[WC] V. Azarenka b. [30] A. Radwanska 6-2 6-2
La partita dell’Amarcord, dal forte richiamo nostalgico, si è risolta seguendo la linea logica di gran parte dei precedenti 17 scontri tra di loro. Victoria Azarenka, fino a ieri, aveva avuto la meglio per 12 volte contro Agnieszka Radwanska, che aveva un po’ addolcito la pillola negli ultimi 2 confronti ma in un momento dove la bielorussa non affrontava il tennis al meglio, rivelando soltanto a inizio 2016 di un periodo di depressione che l’aveva colpita negli ultimi 2 anni quando non riusciva a venir fuori da una lunga serie di infortuni.
Adesso l’ex numero 1 è in una fase molto diversa. Deve ritrovare se stessa giocando e continuando a scendere in campo con l’unico obiettivo che al momento, come dice lei, è quello di “migliorare” giorno dopo giorno. Questi quarti di finale, al secondo torneo dopo 9 mesi di stop forzato, sono un premio e uno stimolo a progredire, perché al di là del calo di Indian Wells “Vika” sta mostrando di esserci mentalmente e fisicamente sta gestendosi molto bene. In Florida il cammino è stato abbastanza netto, con un solo set ceduto fin qui contro Anastasija Sevastova ma prontamente rimediato.
Oggi il 6-2 6-2 contro Radwanska, che non ha saputo confrontarsi a dovere con l’alta percentuale di prime palle dell’avversaria (78% in totale) e negli scambi nonostante una buona copertura del campo pagava diverse categorie di differenza negli scambi: i suoi colpi erano poco efficaci e le sue magie ridotte al minimo, dando così modo ad Azarenka di comandare spesso e volentieri.
Al prossimo turno Vika avrà Karolina Pliskova. Una vittoria la riporterebbe in top-100 e le garantirebbe l’accesso al tabellone principale del Roland Garros.
[8] V. Williams b. [11] J. Konta 5-7 6-1 6-2
Non smette di stupire Venus Williams. Al di là della retorica, dei quasi 38 anni e della maratona vinta ieri contro Kiki Bertens, la statunitense si è imposta contro Johanna Konta giocando ancora una volta 3 set e rimontando ancora una volta da un set di ritardo. C’erano domande su come la ex numero 1 del mondo avrebbe reagito, fisicamente e queste sono state spazzate via con 2 set finali dominati dopo un primo parziale ceduto in lotta.
Esce la campionessa in carica, che abbandona dunque la top-20 per la prima volta da inizio 2016 e lo fa perdendo di nuovo, ed è la terza volta consecutiva, contro la più “anziana” delle sorelle Williams. Venus sembra aver trovato la chiave di volta nei loro confronti diretti a Wimbledon lo scorso anno, in quella semifinale vinta per 6-4 6-0 dove si ricorda soprattutto la grande efficacia di tanti servizi al corpo.
Oggi, dopo un inizio molto incerto dove rischiava di trovarsi sotto di 2 break, la statunitense si è ripresa e ha trovato buona efficacia con i colpi da fondo campo, prendendo il comando sul 4-3. Sul 5-5, però, il break decisivo per il primo parziale con Konta brava a chiudere nel turno di battuta seguente.
Nel secondo set si è deciso tutto nella fase centrale. Venus aveva trovato immediatamente un break di vantaggio, ma sul 3-1 ha dovuto salvare una palla break in un game dove era avanti inizialmente 40-0. Tenuto quel servizio ha poi approfittato del nuovo calo della britannica per concludere il parziale vincendo 8 dei successi 10 punti.
Infine, Konta reagiva al momento rientrando da 0-2 a 2-2 nel set decisivo, ma di nuovo la prestazione altalenante degli ultimi 40 minuti la costringeva a un nuovo difficile game al servizio dove non riusciva a salvarsi e lasciava scappare, definitivamente, la statunitense verso una vittoria molto importante e a un approdo ai quarti di finale che pesano, soprattutto dopo tutto quello che è successo nelle ultime 24 ore, le fatiche contro Kiki Bertens e l’autorevole prova messa in campo oggi contro un’avversaria tecnicamente più quotata, ma che ancora deve ottenere un risultato di rilievo da quella semifinale nello Slam di casa e da lunedì ripartirà come giocatrice fuori dalle prime 20. Venus, invece, continua ad avere ambizioni molto nobili.
