Il 2017 tennistico non si è ancora concluso ma si può tranquillamente affermare che è stato l’anno del grande ritorno di Federer e Nadal, i quali si sono divisi Slam e tutti i palcoscenici più importanti, esclusi Roma, Montreal e Cincinnati, caduti, disgrazia loro, in quei momenti di pausa necessari per i due fenomenali “vecchietti”. Spendere ulteriori parole d’elogio per questi due grandi campioni pare davvero ormai un pleonasmo, tali e tanti sono i loro numeri ed essendo oramai assodata la loro straordinaria capacità di riemergere da infortuni e periodi negativi alla stregua di un’araba fenice.
In questo finale di stagione risulta essere davvero superato anche il dibattito legato al perché Federer si sia aggiudicato tutti gli scontri diretti dell’anno, ribaltando il trend negativo che da sempre lo accompagnava nelle sfide contro il maiorchino. Se dopo gli Australian Open, trascorsi sette lunghi mesi di assenza dai campi dello svizzero e quattro dello spagnolo, poteva anche essere naturale che si aprisse tale diatriba, risalendo anche l’ultimo Slam vinto da Federer prima di Melbourne al 2012, liberando quindi, quasi fosse un vaso di Pandora, la gioia dei tifosi o ammiratori non imparziali di Re Roger, anni di gioia smorzata, in particolare contro Nadal, giunti a metà ottobre tale rimbalzo tra le due fazioni sembra aver fatto davvero il suo tempo.
In fondo, date le caratteristiche dei due giocatori, e lo si era già notato, che il tennis di Nadal avrebbe pagato maggiormente le perdita di reattività muscolare causata dall’età era abbastanza ovvio e quindi, superata la paura che Federer non avesse più un ginocchio a disposizione, e gongolato il giusto, continuare a sottolineare il presunto “nuovo” rovescio dello svizzero o la perdita di profondità e spin del diritto di Nadal non riesce a trovare una giustificazione se non nel voler esacerbare una rivalità che gli stessi due tennisti hanno superato da tempo, dando l’esempio di ciò che bisognerebbe fare: godersi, con gli occhi pieni di ammirazione, questi due infiniti campioni, che, nonostante gli anni, giocano ancora ad un livello superiore a tutti gli altri e capaci di fare sul campo incredibili magie.
Probabilmente, da veri amanti di questo gioco fatto di intelligenza, geometria e fatica, il giusto immaginario dialogo tra due appassionati davanti a uno schermo durante una loro partita, oggi, dovrebbe essere così: “Hai visto come anticipa ancora il rovescio?”- “Si, e l’altro? Non lo farà più così spesso, ma quando uncina quel diritto alla vecchia maniera non lo prendi eh?”- “Già, poi guarda che voglia, anche se hanno vinto tutto, e guarda come si divertono”… Il tutto in barba a chi, per perdersi in capziose discussioni, non si rende conto che comunque il tempo per questo spettacolo sta giungendo al termine e che di Federer e Nadal, chiunque dei due si ammiri di più, altri non ce ne saranno. Ovviamente, se questo appaga, liberissimi, come il discorso sul GOAT, che però, chissà perché, nemmeno a Roger interessa…
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