Settimana indimenticabile per il 22enne russo, il tennista di Mosca ha superato in finale Novak Djokovic in due set in quel di Bercy. Il serbo è il quarto top10 battuto da Khachanov dopo Isner (salvando match point), Zverev e Thiem. La beffa è che Djokovic, numero uno in pectore da quando Nadal ha dato forfait lunedì, lo diventerà effettivamente da settimana prossima, quindi sulla carta il russo non ha battuto il numero uno del mondo anche se effettivamente è stato così.
Per il russo è il quarto titolo della carriera, tre solo in questa per lui fantastica stagione, tutti e tre i titoli del 2018 sono arrivati sul duro indoor. Marsiglia, Mosca e adesso il più importante il 1000 di Bercy, i primi due erano semplicemente dei tornei 250. Bel balzo in classifica per il russo che balza in 12ª posizione nel ranking mondiale, suo miglior risultato.
Per quanto riguarda l’avversario, il serbo ha sicuramente pagato le fatiche delle sfide in quarti contro Cilic e soprattutto nella semifinale di oltre tre ore giocata e vince al tie-break del set decisivo contro Roger Federer. Djokovic ha vistosamente accusato difficoltà fisiche, spesso corto coi colpi, spesso lasciato fermo, spesso e volentieri in ritardo sui colpi. Nonostante ciò con la settimana di pausa resta ampiamente il favorito alle Finals di Londra.
L’incontro, terminato col punteggio di 7-5 6-4 in 1h37min, aveva visto Khachanov subire un po’ di tensione iniziale. Concedeva palla break nel primo gioco al servizio, poi salvata, e successivamente nel secondo gioco di battuta, Djokovic stavolta la trasformava e saliva a condurre per 3-1. Sembrava che il copione immaginato dai più si stesse realizzando, ma il russo restando concentrato e menando come un fabbro sia col dritto che col rovescio, rimetteva in piedi il parziale, complice un Djokovic che già sembrava poco reattivo.
Il set seguiva adesso i turni di battuta, ed era Khachanov a sembrare in difficoltà: sotto 4-5 recuperava il proprio gioco al servizio da 0-30. Nel gioco successivo sorprendeva un Djokovic molto falloso e al momento di servire per il parziale non tremava, anzi resisteva all’assaltino di Djokovic che scappava nuovamente 0-30 in risposta, salvo poi farsi riacciuffare per la seconda volta in pochi minuti.
Il secondo parziale è stato molto più netto in campo che nel punteggio, Djokovic continuava ad arrivare male sulla palla e a sbagliare cose elementari. Khachanov sempre più in fiducia faceva sfracelli nei propri turni di battuta e col dritto, 76% di prime in campo 76% di punti vinti con questo colpo, otteneva il break al terzo gioco allungando immediatamente sul 3-1. Djokovic salvava, con un ultimo scatto d’orgoglio, altre 4 palle break nel settimo gioco, ma Khachanov infine gestiva bene, senza rischiare più nulla, i turni di battuta che mancavano al suo primo titolo mille in carriera.
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