[13] S. Stephens b. [3] G. Muguruza 6-3 6-4
Il 2018 di Garbine Muguruza non vuole proprio saperne di decollare, mentre quello di Sloane Stephens sembra arrivato a una tappa fondamentale. La spagnola, dopo il bye all’esordio e al secondo turno, dove ha approfittato del ritiro di Amanda Anisimova prima di scendere in campo, si vede estromessa dal WTA Premier Mandatory di Miami con appena una partita vinta, che non fa che rendere preoccupante il suo bilancio fin qui in stagione.
A conti fatti, escludendo i vari walkover tra la semifinale a Doha e il primo turno in Florida, la numero 3 del mondo ha vinto due partite di fila soltanto a Doha e a Dubai, dove comunque non aveva brillato particolarmente viste le difficoltà a chiudere partite già vinte sia da una parte che dall’altra del golfo.
È un’annata che al momento non può giudicarsi positivamente e il primo trimestre è andato. Neppure l’aggiunta a tempo pieno di Conchita Martinez ha invertito la rotta, con due brutte sconfitte in Nord-America tra la rimonta subita contro Sachia Vickery e quella senza appello di oggi contro Sloane Stephens, che colleziona così il primo successo contro una top-50 dallo US Open, curiosamente vinto battendo soltanto giocatrici tra le prime 50 del mondo. Un lungo processo di crescita, quello intrapreso da Stephens, che forse ora sta cominciando a raccogliere qualche frutto. Intanto è a un passo dalla top-10: dovesse battere Angelique Kerber nei quarti, sarebbe certa di questo traguardo.
Oggi entrambi i parziali hanno vissuto di allunghi e strappi ricuciti, ma era sempre la statunitense a farsi preferire, limitando errori e avendo più coraggio della sua avversaria. 2-0 e servizio, 3-1 e servizio, infine 5-3 e la chiusura del primo parziale rimontando da 15-30 con un gran dritto stretto sul 30-30 per arrivare al set point. Nel secondo, ancora, un doppio fallo di Muguruza dava il primo allungo alla beniamina del pubblico che però aveva bisogno di un secondo tentativo (sul 4-3 e servizio) per staccarsi. Sul 5-4 e servizio, la chiusura al terzo match point per approdare al secondo quarto di finale a Miami in carriera, il primo dal 2015.
[10] A. Kerber b. [Q] Y. Wang 6-7(1) 7-6(5) 6-3
Forse, Angelique Kerber, dopo questa trasferta nord-americana perderà la top-10 a favore di Sloane Stephens contro cui giocherà nei quarti di finale lo scontro diretto, ma è in partite come questa dove si evidenzia tutta la differenza tra quella che era una giocatrice a tratti irriconoscibile nel 2017 e che ora è tornata a essere se non altro tenace, presente e viva.
Se questa partita, difficilissima, contro Yafan Wang l’avesse giocata dodici mesi fa, non avrebbe mai saputo capovolgere l’esito di un primo set disastroso. Sembra retorica, ma basta fermarsi un attimo e pensare a quale giocatrice avevamo davanti agli occhi qualche mese fa: completamente sfiduciata, mai a suo agio se non in rarissime occasioni. È successo lo stesso contro Ekaterina Makarova a Indian Wells e, in parte, contro Elena Vesnina.
Kerber in versione Melbourne era qualcosa di straordinario, mentre adesso può concedere pause come accaduto a Dubai contro Elina Svitolina o in California contro Daria Kasatkina, però sono delle macchie isolate all’interno di un puzzle che dopo oggi non può che essere visto in maniera positiva dalla tedesca: 6 tornei giocati nel 2018, in ogni occasione è giunta almeno ai quarti di finale con anche un titolo già in bacheca e 2055 punti raccolti. Nell’intero 2017 aveva giocato appena 6 quarti di finale e raccolto in tutto 2121 punti.
Oggi, per avere la meglio della qualificata Wang, Kerber ha dovuto faticare ben oltre le aspettative con un 6-7 7-6 6-3 in due ore e cinquanta minuti che per lungo tempo sembravano stregati. Si è complicata la vita lungo tutto il primo parziale, eppure la sensazione che filtrava era di una giocatrice che non appena riusciva a mettere più cattiveria sulla palla e a far valere un gioco più pesante aveva grande facilità a vincere il punto. Invece, per tutto il primo set, ci sono stati tantissimi errori e una grande paura nel prendere il comando del gioco. Nonostante questo, Wang le ha dato per due volte un break di vantaggio.
