[2] C. Wozniacki b. [19] M. Rybarikova 6-3 6-0
Altra partita, altra passeggiata. L’anomalia contro Jana Fett sembra ormai dimenticata per Caroline Wozniacki che, complice il tabellone davvero agevole, si sta trovando abbastanza tranquilla tra le migliori 8 dell’Australian Open. Tra l’altro, il match contro la croata fu giocato anche in una delle giornate più calde fin qui del torneo, con la possibilità abbastanza netta che i 35 gradi di Melbourne abbiano pesantemente inciso sull’andamento finale, fino al regalo della giovane croata, che sognerà quel 5-1 40-15 ancora per diverse notti.
Oggi Wozniacki ha fatto il suo, giocando bene contro un’avversaria che mai le avrebbe dato fastidio. Una delle tante affrontate fin qui, cancellate da un bel tennis e qualche soluzione spettacolare come un tweener provato nelle fasi iniziali del match. Il tennis vario della slovacca è inutile contro la grande solidità difensiva e la buona aggressività della numero 2 del mondo, che ha messo insieme oltre 20 vincenti lungo la sua ora di gioco. Al prossimo turno Carla Suarez Navarro, contro cui è avanti 4-2 nei precedenti (l’ultimo, sulla terra di Madrid, vinto proprio dalla spagnola)
C. Suarez Navarro b. [32] A. Kontaveit 4-6 6-4 8-6
Dopo un 2017 da incubo e il crollo al di fuori delle prime 30, Carla Suarez Navarro sembra ben avviata a tornare la miglior versione di se stessa, quella che tra 2015 e 2016 otteneva ottimi risultati su diverse superfici e faceva capolino con costanza tra le prime 10. I quarti di finale all’Australian Open sono il punto esclamativo su una prima settimana a Melbourne Park dove si è rivista la “Carlita” di sempre: tranquilla, precisa, letale. Anche quando l’avversaria odierna, Anett Kontaveit, si portava avanti 4-1 Suarez Navarro ha sempre avuto chiaro il proprio piano tattico: scambiare a lungo, farla colpire in posizioni scomode, cercare la profondità per invertire l’inerzia. Tutto quello che una ribattente è solita fare contro giocatrici aggressive, il suo merito però è che non si lascia quasi mai prendere dallo sconforto di una partita che magari fino a un determinato momento non la vedeva riuscire in alcun intento.
Kontaveit oggi aveva le idee chiare, nonostante faccia ancora fatica a cogliere le occasioni contro questo tipo di giocatrici. In un universo normale la costanza vince sempre sull’aggressività pura, eppure oggi al di là del semplice colpo vincente l’estone trovava tanta brillantezza e concretizzava la quarta chance dopo un game molto combattuto, sul 2-2. Sul 4-3 si salvava molto bene col servizio dal 15-40 e pochi minuti più tardi incamerava il parziale. Questo momento positivo si protraeva fino al 4-1 e servizio nella seconda frazione, lì dove, fiutando il grande traguardo ormai vicino, si è bloccata. Al di là della potenza c’era ben poco: quello che fino a poco prima sembrava facile, di colpo era diventato quasi impossibile. Tanti errori, tanta fretta, tanta potenza senza nulla dietro. Nel momento di massima confusione Suarez Navarro ha messo le basi della sua rimonta: da 1-4 a 6-4 e match che aveva radicalmente cambiato volto.
Anche se nella terza frazione Kontaveit trovava la forza per mantenere i propri turni di battuta, e sul 4-4 vinceva il secondo game più lungo del match (dopo quello sul 2-2 nel primo) la giocatrice di Tallin avrebbe dovuto servire per chiudere: dopo quanto era avvenuto nel set precedente, immaginarsi una soluzione positiva era tutt’altro che scontato. Di nuovo fretta, di nuovo il braccio che da sciolto era tornato a pesare un quintale e teso come una corda di violino. Una risposta sulla riga della spagnola, un rovescio completamente fuori giri della numero 32 del seeding ed ecco il 5-5. Tre game più tardi, il crollo definitivo, nel turno di battuta più lungo della sua partita, dove già dal volto tirato e cupo si capiva che stava vivendo molto male tutto questo insieme di occasioni sperperate e difficoltà a ritrovarsi quella del primo set e mezzo. Quella giocatrice avrebbe avuto una chance anche contro Caroline Wozniacki, comunque favoritissima sia contro di lei (ma ormai non conta più granché) sia contro Suarez Navarro.
[4] E. Svitolina b. [Q] D. Allertova 6-3 6-0
C’è un dato che fino a questo momento sta caratterizzando il 2018 di Elina Svitolina e no, non è quello relativo alle 9 vittorie su 9 partite, ma sul proprio servizio. L’ucraina, per quanto appunto sia solo inizio stagione e per arrivare ad un numero di partite più veritiero ci voglia ancora qualcosa, ha già servito 57 ace. Una media di 6,33 a partita, mentre lo scorso anno erano appena 2,93.
Oggi, nonostante sia stata mandata in campo a mezzanotte dopo la sfida tra Nick Kyrgios e Grigor Dimitrov, Elina ha dato il meglio di sé per evitare di fare ancor più tardi ed è riuscita a vincere questa partita sprint, chiudendo 6-3 6-1 in un’ora di gioco. Qualche incertezza nei primi game, ma la differenza era tale da permettere a metà del secondo set l’allungo definitivo verso il 6-3, divenuto poi dominio nella seconda frazione. 7 gli ace messi a segno stasera, 9 quelli al secondo turno contro Katerina Siniakova, 11 quelli a Brisbane contro Carla Suarez Navarro e 10 in finale contro Aliaksandra Sasnovich. Il tanto lavoro della off season, al momento, sta ripagando.
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