[4] A. Zverev b. [2] R. Federer 6-3 6-4
Per quanto non sia il caso di aspettarsi granché dal tennis di questi tempi, la finale migliore che il torneo poteva augurarsi è stata una delusione. “Colpa”, virgolette d’obbligo, del povero Roger Federer che ha avuto una classica settimana di assestamento, condita da brutte ma vincenti partite che sul più bello, si fa per dire, si è preoccupato di un fastidio alla schiena e ha preferito rimandare il suo appuntamento con Lendl e la novantaquattresima vittoria in carriera. La partita, già bruttina di suo, è praticamente finita nel secondo game, quando Federer ha giocato un cattivo drop-shot sulla sua terza palla break. Lo svizzero si è poi difeso nel terzo game, con un ace dopo uno scambio divertente che aveva portato il tedesco a procurarsi la palla per il 2-1, ma sul servizio di Zverev non si giocava più. Federer diventata molto rigido, serviva a velocità decisamente più basse e in buona sostanza restava in campo solo per non togliere – a tennis si fanno queste cose – la soddisfazione all’avversario di vincere una finale 1000 senza l’ombra di un ritiro. Federer alla stretta di mano finale ha accolto con un sorriso il “tut mir leid” (mi dispiace) di Aleksandr Aleksandrovič Zverev, accennando a qualcosa alla schiena e lasciando il tedesco alla sua giusta esultanza per il secondo torneo vinto in otto giorni e il secondo “1000” della carriera.
Cronaca che non può che essere scarna, con un primo set iniziato con Federer in difficoltà già al secondo game, non tanto per chissà quale impresa di Zverev ma proprio per le difficoltà a regolarsi col servizio. Lo svizzero salvava una palla break nel secondo game, ma già al quarto capitolava, non riuscendo a difendere le sue troppe seconde. Zverev teneva i propri turni di servizio, aveva qualche titubanza nel momento di chiudere il set ma due botte di servizio gli permettevano di andare sul 6-3.
Del secondo set abbiamo un po’ detto, al limite si può aggiungere qualche numero come i 18 punti su 19 di Zverev al servizio dal momento in cui ha annullato la terza e ultima palla break di Federer.
Adesso c’è da capire se Zverev potrà essere un candidato al titolo di New York, chiudendo quest’estate che non dimenticherà con il titolo più prestigioso. Il tedesco ha mostrato carattere e solidità, i suoi fondamentali dal fondo diventano sempre più sicuri e il suo servizio diventerà – lo è già – uno dei migliori del circuito. Sembra bastare, se non fosse che lascia spesso la sensazione di non essere il migliore in campo. Sia contro Kyrgios che contro Federer – certo, non due qualsiasi – il vero merito di Zverev è stato quello di essere solido, ma pare entrare in terribile difficoltà quando il talento dei suoi avversari decide di manifestarsi pienamente. La mano rimane poco delicata ma fino a quando avrà di fronte qualcuno che non ha tantissima voglia o qualcun altro pieno di acciacchi Zverev dovrebbe farcela a portare a casa trofei di un certo rilievo. Comunque ne sapremo presto di più, a Cincinnati ha un buon tabellone e chissà se troverà Federer in semifinale. Se lo troverà e se lo supererà ancora vorrà dire che ci saremo sbagliati. Una volta di più.
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