La cinese, che grazie a questo torneo entrerà per la prima volta in carriera in top-100 (sarà attorno al numero 95 WTA), è giocatrice abbastanza leggera ma con una buona tecnica e i tanti doppi giocati, seppure a livello minore, le davano una buona posizione a rete contro una delle migliori giocatrici a colpire dei passanti. Eppure il gioco della ex numero 1 del mondo era estremamente bloccato contro invece la bontà di Wang che più ci si avvicinava alla fine del set e più dimostrava di essere lei quella che avrebbe meritato di portarlo a casa. Così è stato, nonostante il palpitante game perso sul 6-5 e servizio dove ha mancato un 40-15 di vantaggio e ha ceduto alla quinta palla break concessa. Al tie-break la superiorità è venuta a galla con un netto 6-0 divenuto poi 7-1.
Ad inizio del secondo set Wang prendeva un nuovo break ma non concretizzava un vantaggio di 40-15 e Wim Fissette, usando poche e semplici parole, ha scosso Kerber. “Sta a te: se vuoi vincerla devi fare qualcosa di più, lei non regalerà nulla” il succo del suo discorso. Il risultato è stato tangibile soprattutto quando la tedesca era alla battuta: se fino a quel momento aveva subito 5 break su 7 turni di battuta, da lì in avanti perderà solo quello sul 6-5 e servizio, comunque cancellato dal tie-break vinto. Era una giornata estremamente difficile per lei, ma è rimasta in campo fino alla fine facendo valere il suo gioco e crescendo alla distanza. Chiuso il secondo set con uno scambio “dei suoi”, da 37 colpi, ha poi preso il largo nel terzo sul 2-1, diventando impenetrabile al servizio. Servirà molto di più contro Stephens, ma quanto è diversa questa giocatrice rispetto a quanto visto lo scorso anno. A ennesima dimostrazione che il 2017 è la vera parentesi negativa di una carriera costruita sulla forza e sul sacrificio e che l’ha portata sul tetto del mondo.
Altri incontri
Karolina Pliskova coglie un importante risultato (visto il momento negativo che sta attraversando) con i quarti di finale, anche se la sua vittoria è arrivata a causa del ritiro di Zarina Diyas quando comunque la kazaka era indietro 6-2 2-1. Molto bene la ceca, anche se dovrà essere messa alla prova in impegni più significativi. Non ci sarà molto da attendere: al prossimo turno avrà Victoria Azarenka (contro cui non ha mai vinto in 3 precedenti) o Agnieszka Radwanska (stessa cosa, ma in 7).
Ai quarti di finale anche Elina Svitolina, che attua una bella rimonta nel primo set e da 2-5 infila 5 game consecutivi per ribaltare l’inerzia della partita contro Ashleigh Barty. Finirà 7-5 6-4 per l’ucraina, numero 4 del seeding, che conquista così la quarta vittoria su 4 sfide contro la numero 21 e si assicura la sfida contro Jelena Ostapenko. La lettone compie la sorpresa del giorno, probabilmente, eliminando 7-6(4) 6-3 Petra Kvitova. A dispetto di quelle che erano le previsioni, la campionessa del Roland Garros ha perso il servizio soltanto in una circostanza, quando era avanti 4-1 nel primo set.
La partita è stata fortemente condizionata dalla pioggia, che ha costretto a 2 sospensioni. Il momento chiave del primo set è stato quando la numero 6 del seeding ha rimontato un distacco di 4-2 nel tie-break, mentre nel secondo dal 2-3 ha infilato 4 game consecutivi che le sono valsi la vittoria.
Eliminata Monica Puig, battuta in 3 set da Danielle Collins (3-6 6-4 6-2) che raggiunge così un risultato per lei straordinario se considerato che è professionista da nemmeno 2 anni e lunedì prossimo sarà vicina all’ingresso tra le prime 60 del mondo. Intanto, però, c’è un quarto di finale contro Venus Williams da giocare.
Risultati
[WC] V. Azarenka b. [30] A. Radwanska 6-2 6-2
[5] Ka. Pliskova b. Z. Diyas 6-2 2-1 rit.
[13] S. Stephens b. [3] G. Muguruza 6-3 6-4
[10] A. Kerber b. [Q] Y. Wang 6-7(1) 7-6(5) 6-3
[6] J. Ostapenko b. [9] P. Kvitova 7-6(4) 6-3
[4] E. Svitolina b. [21] A. Barty 7-5 6-4
[8] V. Williams b. [11] J. Konta 5-7 6-1 6-2
[Q] D. Collins b. M. Puig 3-6 6-4 6-2
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