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Wimbledon: Serena Williams doma Rus e il vento. Venus e Azarenka avanzano

[25] S. Williams b. A. Rus 7-5 6-3

La regina è tornata sui suoi prati. Serena Williams è di nuovo a Wimbledon, luogo dove non perde dal 2014 al terzo turno, battuta in quel caso da Alizé Cornet. Un avvicinamento non semplicissimo, tra i dubbi iniziali per un problema fisico maturato a Parigi e qualche dubbio che la stessa statunitense rivelava nei giorni precedenti all’esordio dove diceva che non aveva ancora forzato più di tanto il movimento del servizio, neo che a Parigi ha poi portato in evidenza le non perfette condizioni fisiche che l’hanno portata al ritiro. Però è una Serena felice, competitiva come sempre e pronta a ogni sfida che si presenterà davanti da adesso in avanti.

Sette volte vincitrice dell’evento, con in dote una testa di serie bonus, ha avuto bisogno di più tempo del dovuto per avere la meglio della prima avversaria. Arantxa Rus sembrava la vittima sacrificale perfetta per un esordio soft nel torneo, invece l’olandese ha dato battaglia per quanto ha potuto, cercando di limare la grande differenza che comunque c’è visto il valore assoluto dell’una (da grande campionessa) e dell’altra (buona giocatrice, che qualche anno fa ha sfiorato la top-50, ma mai pienamente sbocciata in qualcosa di più grande). 7-5 6-3 il punteggio finale che molto è stato influenzato anche dal forte vento che dava un gran fastidio a entrambe. Rus cercava di gestirlo meglio, anche perché vedeva come la sua avversaria facesse fatica a trovare la palla con l’impatto giusto, non leggesse bene le traiettorie o in altri momenti si trovasse costretta a non forzare per non perdere il controllo. Situazioni che ancora, questa Serena, può vivere visti i pochi match giocati. La stessa statunitense a fine match ha detto: “Non ho giocato bene, è vero. Ma conto di arrivarci strada facendo”.

Il primo set è stato segnato da un break sul 6-5 per l’ex numero 1 del mondo, che sul 15-40 ha mancato il primo set point e sul secondo ha raccolto il grande regalo dell’avversaria, sempre in comando del punto ma che ha sparato lungo un rigore in movimento con Serena spiazzata. Nelle braccia al cielo e nell’esultanza, anche un po’ oltre, della statunitense c’è tutta la voglia di arrivare (o meglio, di tornare) lassù. È un primo turno, è una partita che vincerebbe comunque anche a mezzo servizio, ma adesso ogni punto ha un peso specifico enorme. Tanto quanto quello che il giudice di linea le ha tolto sull’1-1 40-30 nel secondo, con una chiamata errata subito corretta ma che l’ha costretta a ripetere il punto. Si è innervosita, ha cominciato a sbagliare e a perdere la concentrazione. Rus ha provato a costruire una rimonta fermatasi però sul 3-1 0-30. Da lì, con un rovescio vincente, Serena ha piano piano riportato l’inerzia dalla sua, chiudendo col servizio a disposizione in un nuovo game rovinato dal vento.

Il primo ostacolo è andato. Adesso una qualificata: Viktoriya Tomova o Tereza Smitkova. E avrà tutto il tempo per aumentare il proprio livello in attesa di test più impegnativi.

[9] V. Williams b. J. Larsson 6-7(3) 6-2 6-1

Quanta fatica per Venus Williams, che supera l’esordio a Wimbledon dopo un set e mezzo di stenti e difficoltà. La prima vittoria Slam del suo 2018 è arrivata contro l’avversaria sulla carta più comoda, ma che avanti di un parziale e con il punteggio in parità nel secondo cercava di portare avanti quel sogno chiamato primo successo a Wimbledon in carriera.

I numeri di Johanna Larsson su erba sono infatti molto sbilanciati in negativo: su 16 partite giocate nei tabelloni principali, ci sono solo tre vittorie, due di queste addirittura a ‘s-Hertogenbosch nel 2011. Una giocatrice con un gioco da terraiola, che carica tantissimo il dritto in top-spin e si affida a un servizio con molta rotazione. Armi da terra rossa, che avrebbero dovuto subire da subito la potenza e il gioco piatto (su questa superficie) di chi invece l’erba di Church Road la tratta come un giardino personale.

