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Federer vuole tornare numero uno a Dubai

Dopo aver conquistato “il ventesimo”, Roger Federer si prepara ad un’altra, incredibile impresa: tornare numero uno al mondo. C’era quasi, lo svizzero: se Nadal fosse uscito prima dei quarti di finale, riconfermandosi campione a Melbourne sarebbe tornato in vetta alla classifica per la prima volta dal 2012, diventando tra l’altro il più “anziano” re nella storia del ranking. Ora però lo svizzero è pronto a ritoccare un altro suo straordinario primato, quello delle 302 settimane in testa alla classifica mondiale.

Adesso, il distacco tra lui e Rafael Nadal, come ci spiega il puntuale articolo del nostro Fabrizio Fidecaro, è di soli 155 punti. Un’inerzia, una miseria. Il problema, per Roger, è che, oltre l’Australian Open, da qui a qualche settimana avrà in scadenza altre due pesanti, pesantissime cambiali: i due 1000 americani a Indian Wells e Miami. Altri 2000 punti. In uno di questi, comunque, c’è da ricordare, Nadal arrivò in finale, a Miami, perdendo poi proprio contro lo svizzero. Quindi, anche lo spagnolo ha comunque qualche punto da difendere, ma certo, sempre meno del fresco sei volte trionfatore a Melbourne.

Dunque, Federer tenterà prima “la manovra?”. Lo svizzero ha chiarito che deciderà “in settimana” se giocare o meno Dubai. In realtà, la sua presenza è sicura, anche se non ancora ufficiale (non è nell’entry list ma ovviamente gli organizzatori darebbero qualsiasi cosa per averlo in campo), anche perché la città degli Emirati Arabi Uniti è per lui quasi una seconda casa, visto che ci passa molto tempo durante l’anno e lì possiede una delle sue tanti abitazioni, tra l’altro regalata da una dei ricchissimi sceicchi presenti.

Il punto è che Roger, prima di compiere quell’impresa, a partecipare al torneo 500 di Dubai non ci pensava nemmeno (l’anno scorso giocò e perse una quasi comica partita contro Doskoy), ora le cose sono cambiate ma quasi contemporanea c’è l’esibizione in programma con Bill Gates, in una sorta di bis dello scorso anno che tanto successo ebbe, visto e soprattutto che stiamo parlando di beneficienza e Gates, uno degli uomini più ricchi al mondo, non è certo il tipo a cui dire di no (anche se, sottinteso, Roger si diverte un matto a fare queste cose e con Mr. Microsoft è legato da una bella amicizia). Dunque, tecnicamente, o l’una o l’altra cosa. Tecnicamente, appunto.

Il torneo di Dubai finirebbe infatti il 3 marzo, e Federer avrebbe tutto il tempo di prendere un volo per volare negli Stati Uniti (ad occhio, un aereo privato non dovrebbe essere un gran problema…). 

Capitolo Dubai a parte, un sorpasso della svizzero sembra comunque possibilissimo da qui fino ad Halle. Molto possibile. Non scontato, visto la “cambiale nord americana”, ma ricordiamo che Federer ha completamente saltato la stagione sulla terra. Stagione sulla terra dove Nadal ha vinto di tutto e di più. Dunque, se lo svizzero si deve ripetere sul cemento americano (dove comunque Nadal ha da difendere 690 punti) stessa cosa deve fare Rafa sulla terra rossa. Entrando più nel dettaglio, Federer dal 19 febbraio al 25 giugno, ovvero da Dubai fino ad Halle, ha da difendere 2565 punti. Nadal, più dei doppio: 5670. Nell’immagine sotto tutto il dettaglio.

 

Federer, una volta finito Miami, non ha più nulla da difendere fino a Stoccarda (dove anche lì è uscito al primo turno), mentre Nadal avrebbe il mondo da difendere. Già ad Acapulco arriva la prima cambiale per Rafa,  con 300 punti da difendere. A quel punto, però, se Federer vince Dubai, sarebbe troppo tardi per la difesa.

Luigi Ansaloni

View Comments

  • Sarebbe grave per Federer non andare. Anche perché l'entry list di Dubai è veramente di basso livello quest'anno e difficilmente troverebbe un altro Donskoj anche quest'anno.

    • Potrebbe andare anche a Rotterdam al limite. In Olanda gli farebbero ponti d'oro e anche lì non è che ci siano Laver e McEnroe. Ma chissà cos'ha in testa

      • Su Rotterdam vedi mio precedente commento. Su Donskoj non sono d'accordo, il russo giocó un grandissimo match e Federer non lo conosceva affatto.

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Luigi Ansaloni

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