Probabilmente è stata la partita migliore tra Nadal e Djokovic da un bel pò di tempo a questa parte, visto che negli ultimi tempi le sfide tra i due non erano state esattamente indimenticabilo. O era il maiorchino a non attraversare un gran bel momento o era il serbo. Ma vabbè, dopo oltre 50 sfide, ci sta che qualcuno dei due non sia proprio al massimo sempre e comunque.
Detto ciò, ha vinto Nadal e quindi viva Nadal, ma a Djokovic stavolta quantomeno un pat pat sulla spalla va dato. E’ lontano miliardi di chilometri dal giocatore che era, ma è sicuramente un altro (in meglio) rispetto alla riproduzione fedele di suo fratello Marko, che forse si era impossessato in una sorta di Space Jam al contrario del corpo del più titolato fratello, rendendolo meno forte (scarso, sì).
Detto ciò, Nole sta tornando? Presto per dirlo, ma sinceramente a chi scrive la risposta sembra più no che si. “Arriva sulla palla come i bei tempi, ma poi sembra non avere più la potenza di prima”, ha detto il buon caro vecchio Roberto Salerno. Vero, anche a me è sembrata la stessa cosa, e abbastanza palesemente. Non è mai stato uno che concentra tutto sul colpo definitivo, che devasta e ti lascia senza fiato, erano ben altre le vere armi di RoboNole, ma è evidente che sotto quel punto di vista, sia sceso parecchio.
Questo, accoppiato ad una batteria non più eterna, fanno sì che ora il serbo sia molto più “battibile” di un tempo. Anche la varietà dei suoi colpi è molto scesa, ad esempio, ma forse questo è dovuto al semplice fatto che stancandosi più di prima Djokovic badi più al sodo e all’essenziale, perdendo comunque qualcosa.
E Nadal? Qualche settimana fa, all’inizio della stagione sul rosso, dopo aver ammazzato chiunque a Monte Carlo, avevo pensato: “Troppo in forma, troppo presto”. Onestamente nè a Roma nè a Madrid è sembrato al meglio. Rimane il superstrafavorito per il Roland Garros, soprattutto perchè 3 su 5 ha troppo in più degli altri sulla terra per poter perdere. Detto questo, anche lui non è al meglio. E anche lui, non sembra avere la potenza e l’esplosività di prima. “Grazie al… cavolo”, direte voi. Eh già, ma così è. Dopotutto, andatevi a vederer il Federer del 2005, numero uno del mondo, e paragonatelo a quello di ora, numero 1 del mondo. “Ora gioca meglio a tennis”, dicono. Vero, ma i dritti che fanno i buchi nel campo, ciaone.
La sensazione è che Nadal, e visto che ci siamo anche il Federer visto per grandissima parte degli Australian Open, vincano non solo perchè attualmente siano i più forti, ma anche perchè chi c’è ha sempre qualcosa che impedisce loro di esprimersi al meglio. Chissà per quanto durerà. Anche perchè poi basta vedere Zverev e ti vien voglia di coprirti gli occhi da quanto tira forte e pensi che la giovinezza non è una cosa comprabile o scambiabile, purtroppo. Peccato poi che a Sascha, per ora, manchino tante altre cose che invece hanno Nadal o Federer. E queste, chissà quando arriveranno.
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