreano Chung (classe ’96), vincitore della scorsa edizione, penalizzato peraltro da una serie di infortuni che lo hanno costretto a saltare una parte della stagione, finora non si è spinto oltre la 19sima posizione nel ranking mondiale (attualmente numero 25) e non ha ancora vinto un torneo “open”. Tsitsipas che viceversa, nonostante i due anni in meno di età, ha già vinto un ATP 250 (Stoccolma) e ha disputato due finali importanti (ATP 500 di Barcellona e Masters 1000 di Toronto), ha dato la sensazione di avere le credenziali per aspirare ad un ingresso prossimo nell’Olimpo del tennis come dimostra anche il bilancio fin qui ottenuto negli scontri diretti con i top 10: 7 vittorie in 18 confronti (per Chung una vittoria in 14 match) .
Tornando al torneo di questa settimana, anche se l’affluenza di pubblico è risultato inferiore alle attese degli organizzatori, il livello tecnico del gioco espresso dai protagonisti è stato durante tutta la settimana mediamente elevato con punti di eccellenza nelle due semifinali, vinte entrambe al tie break del quinto set dall’australiano De Minaur, contro lo spagnolo Munar, e da Tsitsipas contro il russo Rublev, l’unico dei presenti ad aver partecipato anche alla prima edizione dello scorso anno in cui era approdato in finale.
Il pronostico è stato pienamente rispettato in quanto, in base alla classifica, Tsitsipas e De Minaur avevano il miglior ranking tra gli otto partecipanti il cui livello medio rispetto ai partecipanti della prima edizione è stato in crescita , nonostante l’assenza dell’ultimo momento del canadese Shapovalov, numero 27, cui è subentrato il polacco Hurkacz (n.85):
Un’ultima annotazione riguarda Liam Caruana. L’italo americano residente in Texas, superando a sorpresa le qualificazioni che decidevano l’assegnazione della wild card destinata a un azzurro, si è trovato, da numero 622 del mondo, catapultato tra ”giganti” coetanei ma molto più esperti di lui. Non si è perso d’animo e nei tre match disputati non ha nel complesso sfigurato riuscendo a strappare un set all’americano Fritz. Un esperienza sicuramente positiva che gli da fiducia e ossigeno per finanziarsi la prossima stagione.
Altri numeri del torneo
2 – I tennisti americani tra gli otto partecipanti (Tiafoe e Fritz), eliminati entrambi nella fase a gironi.
3 – I match di Rublev conclusi al quinto set: vittorie con Fritz e Munar e sconfitta in semifinale con Tsitsipas nell’incontro più bello del torneo.
4 – I game concessi da De Minaur a Caruana nell’incontro più breve del torneo.
5 – Gli incontri conclusisi al quinto set (furono sei nel 2017) di cui 3 decisi al tie break nel set decisivo.
24 – I tie break giocati nel torneo in 16 match disputati (furono 25 nel 2017 in 15 incontri giocati in quanto la finale per il terzo e quarto posto non fu disputata per forfait di Coric).
18 anni e 6 mesi – L’età di Shapovalov nella scorsa edizione: il canadese resta il tennista più giovane tra i partecipanti alle due edizioni fin qui disputate. De Minaur ha esordito quest’anno a 19 anni e 8 mesi.
1 ora e 32 minuti – La durata media dei 16 incontri disputati. L’incontro di semifinale tra Tsitsipas e Rublev è stato il più lungo (2 ore e 9 minuti) mentre il più breve ha visto protagonista l’azzurro Caruana che si è arreso a De Minaur in 56 minuti.
Fed Cup 2018
In campo femminile è andata in scena a Praga la finale della Fed Cup che ha visto di fronte la squadra di casa contro gli Stati Uniti. È stato un ultimo atto sotto tono per l’assenza delle giocatrici migliori di entrambe le squadre (Kvitova e Pliskova da un lato e Stephens e Keys dall’altra, senza contare le sorelle Williams), che tuttavia consegna agli archivi della manifestazione il sesto successo della Repubblica Ceca nelle ultime otto edizioni. Le uniche nazioni che sono state in grado di interferire in questo dominio, che ha un solo precedente analogo risalente agli anni 70/80 quando gli Usa si imposero per 7 anni consecutivi tra il 1976 e il 1982, sono state l’Italia nel 2013 e gli Usa lo scorso anno. Di seguito le finali delle ultime otto edizioni:
Con questa vittoria la Repubblica Ceca consolida il secondo posto nella classifica delle nazioni più vincenti con 11 successi, alle spalle degli inarrivabili Stati Uniti:
Altri numeri:
2 – Le finali disputate e vinte dalla Repubblica Ceca contro gli Stati Uniti. La prima risale al 1985, quando era ancora Cecoslovacchia. In quell’edizione, disputata a Nagoya in Giappone, la finale si giocava ancora su tre incontri e si chiuse sul 2-1 per le tenniste cecoslovacche che vinsero entrambi i singolari con Sukova e Mandlikova rispettivamente contro le americane Burgin e Jordan.
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