Venus, che in stagione ha ottenuto solo un successo al di fuori del cemento nord-americano, è al momento la copia sbiadita della giocatrice che lo scorso anno riusciva a centellinare gli eventi ma a ottenere risultati importanti. Se facciamo un ragionamento di soli risultati, al momento la statunitense ha un ranking che soffre del crollo dovuto all’eliminazione al primo turno dell’Australian Open e del Roland Garros, ma queste fatiche fanno pensare che non ci sia di fronte chi invece lo scorso anno stava vivendo una delle stagioni più importanti della carriera e che nonostante non sia arrivata a vincere un titolo importante c’era comunque da andar fieri. Adesso, Venus è netta difficoltà.

È anche vero che negli ultimi anni è capitato che partisse a Wimbledon con qualche problema. Nel 2016 vinceva solo al fotofinish le sfide contro Daria Kasatkina e Maria Sakkari, lo scorso anno offrì a Qiang Wang una chance per servire per il match (non sfruttata). Quest anno, a 38 anni, bisognerà capire se il primo set e mezzo di oggi sia stato solo un inizio stentato o se troverà un seguito. Il tabellone, lo dicevamo anche nell’articolo di presentazione, è dalla sua parte: Larsson, Alexandra Dulgheru ed eventualmente un terzo turno contro Kiki Bertens (che però su erba non vale come su terra) e in quella sezione del tabellone le avversarie più forti o hanno stentato (Karolina Pliskova) o sono state eliminate (Sloane Stephens, anche se non possiamo realmente parlare di sorpresa, come per la ceca).

Williams ha sofferto tanto, tra errori e gambe che non giravano, e Larsson ha tirato avanti il più possibile finché sul 5-5 ha ben intercettato un servizio al colpo portando l’avversaria al nuovo gratuito di rovescio che le ha dato il terzo break del suo parziale. Non è riuscita a chiudere il set nonostante il 40-15, ma qui si intravedeva il filo conduttore di quella che doveva essere la “vera” partita: se Venus lavorava bene gli scambi, la differenza tra le due diveniva enorme. Al tie-break, però, un nuovo black-out sul 4-3 per la svedese e con due doppi falli ha definitivamente regalato il set. Dal 2-2 nel secondo, poi, ha finalmente preso il controllo dell’incontro ed è volata su una serie totale di 10 game consecutivi vinti fino al 5-0 nel terzo set, giocato con la sua avversaria senza più alcuna velleità e lasciando strada alla numero 9 del seeding.

La reazione c’è stata, il pericolo è stato scacciato. Adesso sarà importante capire quale sarà la Venus che proseguirà il torneo. Il tabellone è dalla sua, la forma (almeno per ora) un po’ meno.

Altre partite

Victoria Azarenka è al secondo turno grazie al successo per 7-6(4) 6-2 contro Ekaterina Alexandrova. Partita dura per la bielorussa, che cercava risposte positive dopo le ultime delicate settimane dove i risultati scarseggiavano, e contro di lei c’era una che ha il gioco perfetto per l’erba perché colpisce solo palle prive di rotazioni.

Su erba fresca, la sua percentuale di difficoltà sale. Su erba fresca, però, sale anche la percentuale delle scivolate. Azarenka non è stata la prima, visti i voli di Venus Williams in più circostanze o quella molto brutta subita da Harriet Dart, ma la sua caduta nelle fasi iniziali ha fatto temere il peggio. Il ginocchio ha sbattuto violentemente a terra con tutto il peso del corpo sopra, con il trainer chiamato per faciare pesantemente la zona colpita. Perso il break di vantaggio, la ex numero 1 del mondo ha comunque chiuso al tie-break partendo subito con un 3-0 di vantaggio fino al 7-4. Nel secondo ha sfruttato il momento positivo salendo 3-0 e portando a casa una vittoria che può fare morale, al di là del controllo ulteriore che dovrà fare al ginocchio.

La chance al secondo turno, contro Karolina Pliskova, è enorme perché la ceca qui non ha mai passato il secondo turno e anche oggi ha fatto vedere che l’erba fresca delle prime giornate proprio non la digerisce, giocando male per due set contro la wild-card locale Harriet Dart. 7-6(2) 2-6 6-1 il punteggio finale, con la giovane inglese che sul 4-1 e servizio nel secondo set è scivolata a terra facendo a camminare per i primi minuti, poi ha ritrovato un po’ di agilità chiudendo il set e portandosi a 3 palle break nel primo game del parziale decisivo. Pliskova si è salvata, e infilando un gran passante di dritto in corsa sull’1-1 30-30 ha preso definitivamente in mano la partita.

Tutto molto semplice per Caroline Wozniacki, invece, che riparte dopo il successo a Eastbourne con un comodo 6-0 6-3 ai danni di Varvara Lepchenko. Al prossimo turno Ekaterina Makarova, contro cui perse lo scorso anno (proprio al secondo turno) allo US Open.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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