[2] N. Djokovic b. D. Schwartzman 5-7 6-3 3-6 6-1 6-1 (Dal nostro inviato, Gianluca Atlante)
Nutriamo ancora dei dubbi su Novak Djokovic, sulla sua irrefrenabile voglia di tornare ad essere dominatore assoluto della scena mondiale, a maggior ragione dopo il match odierno, vinto in cinque set (5/7 6/3 3/6 6/1 6/1 in tre ore e diciannove minuti) contro l’argentino Schwartzman. C’è da dire, però, che partite come quella del Philippe Chatrier, possono regalarti tanto, far germogliare di nuovo quella “tigna velenosa” che, soltanto un anno, aveva portato il serbo ad essere invincibile, o quasi. Il piccolo tennista di Buenos Aires, da par suo, ha giocato un gran match sino al secondo gioco del quarto set. Poi, perso da 40-0 un game che gli avrebbe potuto regalare ulteriore fiducia dopo il vantaggio di due set ad uno, si è arreso, fisicamente (intervento medico sul 4-1 nel quinto set per un problema alla schiena), ma soprattutto a livello di testa. Djokovic, che sino a quel momento aveva dato preoccupanti segnali di nervosismo gratuito (continuo il suo battibecco con i raccattapalle per palline e asciugamano), ha preso la palla al balzo ed è tornato a dominare il match così come aveva fatto sino al 4-1 del primo set. Ha capito le difficoltà del suo avversario, ha azzannato la preda, finendola piano piano. Schwartzman, di contro, si è spento. Ha provato a resistere, ma dopo il 6/1 in un amen del quarto set e il 2-0 iniziale del quinto, si è offerto alla bontà di un Djokovic non certo trascendentale, ma sufficientemente buono per portare a casa la partita e la qualificazione agli ottavi di finale di questo Roland Garros. Al di là di questo, però, il numero due del mondo e del tabellone di questo Slam parigino, non è piaciuto. O meglio, la condizione migliore è ancora lontana. E, soprattutto, nel campione serbo è trapelato quel nervosismo, di cui facevamo accenno prima, figlio di una condizione non ancora al top, o magari della paura di fallire di nuovo l’appuntamento con un major. Chissà, però, come spesso è accaduto, che partite come quella di oggi, non fiscano per aprire, e in maniera definitiva, un nuovo capitolo nella storia di questo torneo per Novak Djokovic. Perchè se è vero che Schwartzman, andato in riserva dopo la conquista del terzo set, ha mollato la presa, è altresì vero che Djokovic ha tirato fuori dal proprio cilindro quello che noi tutti conosciamo, giocando come il match fosse appena iniziato.
[6] D. Thiem b. [25] S Johnson 6-1 7-6(4) 6-3 (Raffaello Esposito)
Al Roland Garros si giocano gli incontri di terzo turno relativi alla parte bassa del tabellone, quella che ospita Nole e Rafa. Dopo la logica sconfitta di Dimitrov con Carreno Busta, sul Court 1 sono scesi Dominic Thiem (7 ATP) e Steve Johnson (26 ATP). L’austriaco, pur essendo quattro anni più giovane, è passato pro nel 2011, prima dello statunitense che ha preferito frequentare il circuito universitario con Southern California. e nel luglio scorso ha raggiunto la ventunesima posizione mondiale, suo best rank in carriera.
Purtroppo per lui oggi le già grigie previsioni si sono materializzate crudelmente, troppo più forte e più adatto alla superficie l’austriaco. Uno che, non bastasse, al talento aggiunge anche una voglia di migliorare da numero uno. Prendete i suoi tre ultimi match con Nadal: disfatta a Barcellona, lotta a Madrid, vittoria a Roma. Veni, Vidi, Vici…
L’incontro avrà storia solo nel secondo set. Per i primi dieci minuti Johnson non centra il campo e la conseguenza è un immediato 3-0 Austria. Dominic non soffre il servizio avversario, risponde da lontanissimo con pallettoni carichi di spin e quando si superano i primi scambi il punto è sempre suo. Steve ha impatti troppo puliti e poca mano per gestire le rotazioni di Thiem e al terzo colpo è già a pedalare sui teloni di fondocampo. Un altro break chiude il primo set nel tempo di gustare un croque-monsieur. Il secondo set se lo complica per pigrizia Thiem, che manca cinque palle break in tre turni avversari e incredibilmente sul 4-5 va sotto 15-40 alla battuta. Sono le prime due occasioni concesse e sono anche set point. Qui Dominic si risveglia, annulla picchiando e con una gran prima in kick per poi condurre in porto un tranquillo 7-4 nel tie break. L’incontro finisce qui perché Johnson, comunque eroico nell’annullare in due set undici occasioni consecutive di break e nel recuperarne subito uno, cede definitivamente. Thiem avrà Horacio Zeballos, passato suo malgrado per l’infortunio di Goffin.
Risultati
[20] P. Carreno-Busta b. [11] G. Dimitrov 7-5 6-3 6-4
H. Zeballos b. [10] D. Goffin 4-5 rit.
[17] R. Bautista-Agut b. J. Vesely 6-3 6-4 6-3
[4] R. Nadal b. N. Basilashvili 6-0 6-1 6-0
[5] M. Raonic b. G. Garcia-Lopez 6-1 1-0 rit.
[6] D. Thiem b. [25] S. Johnson 6-1 7-6(4) 6-3
[16] L. Pouille vs [19] A. Ramos
[2] N. Djokovic b. D. Schwartzman 5-7 6-3 3-6 6-1 6-1
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