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Fed Cup: Vandeweghe e Rogers portano in trionfo gli USA al doppio decisivo

[USA] C. Vandeweghe/S. Rogers b. [BEL] A. Sabalenka/A. Sasnovich 6-3 7-6(3)

Sette ore dopo l’inizio dell’ultima giornata, la Fed Cup ha trovato la sua direzione. Da stasera sarà in volo verso gli Stati Uniti, nazione da cui mancava da 17 anni. La nazionale di Kathy Rinaldi ha completato una soffertissima finale contro la coraggiosissima Bielorussia, che avrebbe forse meritato un terzo set nella sfida decisiva ma è caduta sotto i colpi più da doppista di CoCo Vandeweghe e Shelby Rogers, giocatrici più affiatate di Aryna Sabalenka e Aliaksrandra Sasnovich.

Vandeweghe, soprattutto, diventa ufficialmente il volto della nazionale ospite: 8 vittorie su 8 uscite in Fed Cup quest anno, presente nei doppi decisivi sia in semifinale che in finale. Vittoriosa nell’importantissimo primo match di giornata e poi condottiera (assieme a Rogers) nel doppio decisivo. Giocatrice che probabilmente in queste condizioni esprime il massimo del suo potenziale: è sempre una furia nelle esultanze, è sempre la più incisiva nel gioco. Il successo contro Sabalenka, ad inizio giornata, non era affatto scontato nonostante il 6-1 del secondo set. Forse, alla fine, era più facile immaginare un doppio decisivo di questa portata, giocato sempre molto bene a parte la prima metà della seconda frazione dove sia lei che Rogers hanno pasticciato un po’ troppo e regalato due break di vantaggio alle avversarie.

Vandeweghe e Rogers hanno vinto un primo set abbastanza tirato, risolto dal 3-3 in poi con 3 game di fila in loro favore grazie a due break. Sabalenka era più nervosa, Sasnovich faceva il possibile, nessuna delle due aveva giocato tanti doppi prima di oggi e men che meno aveva mai giocato assieme. Due particolari che alla lunga hanno pesato, soprattutto nella gestione, nel secondo set, del vantaggio di 5-2.

Il primo break è stato ceduto abbastanza velocemente. Sul 5-3 si sono spinte fino ai vantaggi ma non hanno avuto set point. Sul 5-4 sono rientrate da 15-40 ma non hanno capitalizzato i due set point per qualche pasticcio di troppo di Sabalenka nei pressi della rete. Aryna, che in questa due giorni non aveva mai fatto vedere troppi problemi col gioco di volo, deve aver sentito tantissimo il momento e il braccio si era irrigidito, con il risultato che oltre a scelte sbagliate venivano fuori voleè piuttosto mal giocate, come quella sui due set point sprecati.

Non è bastato un terzo tentativo di chiudere il set col servizio a disposizione, sul 6-5, perché Rogers ha tenuto benissimo la diagonale di dritto con Sabalenka e Vandeweghe sullo 0-15 ha colpito in allungo di dritto una risposta che è finita all’incrocio delle righe. Nel tie-break, infine, l’allungo decisivo è arrivato dall’1-2 Bielorussia , con un parziale conclusivo di 6-1 che ha fatto saltare in piedi tutta la panchina e ha messo fine alla finale.

[BEL] A. Sasnovich b. [USA] S. Stephens 4-6 6-1 8-6

Non poteva esserci momento migliore, per Aliaksandra Sasnovich, per ribadire la propria annata straordinaria con la maglia della Bielorussia. La giocatrice di casa fa impazzire i 9000 presenti sulle gradinate di Minsk vincendo una partita sconsigliata ai deboli di cuore contro Sloane Stephens. L’americana non è riuscita a spezzare la maledizione che la vede sempre sconfitta da dopo la finale dello US Open, anche oggi quando si è trovata avanti 5-2 nel set decisivo.

Tutto rimandato al doppio decisivo, dove Aliaksandra sarà di nuovo in campo assieme ad Aryna Sabalenka contro CoCo Vandeweghe e Shelby Rogers. Intanto, come ieri Sabalenka, ha compiuto l’impresa ai danni della seconda singolarista della squadra avversaria. Non è, non potrebbe esserlo, la Stephens che vinse a New York, ma una volta arrivata sul 5-3 al terzo set sembrava il momento perfetto per spezzare l’incantesimo negativo che invece, adesso, ha portato il contatore a 6 sconfitte consecutive.

