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Wimbledon: Murray e Nadal partono col piede giusto

[4] R. Nadal b. J. Millman 6-1 6-3 6-2 (Piero Vassallo)

Se Murray ha lasciato solo sette giochi al giovane Bublik, Nadal ha fatto meglio concedendone soltanto sei all’australiano John Millman. Sul Campo 1 il campione del Roland Garros è tornato a giocare un match ufficiale su erba dopo due anni di assenza: dopo la sconfitta al secondo turno contro Dustin Brown nell’edizione del 2015 infatti Rafa non aveva più disputato un incontro sul verde visto che lo scorso anno dette forfait per l’intera stagione erbivora. Non poteva esserci ritorno migliore, un 6-1 6-3 6-2 in un’ora e quarantacinque minuti che promuove Rafa al secondo turno dove affronterà lo statunitense Donald Young.

[1] A. Murray b. [LL] A. Bublik 6-1 6-4 6-2 (Salvatore De Simone)

“Non sono preoccupato”, aveva dichiarato Lendl riguardo al suo pupillo Andy Murray; ma erano sembrate le classiche parole di circostanza dato che lo scozzese in questi ultimi mesi non aveva certo brillato. Le condizioni fisiche e mentali del numero 1 del mondo apparivano abbastanza precarie e la sconfitta al primo turno contro Thompson al Queen’s avevano sollevato più di un interrogativo. Invece il buon Ivan aveva ben donde a stare tranquillo, almeno per quanto riguardava l’esordio contro Alenxander Bublik, anche se c’è da dire che quest’ultimo non poteva essere un test troppo attendibile: non perché il ventenne russo (ma che gioca per la federazione del Kazakhistan) non abbia talento ma giocare il primo match della carriera sul centrale di Wimbledon avendo di fronte il primo del ranking, nonché idolo di casa, è tutt’altro che semplice.

Nel primo set Murray corre un rischio solo sul suo primo turno di battuta, dove annulla una palla break; al quarto game, grazie ad un doppio fallo del nativo di Gatchina, il britannico si porta in vantaggio e non ha problemi a incamerare il parziale col proprio servizio dopo aver strappato per la seconda volta la battuta all’avversario

Nel secondo parziale il numero uno del mondo realizza subito il break con una comoda vole’ di diritto ma stavolta c’è più partita perché Kublik inizia finalmente a servire bene e a commettere meno errori arrivando ad avere tre chance di togliere il servizio a Murray al momento in cui il nativo di Dunblane va a servire per il set: però il russo non riesce a sfruttare le occasioni e il numero 1 del mondo si procura un set point con uno straordinario passante di diritto in corsa; con la risposta in rete dello sfidante fa suo anche la seconda frazione.

Così come nel precedente anche nel terzo parziale Murray rompe la battuta e nemmeno una doppia interruzione per pioggia (con conseguente chiusura del tetto) riesce a distrarlo: dopo aver, con una risposta vincente, di nuovo realizzato un break va aservire per il match chiudendo la pratica con un recupero di diritto su una palla corta dell’avversario.

Il giovane Kublik, come detto sopra, ha talento: serve bene, è capace di improvvise accelerazioni vincenti e ha un gioco, al contrario della maggior parte dei suoi coetanei picchiatori, abbastanza vario non disdegnando la rete e utilizzando spesso (anzi, pure troppo) la smorzata. In più sembra anche simpatico a giudicare da alcune sue dichiarazioni e dall’atteggiamento in campo. Oggi non era il suo giorno e non poteva esserlo ma farà parlare di sé.

Ottimo esordio londinese per Andy Murray, il quale si è mosso bene ed è rimasto sempre concentrato nei momenti importanti della partita. Ma è ancora presto per affermare che sia ritornato quello dello scorso anno: il secondo turno contro un avversario imprevedibile come Dustin Brown, che se in giornata sull’erba col suo gioco offensivo può essere pericolosissimo (come ben sa Nadal eliminato da Brown a Wimbledon nel 2015 proprio al secondo turno), ci dirà qualcosa in più sulle attuali condizioni del numero 1 del mondo.

 

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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