Scaricata da Adidas, che ha deciso di puntare su giocatrici con più mercato e dunque un bacino economico più elevato come Garbine Muguruza e Caroline Wozniacki, Simona Halep ha trascorso il primo mese del 2018 con un completo rosso ordinato su internet da un negozio cinese. Paradossale o meno, la questione è continuata per tutto il mese di gennaio, prima a Shenzhen e poi a Melbourne, dove si riuniva una quantità di giornalisti di gran lunga superiore alla località cinese e le domande sull’argomento fioccavano a ogni conferenza stampa.
Adesso, in occasione del primo turno di Fed Cup, la rumena è a Cluj assieme alla squadra per supportarle in vista della sfida contro il Canada valevole per il World Group 2. Avrebbe dovuto essere parte del team, ma i problemi fisici di Melbourne l’hanno costretta ai box, rinviando il rientro almeno al torneo di Doha della prossima settimana. La numero 2 del mondo ha comunque deciso di voler essere presente e oggi ha messo piede in campo per testare i progressi non solo della caviglia sinistra ma anche della gamba destra: dopo il problema fisico avuto al primo turno contro Destanee Aiava, all’Australian Open, ha giocato per due settimane sovraccaricando la gamba destra che al termine dello Slam ha presentato il conto.
Fin dal suo arrivo nella località rumena, i più acuti hanno subito notato un piccolo stemma Nike nella sua divisa.
Oggi, infine, l’allenamento con un’icona gigante della nota marca d’abbigliamento sportiva sulla tshirt
Tutto fa pensare che possa esserci un lieto fine alla trattativa, dopo le varie polemiche relative alla decisione di Adidas. La situazione però, a quanto si apprende da voci di corridoio, è che la stessa marca d’abbigliamento aveva già deciso per il taglio della rumena dal proprio team appunto per motivi di minore richiamo rispetto ad altre giocatrici: la dura legge del marketing, come diceva pochi giorni fa l’ex giocatore rumeno Victor Hanescu (“Gli atleti rumeni non hanno la stessa considerazione di altri, in generale tutti gli atleti dell’est fanno sempre più fatica ad attirare sponsor: pensate anche a Davydenko, numero 3 del mondo e vincitore delle ATP Finals, eppure ha fatto una carriera senza sponsor”). Da questo punto di vista, insomma, la notizia ha fatto enorme sensazione perché si stava parlando di chi aveva chiuso la stagione al numero 1 del mondo, ma sarebbe successo lo stesso se Halep avesse terminato l’anno in top-5, in top-10, o addirittura fuori.
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