Se glielo avessero detto, quando in un pomeriggio di qualche settimana fa aveva perso un match di qualificazione nel torneo di Budapest, probabilmente si sarebbe messo a ridere. Poi quel torneo in Ungheria lo ha vinto, da “lucky loser”, e da lì è cambiata la sua storia. Nella primavera magica di Marco Cecchinato, però, niente sembra impossibile.
Il tennista palermitano, 25 anni, è il nono giocatore nella storia del tennis italiano a qualificarsi per i quarti di finale di uno slam (nell’era Open). Il “Ceck” ha compiuto l’impresa battendo al quarto turno parigino il belga David Goffin in quattro set ( 7-5 4-6 6-0 6-3 ) dove il siciliano ha dominato molto più di quanto dica il punteggio. Qualcuno dirà che il numero otto era stanco dal match giocato il giorno prima contro l’idolo di casa Monfils, dove era uscito vincitore dopo una battaglia durata più di tre ore, ma la verità è che quello che sta succedendo a Cecchinato fa semplicemente parte di una storia chiamata destino.
Un’impresa, questa, che non riusciva a un italiano dal 2011 (Fognini sempre qui a Parigi) e, prima ancora, dal 1995, quando toccò a Furlan. Si può spiegare in tanti modi il “click” di Cecchinato, in questi ultimi sessanta giorni, ma le parole dovrebbero poi arrendersi all’evidenza del campo da gioco, dove ti accorgi immediatamente che c’è qualcosa di speciale in quei colpi, che sembrano usciti da una nuvola.
Marco ha avuto una sola pausa, nel secondo set (dopo che aveva conquistato il primo) quando non ha sfruttato numerose palle break per perdere poi a sua volta il servizio, ma è stato un momento. Nel terzo ha surclassato il belga, e nel quarto, pur andando sotto di break, ha inanellato una serie di cinque giochi consecutivi, portandosi a casa il match. E adesso sotto con Novak Djokovic, per un’impresa solo all’apparenza impossibile.
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