dal nostro inviato al Foro Italico
[1] R. Nadal b. [2] A. Zverev 6-1 1-6 6-3
Ci aveva provato Sascha Zverev nelle ultime tre settimane a insinuare il dubbio che Nadal non fosse più il migliore sulla terra battuta. Quest’anno i due si erano divisi quasi equamente i titoli sul rosso, un 1000 e un 500 (Monte Carlo e Barcellona) per Nadal e per Zverev un 1000 e un 250 (Madrid e Monaco). I due che tolto Federer sono numero uno e due del mondo, infatti qui erano la testa di serie numero uno e la numero due, era ora che si affrontassero faccia a faccia, adesso sul rosso e perché no in una finale.
Il Centrale del 1000 di Roma è stato teatro di questa sfida che alla vigilia tirava tante cose in ballo, dalla sfida generazionale, alla sfida di stili di gioco, sfida anche emotiva con da una parte il focoso spagnolo, dall’altra il più freddo e calcolatore russo-tedesco. Alla fine ad alzare le braccia sotto il cielo nuvoloso della città eterna è stato per l’ottava volta Rafa Nadal che in in due ore di match ha superato il comunque combattivo e sorprendente sfidante.
Il primo set è stata un’autentica mattanza, come un tonno Zverev è entrato nel campo con la solita musica, che ha accompagnato i giocatori sul Centrale per tutta la settimana, de Il Gladiatore a caricarlo al punto di azzardare la scelta di rispondere per primo così da strappare immediatamente il servizio all’avversario. Un pazzo penserete voi e invece così è stato. Break in apertura Zverev, un po’ come il tonno che ignaro nuota infilandosi insieme agli altri pesci dentro la rete dove pensa che starà alla grande e invece in poco tempo verrà trucidato insieme a tutti gli altri e il mare si colorerà di rosso sangue. Non fa in tempo a cambiare campo il tedesco che Nadal infila brutalmente una serie di sei giochi consecutivi. L’unico game che terrà il numero tre del mondo è quello in risposta, quello in apertura. Ieri nel primo set aveva perso solo undici punti contro Cilic quando era stato al servizio, oggi nel primo set vince soltanto 5 punti, cedendo il primo servizio a zero, il secondo a 30 e il terzo addirittura da 40-0.
Chi mette la musica al cambio campo capisce il momento e cambia radicalmente genere, non più la carica travolgente del Gladiatore, ma una specie di De Profundis funebre molto azzeccato in quel momento. Nel secondo Zverev però ha già imparato la lezione e reagisce. Pensare che tanti altri tennisti in anni che affrontano Nadal non hanno capito come fare. Il tedesco restituisce quasi interamente la serie di giochi consecutivi, scappando via 5-0 con una facilità impressionante. Nadal non è calato, semplicemente deve difendersi dalle bordate di Sascha a cui in quel momento riesce tutto e prende una linea dopo l’altra col servizio, col dritto, col rovescio e si permette anche di sbeffeggiare il re del rosso con alcune palle corte mirate. Il settimo game è un capolavoro di gioco e maturità nonostante fosse andato sotto 0-30 al servizio mantiene la calma e a suon di soli vincenti tiene il servizio e trascina il match al terzo.
Nel parziale decisivo continua il momento “on fire” di Zverev che allunga ancora con break, 9-2 il parziale monstre tra secondo e terzo set prima del primo scroscio di pioggia che interrompe la partita per 10 minuti. Nadal fino a quel momento in totale confusione risponde lontanissimo dal campo e forse anche leggermente innervosito dall’avversario che comanda il gioco al posto suo. Un secondo scroscio interrompe nuovamente, quando lo spagnolo era tornato sotto nel punteggio. Si riprende col riscaldamento dopo 43 minuti dall’interruzione, sosta che ha fatto malissimo a Zverev che non fa più un game, ne perde quattro di fila, parziale di 5-0 per Rafa dall’1-3.
Zverev non esce del tutto ridimensionato, perdere dal numero uno del seed – e virtualmente del mondo mentre il match si avviava all’epilogo – e della terra rossa non può essere considerato un fallimento. Il talento tedesco, ancora molto giovane tra l’altro, ha dimostrato una maturità pazzesca, nei turni precedenti poteva lasciar per strada qualche set in più o addirittura inciampare, e ha anche dimostrato una buonissima continuità, nelle ultime tre settimane tre tornei giocati due vinti e nel terzo ha fatto finale con il solo Rafa a interrompere la sua striscia di 13 partite vinte sulle ultime 14 disputate. Qui ha pagato l’inesperienza una volta tornato dalla sospensione per la pioggia non è più stato nel match.
Nadal chiarisce, a chi avesse avuto l’ardire di avanzare dubbi, che a Parigi per il Roland Garros non solo sarà il favorito ma probabilmente a meno di cataclisma nessuno riuscirà a fermare la sua corsa verso l’undicesima Coppa dei Moschettieri. Si Thiem in giornata è stato capace di metterlo alle strette e batterlo, l’unico negli ultimi due anni sul rosso, ma al meglio delle cinque partite è tutto un’altro sport e i due, Nadal e Thiem essendo teste di serie, non si affronterebbero prima della seconda settimana e la prima può nascondere insidie o comunque essere sfiancante. Il resto degli avversari che hanno più possibilità di provare a dire la loro? Forse Zverev e Djokovic proprio i due che Nadal ha superato per riprendersi la posizione di numero uno del mondo.
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