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La differenza tra ATP e WTA è solo Roger Federer

Il cambio al vertice dell’ATP, con il ritorno in vetta di Federer è anche l’occasione per fare un po’ il punto sulla situazione del circuito maschile. Se ci trovassimo a soffermarci sulle classifiche di ATP e WTA , e dovessimo decretare chi è più “fragile”, in quale c’è meno continuità, chi è più sprovvisto di leader in grado di stare a testa a lungo, la scelta cadrebbe sicuramente sul gentil sesso. Ma sarebbe corretta?

Questo dipende principalmente dal fatto che in ogni torneo WTA che conta c’è confusione tra le teste di serie più alte e si fanno sempre previsioni e calcoli sulle possibilità delle tenniste più in forma per provare a vedere chi potrà essere la nuova numero uno e come. Calcolo che però va rifatto quasi una volta al mese, questo perché una volta ottenuta la leadership del ranking nessuna sembra riuscire a difendere il trono. Del resto proprio alla fine di questa settimana assisteremo ancora ad un passaggio di testimone tra Caroline Wozniacki e Simona Halep. La danese, che aveva riconquistato la vetta del ranking dopo la vittoria a Melbourne la cederà alla rumena al termine del torneo di Dubai al quale fra l’altro non parteciperanno né l’una nell’altra.

Tra gli uomini la situazione sembrerebbe molto più stabile. Nel 2016 Djokovic e Murray si sono giocati, in una stagione sfiancante, la prima posizione mondiale e, vista l’attuale situazione dei due, la salute. Questo però ha permesso ad entrambi di dominare in quei mesi tanto che fino ad agosto dell’anno successivo, il 2017, Murray, pur senza praticamente giocare, è rimasto numero uno ATP. Sostituito da Nadal che a sua volta era tallonato da Federer. Situazione rimasta invariata nelle prime due posizioni mondiali sino a questo febbraio, in cui dopo il torneo di Rotterdam Federer è tornato numero uno del mondo.

Sicuramente questi grandi campioni hanno dato stabilità, ma è quella stabilità che in fondo Serena Williams aveva dato al tennis femminile dal 2013 al 2016. Serena, dopo un anno in cui ha diviso lo scettro con Angie Kerber, ha poi abbandonato la vetta del ranking per la maternità. Non abbiamo problemi a scrivere che senza questo stop forzato sarebbe sicuramente ancora lei la numero uno del mondo e dietro le altre si affannerebbero soltanto per la seconda piazza.

Nella WTA Serena è stata costretta a fare tutto da sola, senza considerare “l’aiuto” di Kerber per un anno. Nell’ATP i FabFour la fanno da padroni da tanto tempo, febbraio 2004, quando Roddick venne scalzato giù dalla vetta da Federer che vinceva il suo primo Australian Open. Si sono susseguiti, alternati e divisi per coppie, Federer Nadal, poi Nadal-Djokoic, ancora Djokovic Nadal, fino a Djokovic-Murray e viceversa ora di nuovo Nadal-Federer e da qualche giorno Federer-Nadal. Ma se anche loro fossero diventate mamme e costretti a restare fuori dal circuito?

Il pensiero ci è venuto e siamo andati a controllare la situazione alle loro spalle e da quando Murray, comunque senza giocare, ha perso la terza posizione mondiale, parliamo di agosto 2017 in poi. Alle spalle dei due eterni rivali la situazione è stata tutt’altro che stabile. Ovviamente ci basiamo su una classifica semi-falsata visto che i punti delle vittorie nei Major o dei 1000 negli ultimi 13 mesi sono andati per la maggior parte a Nadal e Federer.

Quindi il momento preciso del ritorno al vertice di Nadal è il 21 agosto 2017, con ancora Murray numero due e Federer subito dietro. La situazione cambia dopo lo Us Open, Federer scavalca finalmente Murray che però resta terzo tenendo dietro Zverev. Le prime tre posizioni restano fisse, con Murray che continua a campare di rendita. Unico cambio alle spalle di Murray in ottobre quando Cilic sorpassa Zverev, con il tedesco che a fine mese chiuderà quarto riscavalcando il croato.

Tutto ciò è dovuto alla vittoria a Montreal di Zverev e al buon bottino che Cilic riesce sempre a mettere da parte quando si arriva a giocare indoor, salvo poi non riuscire a confermare magari un piazzamento che avrebbe impedito al tedesco di ripassargli avanti. Insomma poca roba.

Finalmente ad inizio novembre Murray scompare dalla top ten, quindi Zverev si piazza in terza posizione con Thiem subito dietro. Con Nadal e Federer in maternità Sascha sarebbe diventato numero uno del mondo. Come succede nel tennis femminile però avrebbe mantenuto la vetta solo per poche settimane, difatti Dimitrov vincendo il Master di fine anno si sarebbe piazzato primo (dei normali), alle spalle di Nadal e Federer in terza posizione, mettendo dietro di sé in ordine Zverev, Thiem e Cilic.

La situazione non sarebbe cambiata per tutto dicembre visto che non si è giocato e Dimitrov, sempre con Nadal e Federer in maternità, avrebbe chiuso l’anno al numero uno del mondo, nonostante fosse numero uno da circa 6 settimane. Dopo l’Australian Open 2018 però, quindi all’incirca 10 settimane di regno, Dimitrov sarebbe stato scalzato via da Cilic che, sempre facendo scomparire i primi due del mondo, avrebbe anche vinto il primo Slam dell’anno, diventando meritatamente numero uno del mondo.

In questo fanta-ranking Dimitrov sarebbe numero due del mondo, seguito da Zverev e Thiem. Tra Cilic e Thiem, attualmente, ci sono 900 punti di distanza, meno di 400 per Dimitrov e Zverev, quindi potrebbe bastare la vittoria in un mille per rivoluzionare la classifica mondiale.

Quindi credete davvero che il tennis maschile goda di tutta questa stabilità in più rispetto al maschile o tutto ciò deriva dal fatto che in quattro, contro la sola Serena Williams, riescano a celare meglio i movimenti continui di una top5 instabile?

Simone Milioti

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