Quanto sono differenti le sensazioni per aver raggiunto questa semifinale Slam rispetto alla prima?
Ad essere onesta, non ricordo nemmeno come mi sentivo dopo la prima volta. Ma, direi, che essendo la prima volta sarà stato sicuramente abbastanza travolgente. Mentre stavolta è una buona sensazione.
Ti senti più pronta a gestire un momento del genere?
Sì, credo di avere una prospettiva migliore adesso e ho un modo di analizzare la partita totalmente differenze. Sono felice di essere arrivata qui. Adesso cercherò di costruire qualcosa partendo da queste basi.
Grazie al tuo grande tennis, ti sei assicurata un altro match sull’Arthur Ashe. Parlaci del raggiungimento della semifinale.
Sì, è incredibile, straordinario. Come ho detto in precedenza, se qualcuno mi avesse detto quando ho ripreso a giocare, a Wimbledon, che sarei arrivata in semifinale o che avrei fatto tre semifinali di fila, avrei risposto che era pazzo. Sono davvero felice di giocare molto bene e che il mio piede stia bene, che non abbia più dolore e il mio fisico stia reggendo bene.
Ci sono tantissime cose positive da prendere per me.
Parlaci del prossimo match. O Venus o Kvitova. Hai già affrontato Petra un paio di volte.
Ovviamente arrivare in semifinale di uno Slam neutralizza totalmente i precedenti. Neutralizza il gioco di chiunque. Devo solo concentrarmi su me stessa e, sì, è l’unica cosa che posso davvero fare.
Cosa significa per te Venus come persona e come esempio?
Credo che Venus sia la nostra leader. Credo che in generale, sia esattamente la persona che tutti ammirano. È una grande tennista e una grande persona. Una grande leader.
Essere in squadra con lei in Fed Cup, insomma, non c’è nulla di negativo che puoi dire su Venus. Sono semplicemente onorata di poter giocare nello stesso periodo storico in cui gioca lei. Sono contenta che sia ancora in attività. È molto importante per il tennis.
In che modo sei una giocatrice migliore rispetto a prima dopo aver lottato contro l’infortunio al piede che ti ha tenuto lontana dal circuito per così tanto tempo?
Credo che adesso la mia testa sia un po’ più sgombera, se questo rende l’idea. Prima, ovviamente, stavo giocando bene. Avevo vinto un paio di tornei e stadio giocando bene. Ma l’infortunio mi ha donato una prospettiva totalmente nuova in merito al tennis, alla vita, e in generale.
Credo che adesso, come ho detto in precedenza, gioco a tennis per mantenermi, mi piace molto e mi godo questi momenti. Non credo ci sia qualcos’altro che preferirei fare.
Sull’1-3 nel terzo set, c’è stato un certo numero di parità nel game. Sei stata ad un paio di punti dal subire il secondo break nel terzo set. Hai pensato che, se ti fossi tolta dai guai in quel turno di servizio così complicato avresti poi vinto il match? Credi che quel quinto game sia stato il punto di svolta della partita?
Sì, sapevo che dovevo mantenermi attaccata a lei nel punteggio e che, ovviamente se fossi andata due break sotto, sarebbe stato estremamente difficile rimontare.
Ma sapevo che se fossi rimasta lì, avrei avuto le mie opportunità per recuperare, e che dovevo semplicemente continuare a lottare e dare battaglia per tutto il tempo. Alla fine avrei avuto una o due chance e le avrei dovute sfruttare. Così ho fatto. Non ho pensato molto a cosa fare in quel momento. Ho solo continuato a lottare e a giocare ogni punto.
Hai mai pensato che le donne avrebbero dominato nel tennis americano?
Non credevo fosse possibile. Voglio dire, abbiamo avuto un periodo in cui non abbiamo avuto tante giocatrici. Ma ora se non sbaglio ne abbiamo 14 in top 100, o 13? Qualcuno lo sa? Qualcuno sì, quante sono? Quante donne americane sono in top 100? Tra tutti i presenti, non ce n’è uno che lo sa (sorride, ndr)? È ridicolo.
Beh, credo che stiamo facendo grandi cose. E il movimento tennistico americano sta andando nella giusta direzione, sia nel maschile che nel femminile. Sam Querrey è nei quarti di finale. È grandioso anche questo.
Sì, credo proprio che stiamo andando nella giusta direzione.
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