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Voci dal Canada: “Stop di Djokovic per silent ban”. E Nole pensa alla querela

In questi giorni, in cui la vicenda di Sara Errani costringe i media di tutto il mondo a parlare di doping, ecco spuntare un sospetto anche nei confronti di Novak Djokovic. L’ex tennista canadese Hélène Pelletier, da anni opinionista di RDS (tv sportiva privata del Quebec, proprio dove in questi giorni si sta disputando il Master 1000 di Montreal) ha infatti messo in discussione la pausa forzata del serbo, insinuando che nulla avrebbe a che fare con l’infortunio al gomito, ma che dietro si nasconderebbe un silent ban imposto dall’ITF in seguito ad una ipotetica positività ad un controllo anti-doping.

In seguito a queste parole, stando a quanto riportato dal magazine serbo Hello!, Nole avrebbe già consultato i suoi legali e starebbe pensando di intentare una causa nei confronti della Pelletier. Le accuse sono infatti prive di qualsiasi fondamento, ma basate solo su rumors, voci di corridoio secondo cui “abbiano voluto proteggerlo, come è stato fatto in passato a più riprese, in particolare con Andre Agassi e Martina Navratilova”. Di silent ban recente, accertato e confermato dall’ITF, si ricorda il caso di Varvara Lepchenko.

Il 26 luglio scorso, dopo essersi ritirato ai quarti contro Tomas Berdych, Djokovic ha annunciato di voler terminare anzitempo la stagione per curarsi con calma e risolvere definitivamente il problema all’avambraccio.

“Il problema al gomito mi ha spinto a rivolgermi ai maggiori esperti del settore, specialmente negli ultimi due mesi, quando ho percepito un peggioramento dell’infortunio. Tutti hanno concordato nel consigliarmi un periodo di riposo. Purtroppo non è un infortunio per cui esistono rimedi a breve termine, devo attendere che la naturale riabilitazione faccia il suo corso” aveva scritto l’ex numero 1 del mondo per giustificare il lungo stop che lo costringerà lontano dai campi almeno fino alla fine del 2017.

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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