[4/WC] F. Fognini b. [Q] Y. Hanfmann 6-4 7-5
Il dubbio più assillante è stato come diavolo aveva fatto il buon Yannick Hanfmann, 26 anni a novembre, numero 170 del mondo, ad arrivare in una finale ATP. Il tedesco non ha praticamente niente oltre ad un ottimo servizio in kick, ma davvero troppo poco anche per un tennis così in crisi come quello contemporaneo. Del resto, se la sua prima partita a livello ATP è del primo maggio di quest’anno, a 25 anni suonati, qualcosa vorrà pur dire. Eppure questo allampanato tedesco è misteriosamente riuscito a vincere contro gente come Feliciano Lopez, Joao Sousa e Robin Haase, al quale è riuscito persino ad annullare quattro match point. Che proseguisse contro Fognini, instabile fin che si vuole ma uno che nei primi 30 ci sta anche stretto e ci tornerà giustamente da domani, era inverosimile eppure ad un certo punto sembrava che pure Fabio potesse essere visitato dallo stesso virus dei suoi predecessori. Dopo l’imbarazzante 4-0 iniziale, un po’ come ieri Haase, l’italiano ha cominciato a distrarsi un po’ fino a cedere il servizio sul 5-2, senza che l’altro facesse praticamente nulla. E siccome forse era preoccupato di aver regalato troppo poco, Fabio è riuscito anche a commettere doppio fallo sulla palla break. Era davvero eccessivo e il decimo game Fognini lo giocava con un pizzico d’attenzione in più, più che sufficiente per chiudere a zero il game, con un bel dritto a uscire, e 6-4 il primo set.
Un po’ meglio il secondo set di Hanfmann, che per lunghi tratti riesce quanto meno a tenere il dritto in campo e riesce persino a dare la sensazione che l’ulteriore distrazione dell’italiano potrebbe essere punita severamente. Fognini ha qualche problema in più al servizio, che contro Bautista era stato praticamente perfetto, e soffre sempre di più il famigerato kick del tedesco ma sul 5 pari gli basta attendere il suicidio dell’avversario, che da 40-15 comincia a sparacchiare ovunque il dritto senza colpire mai il campo. È intelligente l’italiano ad alzare una parabola alta sulla palla break che costringe Hanfmann ad entrare nello scambio, finito con un passante di rovescio incrociato di Fognini, col tedesco che era andato a coprire il dritto. Break e dodicesimo game giocato con la giusta attenzione, chiuso con un passante lento che Hanfmann non riusciva a tirare su.
Fabio Fognini vince così il suo quinto torneo e raggiunge Corrado Barazzutti; gli unici italiani che hanno vinto più titoli rimangono Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, ma deve far riflettere il fatto che alla fine, tra una polemica stizzita e l’altra, tra prestazioni da far mettere le mani ai capelli e splendidi colpi, il ligure sta – magari non zitto zitto – diventando il terzo giocatore italiano dell’era Open. Poco? Provateci voi…
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