Arrivati agli ottavi di questo atipico Masters 1000 sembra doveroso trarre qualche conclusione visto il livello, in termini di ranking, parecchio diverso dagli anni precedenti. Se è pur vero che il torneo è partito orfano di grandi nomi come Murray, Wawrinka e Nadal, che ancora non sono pronti per tornare in campo dopo l’infortunio e che ha visto anche il ritiro di Nishikori, Kyrgios e Goffin, ancora non al top di forma, ci si sarebbe aspettati la famosa scalata dei giocatori che, bloccati dai magnifici quattro, non erano ancora riusciti a dimostrare il loro potenziale. Questo torneo poteva essere un ottimo trampolino di lancio ed anche forse uno sblocco psicologico sia per la famosa generazione bloccata (Dimitrov, Thiem, Raonic) sia per i giovani che sono esplosi lo scorso anno (Zverev, Coric, Shapovalov,…).
Probabilmente l’assenza di tornei competitivi dagli Australian Open ha creato un clima di relax per cui i più forti sono arrivati in campo non mettendo il 100% e si sono trovati avversari, sì di ranking molto più basso, ma disposti a tutto pur di vincere e che a quanto pare ci sono riusciti oppure le condizioni del campo, con palla lenta e rimbalzo alto, non erano ideali per molti ma anche così si spiega difficilmente questa decimazione.
E allora Dimitrov si è messo a combattere troppo tardì contro un giocatore come Verdasco che non perdona il momento di calo, Zverev ha evidenziato i suoi soliti problemi di nervi, mentre Thiem è stato fermato sì dalla storta alla caviglia ma non stava giocando il suo miglior tennis.
Anche per i giovanissimi non è andato meglio: brutto torneo per Shapovalov e Rublev che forse iniziano ad accusare la pressione di essere ai piani alti e di dover difendere punti e che sono usciti, rispettivamente, con Cuevas e Fritz, che hanno giocato sì molto bene ma che erano ampiamente alla loro portata.
Per fortuna ci sono anche buone notizie. Per esempio forse abbiamo assisitito ad un cambio di testimone con Djokovic, che probabilmente cercava una motivazione qui che non ha trovato, per Chung che dimostra di essere costante nel rendimento e, dopo aver fatto semifinale agli Australian Open, raggiunge gli ottavi dopo aver battuto Berdych, che rimane sempre un ottimo giocatore. Bene anche Coric che riesce a sconfiggere Bautista Agut, un cliente sempre difficile, e dimostra di aver finalmente trovato un rendimento costante. Probabilmente non sarà mai uno dei favoriti come Zverev, Kyrgios e altri ma come Ferrer potrebbe tranquillamente stazionare ai primi posti se dimostra una costanza del genere. Infine si è visto un ottimo Tsitsipas che migliora progressivamente, il ritorno di Fritz ed anche un buon Matteo Berrettini che probabilmente deve solo abituarsi a questi palcoscenici. Fa bella figura di sè anche un giovanissimo Auger-Aliasseme che batte Pospisil per poi essere fermato da Raonic ma mostra un’ottimo carattere e dei colpi che fanno ben prevedere per il futuro.
Ora restano ancora cinque giorni da disputare ma non sembra ci sia ormai più nessuno che possa insidiare la corsa di Federer se non lui stesso o del Potro, che fin qui ha proseguito senza nessun sussulto, dopo la sconfitta di Cilic che non ha saputo reagire nei momenti chiave. Speriamo solo che questo Masters 1000 sia stato da monito ad alcuni tennisti che avranno presto con Miami la loro occasione di riscatto.
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