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Wimbledon, scacco al re?

Al di là dei riti scaramantici dei tifosi – e di molti addetti ai lavori… – Wimbledon ha un vincitore annunciato. Esattamente come era del tutto inverosimile fermare la corsa di Nadal al Roland Garros è estremamente improbabile che qualcuno degli eterni candidati alla successione riesca fin da quest’anno a togliere lo scettro al re, a Roger Federer. A Parigi le speranze di vedere un torneo decente erano affidate a Sascha Zverev e Thiem, che hanno finito per affrontarsi tra loro nei quarti di finale. Che le previsioni fossero azzeccate è stato dimostrato dal fatto che il vincente di quel match ha finito per affrontare Nadal nell’atto finale, facendo però una figura molto simile a quella di Cilic nella finale di Wimbledon dello scorso anno. Ma appunto due sfidanti a Parigi c’erano. E a Wimbledon?

Gli allibratori sostengono che se non ci fosse Federer il favorito sarebbe Novak Djokovic. Il serbo non vince un torneo da un anno esatto, è tornato in finale al Queen’s giusto due settimane fa, dove aveva raggiunto la sua seconda semifinale dell’ultimo anno. Come, con un curriculum così, il serbo possa risorgere fino addirittura a sfidare il divino è un mistero glorioso. Neanche il sorteggio l’ha molto aiutato, perché se Djokovic non dovrebbe far fatica per arrivare al terzo turno, contro Edmund, uno dei tanti che in quest’ultimo anno l’hanno battuto, le cose possono complicarsi. Dopo di lui avrebbe Thiem e uno tra Zverev e Kyrgios, insomma i nostri soldi li dirotteremmo altrove.

Il terzo favorito dei bookmakers è Marin Cilic e forse tecnicamente ha più senso. Dei tre ultimi tornei che ha giocato sull’erba il croato uno l’ha vinto e negli altri due è arrivato in finale. Sembrerebbero i risultati di un grande specialista se non fosse che prima di questi tornei Cilic di finali sull’erba ne aveva giocate appena due, entrambe al Queen’s e vincendo quella famosa contro Nabaldian solo per via della squalifica dell’argentino. Ma rimane vero che a Wimbledon Cilic ha spesso giocato bene, e che nelle ultime edizioni ha perso soltanto contro Djokovic, Federer e Murray. Il suo percorso fino agli ottavi sembra abbastanza agevole ma poi gli toccherà Raonic (anche se preferirebbe Pouille) e poi Dimitrov, prima di arrivare appunto a Federer.

In teoria il quarto sarebbe Nadal, che però sappiamo tutti quanto poco abbia combinato sull’erba dal 2011 a oggi. Lo spagnolo non lascerà nulla di intentato ma è probabile che ul suo obiettivo sia rimanere in testa al ranking, cosa per cui sarebbe sufficiente approdare agli ottavi. In teoria non dovrebbe essere complicato, speriamo che almeno debba vedersela con Cecchinato prima e Fognini poi, che sono dalla sua parte. Più avanti pare improbabile.

Piuttosto sono i due dioscuri del tennis che verrà che dovrebbero farci vedere a che punto sono, Alexander Zverev e Nick Kyrgios. Zverev sembra sempre che debba ancora farci vedere chissà cosa ma intanto è saldamente terzo del ranking e lo sarà anche alla fine di Wimbledon. L’erba non sembra essere la superficie adatta, non tanto per via degli spostamenti, perché Zverev è estremamente rapido per uno della sua conformazione fisica, quanto per questioni tattiche. Zverev ha un gran servizio ed è ottimo nella fase difensiva, ma attacca in modo sempre abbastanza scriteriato. Sui prati sono cose che possono pagarsi care. Ma tutti naturalmente aspettiamo il confronto che negli ottavi lo vedrà contrapposto a Nick Kyrgios, che sui prati invece – come ovunque – si trova benissimo e che sembra abbia fatto tutto abbstanza per bene per prepararsi a Wimbledon. I due tornei a Stoccarda e al Queen’s sono andati abbastanza bene, considerato che ha peso i tiebreak delle semifinali con Federer e Cilic, ma i dubbi sulle sue capacità di rimanere con la testa sul match sono lontani dall’essere dissipati. Senza voler calcare stupidamente la mano su performance da adolescenza ritardata, il problema dell’australiano rimane in campo, dal quale a volte si allontana quasi disgustato. La novità, se vogliamo, è che Kyrgios ha mostrato di poter tornare nel match e portarlo a termine, ma sulla distanza lunga, come si capisce, tutto questo è estremamente fragile. Kyrgios non ha un cammino semplicissimo e potrebbe addirittura trovare Tomic a terzo turno, prima appunto di accedere al big match. Questo potrebbe provocare sia la scintilla in grado di farlo arrivare in fondo sia farlo crollare contro Haase a secondo turno. È Kyrgios, d’altra parte…

Degli altri rimarrebbero Thiem e Dimitrov. In entrambi i casi, a questo punto, sarebbe una grande sorpresa. Thiem potrebbe entrare in difficoltà in ogni singola partita e non gli farà piacere incrociare Verdasco prima di Djokovic, anche se Tiafoe potrebbe evitargli questa incombenza. Dimitrov, che esordirà con Wawrinka, da Cilic, o chi per lui, dovrebbe arrivarci se non si fa impaurire da Isner e poi chissà, magari trova il torneo giusto.

Ancora una volta è del tutto inutile parlare degli italiani. Il record di partecipanti – siamo a otto – aumenta di niente le possibilità di avere qualcuno nella seconda settimana. Dopo l’impresa di Cecchinato meglio attendersi un reflusso che un bis. Se proprio dovessimo fare un nome, tabellone alla mano ed evitando di parlare sempre degli stessi, diremmo che Sock, Simon e Goffin, sono il percorso migliore che uno può immaginarsi a Wimbledon. Perché non provarci, caro il nostro Berrettini?

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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