Gran parte del match è tutto nelle fasi finali, dove non si parlava di tennis, di dritti o rovesci, ma era materia di cuore, testa, coraggio, forza mentale. Sasnovich, indietro 2-5, ha deciso di lasciare andare il braccio ritrovando il tennis efficace del secondo set. Da lì ha giocato una parte finale maestosa, se non fosse per il game perso quando per la prima volta è andata a servire per il match, sul 6-5. Stephens era in balia dei suoi colpi: sbagliava, non era sicura, vedeva dritti e rovesci passarli accanto senza poter fare nulla. Sul 6-5, Sasnovich ha sentito tantissimo il momento e gli ultimi 2 punti sono stati buttati con scelte sbagliate: entrambi rovesci, entrambi a metà rete. Il primo punto sul 6-6 ha di nuovo cambiato tutto: lo scambio più bello dell’incontro, fatto di accelerazioni su accelerazioni da parte di entrambe, è finito con Sasnovich a braccia alzate dopo l’ennesimo dritto lungolinea, stavolta non risposto.

Stephens forse era convinta di giocare un tie-break decisivo, vista che era andata a rispondere sul lato sinistro del suo campo. Forse questo particolare l’ha ulteriormente deconcentrata e ha subito il terzo break consecutivo. Sul 7-6, Sasnovich ha completato l’opera rientrando da 15-30 con un super punto in uno scambio che aveva uno smash spalle alla rete, un passante stretto di dritto nel lato più coperto e uno schiaffo di dritto a campo ormai vuoto.

Prima vincente per il 40-30, accelerazione non risposta. 2-2, e adesso ci divertiamo. Come si fino ad ora ci fosse stato da annoiarsi.

[USA] C. Vandeweghe b. [BEL] A. Sabalenka 7-6(5) 6-1

Se gli Stati Uniti riusciranno riportare nel nuovo continente la diciottesima Fed Cup della loro storia, la gran parte del merito sarà di CoCo Vandeweghe. 6 vittorie su 6 partite nel World Group nel 2017, ma quella di oggi contro Aryna Sabalenka a conti fatti potrebbe aver avuto un peso specifico due volte superiore a tutte le altre messe assieme. Il 7-6(5) 6-1 finale è stato un Everest scalato a mani nude, viste le sofferenze che ha dovuto attraversare per tutto il primo set.

Sabalenka, ieri, aveva concluso vittoriosa contro Sloane Stephens e la vittoria aveva dato alle padrone di casa della Bielorussia una carica enorme. Era cambiata l’inerzia dell’intera finale, lo si notava già questa mattina quando le voci dallo stadio parlavano di una squadra statunitense molto preoccupata durante l’allenamento, al contrario invece delle padrone di casa che, a quel punto, ci credevano eccome. La sfida che Aryna si era aggiudicata costringeva la squadra di Kathy Rinaldi a una domenica di passione in un’arena da tutto esaurito (9000 posti) e una sola giocatrice che poteva dare garanzie di alto rendimento anche in una metaforica “gabbia dei leoni”. Il carattere di CoCo, alle volte anche un po’ oltre il limite, lo conosciamo bene e anche quando si è vista arrivare contro dei missili un po’ da tutte le parti ha saputo riemergere e lasciare andare tutta la propria adrenalina.

Serviva per seconda, il che garantiva a Sabalenka di poter rispondere sempre a braccio sciolto perché era avanti nel punteggio, dunque diventare potenzialmente ancor più pericolosa. CoCo ha salvato un set point sul 5-4 e si è costruita la chance per servire per il primo set sul 6-5, ma di nuovo si vedeva passare accanto risposte fulminee e traccianti pesantissimi. Non sappiamo (e non ci interessa affatto) quale sia il peso di Sabalenka, ma la sensazione a colpo d’occhio è che nel momento dell’impatto tra la racchetta e la palla possa scaricare sopra quasi tutto il peso del proprio corpo, sbracciando, creando dei veri proiettili che risultano ingiocabili. Ieri Stephens spesso guardava il proprio angolo e allargava le braccia come a dire “Io non so proprio che fare…”.

Oggi, nelle fasi finali del primo set, la situazione era identica: nel momento migliore della sua partita, Aryna colpiva a tutto braccio e oltre a conquistare il tie-break metteva a segno un parziale di 8-2 che la portava avanti 4-1. L’arena di Minsk era una pentola a pressione, il pubblico non si teneva e cercava, come ieri, di entrare nella testa di Vandeweghe per mandarla in tilt e spingere la propria beniamina fino alla seconda impresa. Invece, CoCo ha dimostrato di avere attributi enormi e un nuovo parziale di 6-1 in suo favore è valso il 7-6(5) per gli Stati Uniti. Sabalenka da lì non si è più ripresa: a conti fatti le sue occasioni sono state forse maggiori della sua avversaria, con oltretutto il set point mancato sul 5-4. Il secondo set non si è quasi giocato e Vandeweghe è subito salita 5-0 chiudendo la pratica pochi minuti dopo.

 

Diego Barbiani

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Diego Barbiani
Tags: Fed Cup 2017

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